La catarsi
"Imparare a confliggere senza mai arrivare a sconfiggere" Il blog della mediatrice M.Cristina Ciambrone dedicato alla gestione dei conflitti, e alla mediazione familiare alle crisi di coppia, ed ai possibili rimedi che concerne queste tematiche. Tutto ciò attraverso articoli, riflessioni e filmati."Se è vero che le crisi gravi si prestano a mettere in luce il lato peggiore di noi stessi è anche vero che quelle stesse crisi possono mobilitare le nostre migliori risorse" (Karl Jaspers).
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Chi è il mediatore.
Post n°6 pubblicato il 23 Dicembre 2014 da cristina.ciambrone
Per quanto riguarda la figura del mediatore familiare possiamo descriverlo come un esperto nella gestione dei conflitti, è imparziale e non dà giudizi. Il suo compito consiste nell’aiutare la coppia a riaprire i canali di comunicazione interrotti dal conflitto. Ponendosi in una posizione neutrale, non giudica l’adeguatezza delle proposte dei genitori e non fornisce la soluzione ai problemi, ma si limita a favorire forme di cooperazione, stimolando i partner nell’esplorazione di soluzioni innovative e personalizzate. Grazie a tale clima positivo e idoneo alla collaborazione ed al rapporto empatico instaurato con la coppia, potrà accompagnare e sostenere ciascun genitore nella ridefinizione della propria identità personale e nella negoziazione delle questioni relative alla separazione, affinché essa avvenga nel modo più sereno possibile. Ruolo del Mediatore non è ricomporre il rapporto di coppia ma consentire alla coppia stessa, nell’ambito di un percorso relativo ad un processo di separazione o divorzio, di trovare le basi per un accordo reciproco e duraturo tenendo conto dei bisogni di ciascuno, quindi il mediatore aiuta le parti a farsi accettare come professionista. Il Mediatore Familiare si occuperà non solo di arginare i conflitti tra i protagonisti del processo mediativo, ma abbasserà anche i costi ed i rischi di procedure lunghe e snervanti, cercherà inoltre di prevenire i disagi delle future generazioni che troppo spesso risultano essere le vere vittime di situazioni “travolgenti”, questo consentirà così loro di non essere privati dell’affetto e della collaborazione dei genitori, di godere di una crescita sana in armonia con se stessi e con gli altri. Il mediatore, dunque, dovrà essere capace a non prendere posizione, a non favorire per empatia nessuno dei due patner, a non esprimere giudizi o atteggiamenti interpretativi e/o assistenziali, né a sostituirsi ad uno od a entrambi. Ciò non deve farci pensare ad un mediatore “inerte” che assiste passivamente a quello che succede nella “stanza di mediazione” . Il mediatore familiare professionale, non è né un giudice, né un arbitro, né un avvocato, né uno psicologo/psicoterapeuta, ma è un facilitatore della comunicazione fra le parti, capace di stimolare queste ultime a decidere come rinegoziare le loro relazioni familiari.
Il mediatore familiare si trova, infatti, ad operare in stretta relazione con i patner ma quel che più conta è chiamato ad operare nel corpo vivo della dinamica relazionale che questi hanno tra di loro, in una triangolazione dal cui vertice, egli mediatore, deve continuamente trovare una posizione rispetto agli altri due elementi. Il mediatore familiare professionale, non è né un giudice, né un arbitro, né un avvocato, né uno psicologo/psicoterapeuta, ma è un facilitatore della comunicazione fra le parti, capace di stimolare queste ultime a decidere come rinegoziare le loro relazioni familiari Il mediatore familiare deve accettare l’assunto che ciò che più importa è conoscere che cosa sappiano le parti in lite e che cosa vogliano in quella specifica situazione. Il suo ruolo principale è restare un “ agente di realtà “. I suoi principi di base sono legati alla sua posizione di terzietà e neutralità.
A cura della Dott.ssa M.Cristina Ciambrone.
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il 23/04/2015 alle 10:55
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