La catarsi
"Imparare a confliggere senza mai arrivare a sconfiggere" Il blog della mediatrice M.Cristina Ciambrone dedicato alla gestione dei conflitti, e alla mediazione familiare alle crisi di coppia, ed ai possibili rimedi che concerne queste tematiche. Tutto ciò attraverso articoli, riflessioni e filmati."Se è vero che le crisi gravi si prestano a mettere in luce il lato peggiore di noi stessi è anche vero che quelle stesse crisi possono mobilitare le nostre migliori risorse" (Karl Jaspers).
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Post n°13 pubblicato il 16 Maggio 2015 da cristina.ciambrone
La Restorative Justice (o giustizia riparativa o giustizia rigenerativa) nasce alla fine degli anni 80 inizi anni 90 , dapprima applicata ai casi di vandalismo e di bullismo, successivamente anche ad altri reati. Nasce nel mondo anglo-americano ed è attuata in Canada, Nuova Zelanda, Australia, U.S.A. Maggio 1974. L’origine della “real justice” può essere individuata a Kitchener, nell’Ontario (Canada) nel maggio 1974, quando due giovani canadesi vennero accusati di aver commesso atti di vandalismo in stato di ebbrezza, in relazione a ciò fù proposto al Giudice che questi incontrassero la loro vittima non solo per concordare un risarcimento ma anche al fine di esternare le loro emozioni e provare a percepire “uno il vissuto dell’altro” per un fine educativo. La sua proposta non aveva alcun fondamento giuridico, ma nonostante questo il giudice prestò il suo assenso. La giustizia riparativa fa riferimento a una corrente di pensiero che inaugura un nuovo modo di guardare la giustizia penale concentrato sulla riparazione del danno arrecato alla persona e sulla relazione tra autore e vittima del reato, piuttosto che sulla punizione del reato –anche se la Giustizia riparativa non preclude la carcerazione o altre sanzioni punitive- Le due funzioni principali del modello ripartivo sono dunque “riparare” il danno subito e “trasformare la relazione interpersonale”. L’attenzione è posta sulla relazione invece che sulla punizione, con l’obiettivo si restituire alla vittima e all’autore del reato un senso di identità all’interno della società. La terza funzione è quella di responsabilizzare l’autore del reato nell’ottica di una sua riabilitazione. E’ un procedimento informale. al quale vittima e autore del reato aderiscono liberamente. Così come l’ha definita Adolfo Ceretti la giustizia riparativa rappresenta “un paradigma di giustizia che coinvolge la vittima, il reo e la comunità nella ricerca di soluzioni agli effetti del conflitto generato dal fatto delittuoso, allo scopo di promuovere la riparazione del danno, la riconciliazione tra le parti e il rafforzamento del senso di sicurezza collettivo”. La particolarità della giustizia riparativa consiste nel fatto che il pagamento del debito alla società non avviene attraverso la punizione, ma si fonda sul recupero del senso di responsabilità per ciò che è stato fatto, e nell'intraprendere un'azione in senso positivo per la vittima. In questo modo non solo il debito è saldato direttamente nei confronti della vittima, ma si ha anche la rivalutazione della figura del reo, alla quale è affidato un ruolo più attivo. Il modello riparativo, dunque pone la vittima e l'autore del reato in una posizione più attiva, affidando a esse la ricerca del modo migliore di risoluzione del conflitto con un accordo che sia soddisfacente per gli interessi di entrambe. La necessità di riparazione si basa sul principio che più gli esseri umani sono felici, produttivi, cooperativi, più alta è la probabilità di effettuare cambiamenti positivi nel loro comportamento.
A cura della dott.ssa M.Cristina Ciambrone. |
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