La catarsi
"Imparare a confliggere senza mai arrivare a sconfiggere" Il blog della mediatrice M.Cristina Ciambrone dedicato alla gestione dei conflitti, e alla mediazione familiare alle crisi di coppia, ed ai possibili rimedi che concerne queste tematiche. Tutto ciò attraverso articoli, riflessioni e filmati."Se è vero che le crisi gravi si prestano a mettere in luce il lato peggiore di noi stessi è anche vero che quelle stesse crisi possono mobilitare le nostre migliori risorse" (Karl Jaspers).
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Post n°14 pubblicato il 16 Giugno 2015 da cristina.ciambrone
Educare ai sentimenti è una sfida della modernità, sempre più stritolata dalla complessità di un presente che interferisce sulla visione del nostro futuro e a volte la impedisce, soprattutto ai più giovani, oggi privi di basi valoriali solide a cui ancorarsi. E’ davvero possibile, allora, educare ai sentimenti? E lo si può fare a scuola? Quando parliamo di violenza di genere, stalking, femminicidio non possiamo che porre la nostra attenzione ad una forma di diseducazione sentimentale alla base, spesso nei miei inteventi sottolineo l'importanza delle principali agenzie educative, quali la scuola e la famiglia nel fare da filtro per trasmettere la cultura della parità. Lavorare quindi su un'alfabetizzazione emotiva, una vera e propria ABC delle emozioni. Anna Oliverio Ferraris sostiene : «La famiglia - dice l’esperta - deve educare i figli anche alle emozioni, anche ai sentimenti. Molti genitori si preoccupano delle necessità materiali e si danno pena perchè il bambino abbia lo zainetto alla moda, che abbia il telefonino. Ma non si preoccupano che il ragazzino esprima le proprie emozioni e soprattutto che lo facciano in maniera non violenta, quando è arrabbiato, quando ha paura. Invece, via via che i bambini crescono, è necessario che i piccoli riescano a controllare le emozioni, a parlare di ciò che gli succede. Ed è per questo che riferendoci ad una diseducazione ai sentimenti, puntiamo la nostra attenzione a quei rapporti disfunzionali e malsani dove scaturiscono delle dipendenze di tipo affettivo, dette " Love addiction ", all'interno dei quali si evidenziano legami malati fatti di compromessi, prevaricazioni e di ruoli stigmatizzati in qualità di "vittima" e "carnefice", fomentando sempre più il cosiddetto "Non posso stare nè con te nè senza di te". Esistono quindi legami paradossali basati sulla distruzione ripetuta del legame stesso. Più il conflitto è profondo e l'addio è ripetuto più la relazione diventa assurdamente solida. Poichè per questi legami ciò che tende alla morte, dalla morte trae linfa nuova, il cosiddetto "paradosso d'amore". Questo significa che l’educazione ai sentimenti è un’azione alquanto complessa e multidimensionale. A questo disegno devono concorrere figure diverse: dai genitori agli educatori, dai sacerdoti ai maestri, dai familiari ai pedagoghi, tutti impegnati a vario titolo a fornire le direttive per formare una corretta educazione sentimentale.
A cura della dott.ssa M.cristina Ciambrone
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