Creato da coccinellaaapois il 31/08/2012

La Luna Argentata

Moon of finest silver wane, take with you bad luck and bane. As you fade into the night. Bring new hope back in sight.

 

"Ricordare la Legge del Tre dovrai,

ché tre volte nel male

e tre volte nel bene ritroverai.

Tutto puoi fare ma mai del male

dovrai arrecare"

 

Book

 

Tredici sono le mète della strega.

Un solo filo racchiude e le lega.

Un solo cerchio le va a limitare.

Concentrati adesso e stai ad ascoltare:

Conosci te stessa per prima cosa

Comprendi l'Arte fin qui misteriosa

Sii disponibile ad imparare

Con molta saggezza usa il sapere

Il comportamento sia equilibrato

Ed il tuo parlare sia ben ordinato

E pure in buon ordine tieni il pensiero

Festaggia la vita con cuore sincero

Mangia più sano e correggi il respiro

Esercita il corpo con attenzione

Abitua la mente alla meditazione

Un'ultima mèta hai da osservare

La Dea e il Dio devi onorare.

 

tripple goodess

 

air fire spirit etc

 

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Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim

Post n°15 pubblicato il 28 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 

Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim (Colonia 1486 - Grenoble 1535),

famoso alchimista, medico, mago, astrologo, teologo e filosofo tedesco,

nacque il 14 Settembre dalla ricca e nobile famiglia Von Nettesheim.

Originariamente il suo nome era Heinrich Cornelis, ma egli decise di

latinizzare Cornelis in Cornelius e di aggiungere il nome Agrippa in

onore del fondatore romano della città di Colonia (la Colonia Agrippina

dell'impero romano). Nel 1499, a soli 13 anni, Agrippa di Nettesheim si

iscrisse nella facoltà di arti all'università di Colonia, ottenendone il

relativo baccalaureato nel 1502.

Nel 1506 entrò al servizio dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo (1493-1519)

come segretario della corte. Sempre nel 1506 si recò a studiare a Parigi,

dove fondò una confraternita segreta per la pratica delle scienze occulte e in

seguito (1507-1508) viaggiò in Spagna (a Barcellona e nelle isole Baleari).

Nel 1509 iniziò a tenere delle lezioni sul De verbo mirifico di Johannes Reuchlin

all'università di Dole in Francia, ma fu costretto a lasciare la città nel 1510,

dopo essere stato pubblicamente accusato di eresia, a causa dei suoi

insegnamenti eterodossi, da parte di Jean Catilenet, capo dell'ordine dei

Francescani della Borgogna. In quel frangente Agrippa fu provvidenzialmente

mandato da Massimiliano I in missione in Inghilterra, presso re Enrico VIII

(1509-1547), il quale venne convinto da Agrippa ad allearsi con l'imperatore

nella Lega Santa contro Luigi XII di Francia (1498-1515).

In Inghilterra Agrippa riuscì a completare la stesura del suo De occulta

philosophia, nel quale iniziò ad accostarsi alla Cabbala, molto probabilmente

in seguito all'influenza di famosi studiosi quali l'abate Johannes Tritemius

(Heidenberg) di Sponheim (1462-1516), abate del monastero di St. Jakob,

presso Würzburg, presso il quale Agrippa aveva risieduto per qualche mese.

Nel 1511 il poliedrico Agrippa intraprese la carriera militare entrando

nell'esercito dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, dove si distinse

combattendo per la Lega di Cambrai (Spagnoli e Asburgici) contro la

Repubblica di Venezia e guadagnandosi in breve tempo i gradi di

Capitano: fu successivamente nominato Cavaliere per atti di coraggio.

Sempre nel 1511 partecipò in qualità di teologo al sinodo di Pisa, convocato

da nove cardinali, appoggiati da Luigi XII di Francia in aperto conflitto con

Papa Giulio II (1503-1513), ma ciò costò ad Agrippa una scomunica, comminata

peraltro a tutti i partecipanti del sinodo da parte di Giulio II. Tuttavia tale

condanna gli fu poi condonata dal successivo pontefice Leone X (1513-1521)

suo fervente ammiratore. Dal 1512 Agrippa iniziò a insegnare all'università

di Pavia, dove nel 1515 istituì un’accademia per lo studio delle scienze occulte,

tenendo delle lezioni su Ermete Trismegisto, e dove trovò perfino il tempo per

laurearsi in legge e medicina. Nel 1518-1519 si distinse come avvocato e

oratore a Metz, in Francia, dove si scontrò con l'Inquisizione per aver preso

le difese di presunte streghe. Sempre a Metz si mise in luce difendendo

con successo Jacques Le Fèvre d'Etaples, ma in seguito a ciò fu costretto ad

emigrare in Svizzera. Qui, dal 1521 al 1523 praticò l'arte medica e la sua

fama gli permise, nel 1524, di diventare a Lione medico personale di

Luisa di Savoia, madre del Francesco I re di Francia (1515-1547).

Tuttavia poco dopo cadde in disgrazia e perse i favori della Regina Madre per

essersi rifiutato di compilarle un oroscopo.

Comunque, a permettere nel 1528 ad Agrippa di risiedere in Anversa (dove si

guadagnò la fama di medico miracoloso), di pubblicare le sue opere e di

riprendere i suoi esperimenti di alchimia, fu un'altra grande protettrice,

Margherita d'Asburgo, figlia dell'imperatore Massimiliano I e artefice, assieme

alla già citata Luisa di Savoia, della pace di Cambrai del 1529, detta appunto

delle Due Dame. Nel 1530 Agrippa scrisse il suo De incertitudine et vanitate

scientiarum et artium, e pubblicò il De occulta philosophia, con i quali si alienò

i favori degli accademici dell'università Sorbona di Parigi, i quali gli fecero una

guerra spietata, riuscendo persino a farlo imprigionare. A questo si aggiunse

oltretutto un crescente atteggiamento ostile da parte dell'imperatore Carlo V,

soprattutto dopo la morte nel 1530 della protettrice di Agrippa,

Margherita d'Asburgo. Agrippa fu infine attaccato dai monaci di Lovanio,

per le sua denuncia contro la venerazione dei santi e delle reliquie e per il

suo ostinato richiamo a un ritorno alla lettura delle Sacre Scritture originarie.

Nel 1533, Carlo V, istigato dai Domenicani, condannò Agrippa a morte

(pena che fu solo successivamente commutata in una condanna all'esilio) per

eresia, ma questi fuggì in Francia. Qui egli fu incarcerato, non si sa se per debiti

o per lo sgarbo fatto alla madre del re Francesco I, ma in seguito fu fatto

liberare da alcuni amici. Si recò quindi a Lione, dove però non giunse mai

perché morì povero in canna a Grenoble il 18 Febbraio 1535 mentre era

ospite di un importante cittadino della città francese.

Dopo la sua morte, si moltiplicarono le leggende più fantastiche a

testimonianza del grande alone di mistero e magia che circondò questo

studioso il quale ebbe fra l'altro una grande influenza su un altro famoso

studioso eterodosso di qualche anno dopo: Giordano Bruno

(Nola 1548-Roma 1600).

Agrippa fu un dotto esponente della scuola magico-astrologica. Egli credeva

che l'universo fosse un essere vivente dotato di un corpo e di un'anima.

Il corpo, a sua volta, era formato di quattro elementi: terra, aria, fuoco e

sangue, che concorrevano a formare gli oggetti.

Poiché secondo Agrippa gli oggetti erano dotati di poteri occulti, attraverso

la magia era possibile dominare la natura. Tuttavia per comprendere

l'universo in pieno, per Agrippa erano comunque sempre necessari la fede

ed il misticismo.


(da www.eresie.it)

 

Heinrich cornelius agrippa

 
 
 

La pietra filosofale, tra storia e leggenda

Post n°14 pubblicato il 27 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 

Anche Heinrich Cornelius Agrippa era convinto dei suoi poteri e della sua

esistenza, ma biasimava quegli alchimisti che passano la vita ad inseguire

il sogno della pietra lasciando da parte tutto il resto. La maggior parte

delle persone erano scettiche a riguardo, però quando la trasformazione

avveniva sotto i loro occhi increduli non potevano far altro che crederci. Fu il

caso di un professore dell’Università di Helmstadt, tal Martini, che dopo aver

spiegato ai suoi allievi di come fosse impossibile la trasmutazione, dovette

ricredersi quando un alchimista convertì del piombo in oro sotto il suo

sguardo.

Anche all’imperatore del Sacro Romano Impero, Ferdinando III capitò di

utilizzare la pietra e trasformò due libbre e mezzo di mercurio in oro poi

incredulo ripetè l’esperimento. Infine, per celebrare l’avvenimento fece

coniare una medaglia su cui fece incidere l’iscrizione:

“Divina metamorfosi avvenuta a Praga, 15 gennaio 1648, testimoniata da

Sua Maestà Imperiale Ferdinando III”.

La pietra filosofale, a parte render ricchi, dona a chi la possiede l’onniscenza,

ossia la totale conoscenza del passato e del futuro, del bene e del male,

da qui l’appellativo di “filosofale” e da quanto ogni uomo desidera più

profondamente: l’immortalità.

Alcuni affermano che la pietra filosofale esista in natura, in piccolissime

parti e sia praticamente introvabile, altri sostengono che si possa fare ed

esista una ricetta.

Nel tempo tutti gli alchimisti si sono cimentati nella sua realizzazione.

Sarebbe composta di tutti gli elementi naturali e apparirebbe di tutti i colori.

Qualunque sia la verità sulla pietra, non c’è stato alchimista o personaggio

che non abbia tentato di riprodurla, averla o trovarla a causa dei poteri

che gli associano. E se la storia è piena di resoconti che narrano della

trasformazione, possiamo di sicuro dire che c’è un alchimista sopra di tutti a

cui nome la pietra è legata da secoli: Nicolas Flamel, scondo alcuni passato

a miglior vita dopo aver lasciato il suo corpo terreno, secondo altri mai morto

davvero.

 

 
 
 

Processo alchemico

Post n°13 pubblicato il 27 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 

L'opus alchemicum per ottenere la pietra filosofale avveniva mediante

sette procedimenti, divisi in quattro operazioni:

Putrefazione, Calcinazione, Distillazione e Sublimazione;

e tre fasi: Soluzione, Coagulazione ed Unione. Attraverso queste

operazioni la "materia prima", mescolata con lo zolfo ed il mercurio e

scaldata nella fornace ("atanor"), si trasformerebbe gradualmente,

passando attraverso vari stadi, contraddistinti dal colore assunto

dalla materia durante la trasmutazione. Il numero di queste fasi, variabile

da tre a dodici a seconda degli autori di trattati alchimistici, è legato al

significato magico dei numeri. I tre stadi fondamentali sono: nigredo o

opera al nero, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi; albedo o opera

al bianco, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi; rubedo o

opera al rosso, che rappresenta lo stadio finale. Inoltre, gli alchimisti

basavano la loro scienza su un principio centrale, detto Principio di Scambio

Equivalente: per ottenere una sostanza di un determinato valore,

bisognava sacrificare una medesima quantità di un'altra sostanza di

medesimo valore.

La Pietra Filosofale tanto agognata dagli alchimisti ha in questo senso

grandissimo valore in quanto permette di disobbedire a questo principio

fondamentale, senza avere conseguenze.

 

alchim

 

Fonti: Wikipedia

 
 
 

Introduzione

Post n°12 pubblicato il 27 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 

Per poter capire gli alchimisti, bisogna considerare come la conversione di una

sostanza in un'altra, che formò la base della metallurgia fin dal suo apparire

verso la fine del Neolitico, sarebbe dovuta sembrare magica in una cultura

senza alcuna conoscenza formale di fisica o chimica. Per gli alchimisti non vi

era ragione alcuna di separare la dimensione materiale da quella simbolica o

filosofica. In quei tempi una fisica priva di una componente metafisica sarebbe

stata parziale ed incompleta al pari di una metafisica sprovvista di manifestazione

fisica.

La trasmutazione dei metalli di base in oro, simbolizza un tentativo di arrivare

alla perfezione e superare gli ultimi confini dell'esistenza. Gli alchimisti

credevano che l'intero universo stesse tendendo verso uno stato di

perfezione, e l'oro,per la sua intrinseca natura di incorruttibilità, era

considerato la più perfetta dellesostanze. Era anche logico pensare che

riuscendo a svelare il segreto dell'immutabilità dell'oro si sarebbe

ottenuta la chiave per vincere le malattie ed il decadimento organico;

da ciò l'intrecciarsi di tematiche chimiche, spirituali ed astrologiche 

che furono caratteristiche dell'alchimia medievale.

La scienza dell'alchimia ebbe inoltre una notevole evoluzione nel tempo,

iniziando quasi come un'appendice metallurgico-medicinale della religione,

maturando in un ricco coacervo di studi, trasformandosi nel misticismo

ed alla fine fornendo alcune delle fondamentali conoscenze empiriche

nel campo della chimica e della medicina moderne.

Fino al XVIII secolo, l'alchimia era considerata una scienza seria in

Europa; per esempio, Isaac Newton impiegò molto più tempo allo studio

dell'alchimia piuttosto che a quello dedicato all'ottica o alla fisica, per

le quali è famoso. Tuttavia Newton mantenne sempre un notevole riserbo

intorno ai suoi studi alchemici, e non pubblicò mai opere sull'argomento.

Fu l'economista John Maynard Keynes che nel 1936 rese pubblici dei

manoscritti newtoniani sull'alchimia, dei quali era entrato in possesso

ad un'asta. Altri eminenti alchimisti del mondo occidentale furono

 Ruggero Bacone, San Tommaso d'Aquino,Tycho BraheThomas Browne,

ed il Parmigianino. Il declino dell'alchimia iniziò nel XVIII secolo con la

nascita della chimica moderna, che fornì una più precisa e reale

struttura per le trasmutazioni della materia, e la medicina, con un nuovo

grande disegno dell'universo basato sul materialismo razionale.

La storia dell'alchimia è diventata un prolifico campo per speculazioni

accademiche.Via via che l' ermetico linguaggio degli alchimisti andava

gradatamente decifrato, gli storici hanno cominciato a trovare

connessioni intellettuali tra quella disciplina ed altre componenti della

storia culturale occidentale, come le società mistiche, del tipo di

quella dei Rosacroce, la stregoneria e naturalmente l'evoluzione della 

scienza e della filosofia.

 

alchimia

Fonti:Wikipedia

 
 
 

Alchimia

Post n°11 pubblicato il 27 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 

L'alchimia è un'antica pratica protoscientifica che combina elementi

di chimicafisicaastrologiaarte,semioticametallurgiamedicina

misticismo e religione. Vi sono tre grandi obiettivi che si propongono gli

alchimisti. Il più importante traguardo dell'alchimia è latrasmutazione dei

metalli in oro o argento. In secondo luogo, essi tentarono di creare la panacea 

universale, un rimedio che dovrebbe curare tutte le malattie e prolungare

indefinitamente la vita. La pietra filosofale era la chiave per questi obiettivi.

Questa sostanza di tipo etereo (che potrebbe essere una polvere, un liquido o

una pietra) avrebbe avuto il potere di rendere possibili entrambe. Il terzo obiettivo

consisteva nel creare la vita e nel dare l'onniscienza.

L'alchimia è considerata da molti -erroneamente- come precursore della chimica

moderna prima della formulazione del metodo scientifico, infatti l'alchimia, oltre

ad essere una disciplina fisica e chimica, implicava un'esperienza di crescita ed un

processo di liberazione e di salvezza dell'artefice dell'esperimento. In quest'ottica la

scienza alchemica veniva metafisicizzata e sacralizzata, assumendo

connotati mistici e soteriologici, cosicché i processi e simboli alchemici posseggono

sovente un significato interiore relativo allo sviluppo spirituale in connessione

con quello prettamente materiale della trasformazione fisica.

Il termine alchimia deriva dall'arabo al-kimiya o al-khimiya (الكيمياء o الخيمياء),

che è probabilmente composto dall'articolo al- e la parola greca khymeia (χυμεία)

che significa "fondere", "colare insieme", "saldare", "allegare", ecc.

(da khumatos, "che è stato colato, un lingotto"). Un'altra etimologia collega la

parola con Al Kemi, che significa "l'arte egizia", dato che gli antichi Egiziani 

chiamavano la loro terra Kemi ed erano considerati potenti maghi in tutto il

mondo antico.

Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa

"succo per fare l'oro".

Fonti: Wikipedia

 
 
 

Breve introduzione delle radici concettuali dell'ALCHIMIA

Post n°10 pubblicato il 27 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 

L’Alchimia è stata una cultura di antichissima formazione. Già si conoscono

tracce del pensiero alchemico fin dalla età del ferro ed in particolare dalla

antica cultura della Cina. L’Alchimia Cinese si fondò sulla base della

alternanza di due principi complementari detti YANG-YIN - che

generavano una unione di opposti YANG (Cielo - Sole - Maschio)

(YIN -Terra- Luna -Femmina), capaci di realizzare tra di loro inversione di

proprietà attive e passive generalmente simbolizzata da un cerchio in cui

una doppia spirale a rotazione inversa genera un polo nero in un semi-campo

bianco e viceversa un polo bianco nell’altro semi-campo nero.



 

 

 
 
 

La legge del tre

Post n°9 pubblicato il 04 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 

Anche in stregoneria ci sono delle regole. Ricordatevi sempre di non fare agli altri quello che

non volete fosse fatto a voi, poiché esiste la legge del tre. Questa legge fa si che tutto quello

che fate vi torni indietro moltiplicato per tre. Vale dire che chi scaglia una forza usando

la magia, avendo in mente un danno contro terzi, riceverà di ritorno la stessa forza

moltiplicata per tre.

"BADA BENE ALLA LEGGE DEL TRE:

PER TRE VOLTE LE TUE AZIONI TORNERANNO A TE.

QUESTA LEGGE, BENE DEVI IMPARARE,

CHE LEGA IL RICEVERE AL MERITARE."

 
 
 

Magia e Wicca... realtà o semplicemente moda?

Post n°8 pubblicato il 04 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 
Foto di coccinellaaapois

Un fenomeno dei nostri giorni è costituito dal gran parlare che si fa intorno alla « magia »

e alla « Wicca ». La magia e wicca sono quasi di moda, e riferimenti ad essa sono rilevabili

non pure in una letteratura varia ma anche in altri domini, il cinema non escluso.

I libri sulla wicca si moltiplicano. Probabilmente sono due le cause fondamentali che hanno

propiziato il fenomeno « occulto »: da una parte, la soffocante concezione del mondo propria

al materialismo; dall'altra, il fatto che la religione dominante, si è mostrata sempre meno

capace di dare qualcosa di più, qualcosa di trascendente, di là da ciò che è semplice

dogma, liturgia, devozione, pratica confessionale. Così si è cercato altrove.

Ma nel caso dell'interesse per la magia e la religione wicca vi è qualcosa di specifico

perché esse hanno un aspetto maggiormente attivo, e fanno pensare ad un possibile uso di forze

sovrasensibili per conseguire risultati concreti. Si potrebbe parlare di una mania per la wicca o

la magia, ma non è che con questo voglio dire che la magia è una pura superstizione.

Si potrebbe già rilevare che, di fatto, le ricerche della cosi detta « metapsichica » moderna,

hanno accertato, sotto severi controlli scientifici, la realtà oggettiva di una serie di fenomeni

extranormali. Ciò basterebbe per fondare scientificamente la « magia », se tali fenomeni non

fossero sporadici e così spesso legati a stati di una coscienza ridotta, come quelli dei medium,

ma fossero invece suscettibili ad essere prodotti anche secondo un metodo e in una perfetta

lucidità mentale. A riguardo ci sono interessanti supposizioni: Non si tratta di « arcani » e

di speciali operazioni occulte che chiunque possa compiere. E' inutile leggere qualche testo e

praticare esercizi meditativi per qualche anno, speranzosi di ottenere il soddisfacimento

di un desiderio compiendo un incantesimo o un sortilegio :)

Si tratta invece di vedere in quale misura è possibile far rivivere uno stato interiore, il rapporto

fra uomo e mondo che appartengono in gran parte al passato, a civiltà e ad un ambiente

radicalmente diversi da quelli dell'uomo di oggi.  

Per l'uomo di oggi, fra l'Io e la realtà, o natura, esiste una barriera. La realtà e la natura sono

qualcosa che esiste a sé, in una esteriorità spaziale : "Io qui e tutto il resto fuori da me!"

Questoè il GRANDE ERRORE!!  Nel mondo di cui la magia e la stregoneria facevano parte,

il mondo e l'io erano saldati organicamente. Quella barriera ( Io qui e il resto là ) era

labile, con la controparte di una percezione non semplicemente « fisica » della realtà. Da ogni

eventuale rimozione o attenuazione di quella barriera derivava peraltro una duplice possibilità.

Da un lato, era possibile che forze invisibili della realtà invadessero l'uomo dall'esterno,

dannengiando la sua personalità, creando dei « pericoli dell'anima », e allora si può

comprendere la ragion di tanti riti di protezione nelle civiltà antiche ed anche fra le

popolazioni primitive. Dall'altro lato, era possibile un movimento nel senso opposto, ossia che

l'uomo, rimossa quella barriera, penetrasse nella natura e su essa agisse appunto in termini di

« magia »o di Wicca Magica. Condizioni analoghe valevano anche per l'azione su altri esseri.

Questa è la condizione oggettiva affinché la magia non sia mera superstizione o suggestione,

ma una cosa seria. In una società civilizzata di tipo moderno la struttura esistenziale dell'uomo

e l'ambiente sono ormai essenzialmente diversi da quelli ora indicati. E’ così che possibilità

magiche, oltre che fra popolazioni esotiche rimaste ancora « primitive », possono rilevarsi, se mai,

nelle nostre campagne, fra persone nelle quali l'immaginazione ha ancora una potenza

particolare, una veemenza, ed essa non è stata paralizzata dall'intellettualismo che

caratterizza l'uomo moderno civilizzato, specie quello vivente in grandi complessi urbani

nei quali, è constatabile una specie di ulteriore « pietrificazione », dell'aspetto esterioristico

della realtà naturale che la rende ancor più impenetrabile. Occorrerebbe pertanto essere in grado

di riattivare lo stato nel quale "io e la natura sono la stessa cosa" di cui ho fatto sopra riferimento.

E’ ciò che i rituali magici in tempi meno remoti hanno cercato di fare, producendo forme di

esaltazione e di estasi capaci di « aprire », di ristabilire i contatti tra l'io e la natura. Ecco

perché, nel considerare le cose secondo realtà, la magia oggi può servire quasi esclusivamente

per divagare, oppure come un ingrediente a cui ricorre chi va in caccia di esperienze tanto

« intense », quanto torbide: il significato delle quali è quasi sempre quello di un surrogato per

supplire ad un inesistente senso profondo e saldamente radicato dell'esistenza. Il tutto,

peraltro, porta raramente di là dal campo soltanto soggettivo, mentre è reale il pericolo di finire

in forme spiritualmente regressive, tanto da aprirsi talvolta inconsideratamente a

forze « infere », ripresentandosi così i « pericoli dell'anima » di altri tempi, senza però che quasi

di essi ci si accorga.

Alyna  )O(

 
 
 

Capodanno pagano

Post n°7 pubblicato il 01 Novembre 2012 da coccinellaaapois
 

Buona sera a tutti :) 

Ieri sera ho festeggiato, come ogni anno, una tra le feste più belle e importanti della ruota dell'anno,celtico: Samhain. Quest'anno ho fatto le cose in maniera piuttosto semplice.. dalla preparazione del rituale, alle decorazioni, agli strumenti da usare fino ad ammassare il mio piccolo altare :)

Ognuno prepara e sceglie il rito in modo del tutto personale. Io ho semplicemente fatto una chiacchierata con me stessa e con gli Dei, riguardo a tutti i sbagli commessi durante il vecchio anno, ammettendo le mie colpe e le mie fragilità. Da lì, sono partite delle decisioni, su cosa cambiare in questo nuovo anno, su cosa tenere e su cosa migliorare.

Ma per darvi un'idea dei preparativi almeno dell'altare vi lascio due foto. :)

Auguro a tutti un buon nuovo anno :) 

)O( Alyna

 

Altare Samhain 2012





 

 



 

 

 


Questo è l'altare della mia migliore amica. Tratto dal Blog "Runa delle streghe" di 

Strega Althea



E questo è il mio piccolo altare :)

 

 
 
 

)O(

Post n°6 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da coccinellaaapois

Auguri Samhain

 
 
 

gufo

Gufo gufetto che guardi la Luna,

porta a chi legge tanta fortuna.

Aggiungi soldi, salute e amore:

questo è il mio augurio,

con tutto il cuore.

 

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