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Post n°498 pubblicato il 14 Giugno 2007 da fra.gas
PIRATERIA INFORMATICA E GUERRA DI CORSA PIRATI: SIMPATICI, MA TRUCULENTI, PERSONAGGI PROTAGONISTI DI FILM DI SUCCESSO, ANCHE IN QUESTI GIORNI SUGLI SCHERMI. PURTROPPO PER LORO, QUANDO CATTURATI VENIVANO IMMEDIATAMENTE IMPICCATI AL PENNONE PIU’ ALTO!
CORSARI: PERSONAGGI ALTRETTANTO TRUCULENTI, MA ASSAI MENO APPREZZATI DALLA CINEMATOGRAFIA, CHE DA TEMPO NON SI CURA PIU’ DI LORO. FORTUNATAMENTE PER LORO, SE CATTURATI NON VENIVANO IMPICCATI AL PENNONE PIU’ ALTO, PERCHE’ FORNITI DI PATENTE DI STATO CHE NE RICONOSCEVA LO STATO DI BELLIGERANTI! I PIU’ FORTUNATI FURONO ELEVATI AI PIU’ ALTI GRADI. CELEBERRIMI SIR FRANCIS DRAKE, VINCITORE DELLA INVINCIBILE ARMADA E “BLOODY”, IL SANGUINARIO SIR HENRY MORGAN, ESPUGNATORE DI PORTOBELLO, GLI E’ INTITOLATA LA FAMOSA VIA LONDINESE, DIVENUTO GOVERNATORE DELLA GIAMAICA. ULTIMI ESEMPI BELLICI: LE NAVI CORSARE TEDESCHE COME IL TEMIBILE ATLANTIS, CHE MASCHERATE DA INNOQUI MERCANTILI NEUTRALI, CATTURAVANO LE NAVI ALLEATE!
MODERNA VERSIONE DEI CORSARI SONO GLI ABILISSIMI HACKERS INGAGGIATI PER TUTELARE LA “SICUREZZA INFORMATICA” DELLE GRANDI COMPAGNIE!
CHI SONO GLI HACKERS?
Il New Hacker Dictionary, compendio online dove sono raccolti i termini gergali dei programmatori, elenca ufficialmente nove diverse connotazioni per la parola "hack" e un numero analogo per "hacker". Eppure la stessa pubblicazione include un saggio d'accompagnamento in cui si cita Phil Agre, un hacker del MIT che mette in guardia i lettori a non farsi fuorviare dall'apparente flessibilità del termine. "Hack ha solo un significato" - sostiene Agre - "Quello estremamente sottile e profondo di qualcosa che rifiuta ulteriori spiegazioni." Ed è qui che successivamente si colloca una diversa radice del termine hacker, la forma sostantiva del verbo inglese "to hack" che significa "tagliare", "sfrondare", "sminuzzare", "ridurre", "aprirsi un varco", appunto fra le righe di codice che istruiscono i programmi software. Un hacker era quindi uno che riduceva la complessità e la lunghezza del codice sorgente, con un "hack", appunto, una procedura grossolana ma efficace, che potrebbe essere tradotta in italiano come "zappata" o "accettata" (tagliata con l'accetta) o altrimenti con una "furbata". Rimanendo fedele alla sua radice, il termine indicava anche la realizzazione di programmi aventi l'unico scopo di divertire o di intrattenere l'utente, come "scrivere numeri romani" (cit. Richard Stallman). Con il restringimento della definizione, l'attività di computer hacking acquistò nuove connotazioni semantiche. Per potersi definire hacker, una persona doveva compiere qualcosa di più che scrivere programmi interessanti; doveva far parte dell'omonima cultura e onorarne le tradizioni allo stesso modo in cui un contadino del Medio Evo giurava fedeltà alla corporazione dei vinai. Pur se con una struttura sociale non così rigida come in quest'ultimo esempio, gli hacker di istituzioni elitarie come il MIT, Stanford e Carnegie Mellon iniziarono a parlare apertamente di "etica hacker": le norme non ancora scritte che governavano il comportamento quotidiano dell'hacer. Nel libro del 1984 "Hackers", l'autore Steven Levy, dopo un lungo lavoro di ricerca e consultazione, codificò tale etica in cinque principi fondamentali. Sotto molti punti di vista, i principi elencati da Levy continuano a definire l'odierna cultura del computer hacking. Eppure l'immagine di una comunità hacker analoga a una corporazione medievale, è stata scalzata dalle tendenze eccessivamente populiste dell'industria del software. A partire dai primi anni '80 i computer presero a spuntare un po' ovunque, e i programmatori che una volta dovevano recarsi presso grandi istituzioni o aziende soltanto per aver accesso alla macchina, improvvisamente si trovarono a stretto contatto con hacker di grande livello via ARPANET. Grazie a questa vicinanza, i comuni programmatori presero ad appropriarsi delle filosofie anarchiche tipiche della cultura hacker di ambiti come quello del MIT. Tuttavia, nel corso di un simile trasferimento di valori andò perduto il tabù culturale originato al MIT contro ogni comportamento malevolo, doloso. Mentre i programmatori più giovani iniziavano a sperimentare le proprie capacità con finalità dannose - creando e disseminando virus, facendo irruzione nei sistemi informatici militari, provocando deliberatamente il blocco di macchine quali lo stesso Oz del MIT, popolare nodo di collegamento con ARPAnet - il termine "hacker" assunse connotati punk, nichilisti. Quando polizia e imprenditori iniziarono a far risalire quei crimini a un pugno di programmatori rinnegati che citavano a propria difesa frasi di comodo tratte dall'etica hacker, quest'ultimo termine prese ad apparire su quotidiani e riviste in articoli di taglio negativo. Nonostante libri come "Hackers" avevano fatto parecchio per documentare lo spirito originale di esplorazione da cui nacque la cultura dell'hacking, per la maggioranza dei giornalisti "computer hacker" divenne sinonimo di "rapinatore elettronico". Nella cultura dell'hacking, ogni creazione semplice ed elegante riceve un'alta valutazione come si trattasse di scienza pura", scrive Randolph Ryan, giornalista del Boston Globe, in un articolo del 1993 incluso nella mostra in cui compariva la macchina della polizia. "L'azione di hack differisce da una comune goliardata perché richiede attenta pianificazione, organizzazione e finezza, oltre a fondarsi su una buona dose di arguzia e inventiva. La norma non scritta vuole che ogni hack sia divertente, non distruttivo e non rechi danno. Anzi, talvolta gli stessi hacker aiutano nell'opera di smantellamento dei propri manufatti". Il desiderio di confinare la cultura del computer hacking all'interno degli stessi confini etici appare opera meritevole ma impossibile. Nonostante la gran parte dell'hacking informatico aspiri al medesimo spirito di eleganza e semplicità, il medium stesso del software offre un livello inferiore di reversibilità. Smontare una macchina della polizia è opera semplice in confronto allo smantellamento di un'idea, soprattutto quando è ormai giunta l'ora per l'affermazione di tale idea. Da qui la crescente distinzione tra "black hat" (altrimenti chiamato cracker che è un hacker malintenzionato o con intenti criminali) e "white hat" ("cappello nero" e "cappello bianco") - hacker che rivolgono nuove idee verso finalità distruttive, dolose contro hacker che invece mirano a scopi positivi o, quantomeno, informativi.
Significati Volendo specificare tutti i vari ambiti in cui viene usato il termine "hacker", si possono evidenziare questi significati: 1. Qualcuno che conosce un modello di interfaccia di programmazione abbastanza bene da essere in grado di scrivere un software nuovo e utile senza troppa fatica, in una giornata o comunque rapidamente 2. Qualcuno che riesce ad inserirsi in un sistema o in una rete per aiutare i proprietari a prendere coscienza di un problema di sicurezza. Anche detti "white hat hacker" o "sneacker". Molte di queste persone sono impiegate in aziende di sicurezza informatica e lavorano nella completa legalità. Gli altri ricadono nella definizione precedente. 3. Qualcuno che, attraverso l'esperienza o per tentativi successivi, modifica un software esistente in modo tale da rendere disponibile una nuova funzione. Più che una competizione, lo scambio tra diversi programmatori di modifiche sui relativi software è visto come un'occasione di collaborazione. 4. Un "Reality Hacker" o "Urban Spelunker" (origine: MIT) è qualcuno che si addentra nei meandri più nascosti di una città, spesso mettendo a segno "scherzi" elaborati per il divertimento della comunità. Un Hacker in senso stretto è colui che associa ad una profonda conoscenza dei sistemi una intangibilità dell'essere, esso è invisibile a tutti eccetto che a sé stesso. Non sono certamente Hacker in senso stretto tutti coloro che affermano di esserlo, in un certo senso gli Hacker in senso stretto non esistono, perché se qualcuno sapesse della loro esistenza per definizione non esisterebbero. "Script kiddie" è un termine che indica un utente con poca o nessuna cultura informatica che segue semplicemente delle istruzioni o un "cook-book" senza capire il significato di ciò che sta facendo. Spesso viene utilizzato per indicare chi utilizza exploit creati da altri programmatori e hacker. Un "lamer" è uno script kiddie che utilizza ad esempio trojan (NetBus, subseven) per pavoneggiarsi con gli altri e far credere di essere molto esperto, ma in realtà non sa praticamente nulla e si diverte ad arrecare danno ad altri. Un "newbie" (niubbo) è una persona alle prime armi in questo campo. Un “cracker” è un hacker malintenzionato o con intenti criminali
Anch’io vittima, ma combattiva! Sono trascorsi più di due anni, un trojan, nonostante l’antivirus aggiornato che riuscì a mandare in crisi, mi devastò il computer, che dovetti abbandonare. Ma prima di accorgermene, riuscì ripetutamente, per pochi istanti, a connettermi a numeri telefonici di compagnie strane con costi d’accesso fantastiliardici! Feci debita denuncia, perdendo parecchio tempo in Questura, e feci bene! Credevo di esserne uscito indenne, non vedevo addebiti sulla mia bolletta Infostrada! Ma dopo qualche mese Telecom, di cui avevo il piacere di non essere più utente, mi inviò una bolletta stratosferica. Ingaggiai una dura battaglia contro tali corsari, nascosti nelle cale più remote dei call center e “esaltati” dal grido di battaglia: PAGA E NON ROMPERE! Ma scoprii indirizzi segreti del gigante telefonico, allora portato sugli scudi, che tempestai da e-mail, fax e raccomandate, inviate per conoscenza a giornali, rubriche televisive, Polizia Telefonica.. e chi più ne ha più ne metta! Vinsi la mia battaglia proprio nel giorno in cui il vascello di “Striscia la Notizia” mi si affiancava con una poderosa bordata di e-mail, quantomeno “arrabbiate”, consegnate al responsabile delle pubbliche relazioni di Telecom Italia. Ricevetti da un covo annidato nella provincia umbra una lettera che esordiva con una tirata d’orecchie a non frequentare i siti porno, ma lo giuro: il trojan l’avevo beccato mentre visitavo il sito CONSOB! Si concludeva però con “la restituzione in via del tutto eccezionale” della somma contestata! Moralmente avevo vinto la mia battaglia, avevo subito l’affondamento del mio computer ma avevo la “del tutto eccezionale” riconquista del bottino!
Nuovi agguati e tranelli! Nuovo computer, nuovo super Norton, ma le trappole continuano ad annidarsi nei mari del Web! Centinaia, migliaia di offerte di Viagra a prezzi stracciati, più o meno accompagnate da buoni consigli di esperte sessuologhe, segnalazioni tutte in inglese di Azioni di sconosciute società dai guadagni inimmaginabili, decine di lotterie spagnole ed olandesi vinte, per riscuotere basta pagare! Ma le e-mail che al momento vanno per la maggiore sono le offerte di vincite sicure e strabilianti in Casinò on-line dal successo assicurato e con fiches omaggio, ultimamente corredate da buoni consigli di amici sconosciuti! Ma soprattutto i cortesi inviti a tutelare gli innumerevoli conti correnti, tanto numerosi ed importanti per l’istituto che ti avvisa, che qualcuno di questi devi pur avercelo! E ce l’ho soprattutto con i troppi conti correnti, fortunatamente fino ad oggi non ho ricevuto richieste dalla mia banca , che devo sottoporre a verifica per possibili errori anagrafici, tanto gravi ed urgenti da comportare addirittura la chiusura del conto, temo con l’implicita perdita delle somme ivi depositate, cui non è forse estranea la requisizione di Stato decretata per conti e assicurazioni “dormienti”! Questo sarebbe un altro bell’argomento visto che l’INA ha lasciato dormire una polizza di mia moglie, senza interessi alcuni fino, alla scoperta che essa non era collegata con il rimborso della polizza principale, come avrebbe dovuto essere!
Sono almeno 3 al dì le cannonate che ricevo, e non c’è corazza antispam che resista. Alcune sono sgrammaticate e grossolane comunicazioni ai “membri” di tal o talaltro istituto di credito. Altre hanno tanto di marchi autentici, indirizzi di provenienza verosimili e contenuti più che credibili! E’ vero che timide segnalazioni di pericolo per la navigazione sono sui siti delle banche o nelle informazioni di “abuse on-line” ma alla guerra sistematica di corsa che blocca i traffici si deve rispondere con armi appropriate e affrontando la battaglia in campo aperto! Per questo ho ingaggiato l’ennesima battaglia contro i mulini a vento: re-invio l’e-mail a UNIONE CONSUMATORI ; sos consumatori ; poste.it ; ; INTESA ; Consumatori Bologna ; Altroconsumo ; abuse@libero.it ; ABI ; antitrust@agcm.it e per conoscenza agli “amici” di cui ho l’indirizzo tra cui giornali, sindacalisti e parlamentari….
Debbo pubblicamente dar atto a Banca di Roma di avermi addirittura telefonato per ringraziarmi e garantirmi l’impegno a stroncare gli assalti pirateschi, ed alle parole sono evidentemente seguiti i fatti, visto che tale Istituto, come anche IW bank, sono scomparsi dai camuffamenti dei corsari! Successo purtroppo non conseguito da Intesa San Paolo e soprattutto dalla invincibile armada di Poste Italiane, i cui galeoni sono da più lungo tempo i preferiti dai corsari, a cui vorrei sapere da chi è garantita l’immunità! Le accompagno da qualche giorno con una dichiarazione di guerra:
“Trovo offensivo che possa esservi chi impunemente cerca sistematicamente, tutti i giorni, più volte al giorno di truffare ignari ed ingenui Cittadini, che appaiono privi di ogni tutela e di diritti per un'eventuale rivalsa. Personalmente ritengo corresponsabili quegli interessati che non svolgono un'attiva azione di perseguimento, anche penale, dei responsabili di questi reati, a cui va dato comunque atto di tentare un minimo di informazione per una mera difesa passiva! Da oggi diffonderò questo mio appello ad ogni e-mail truffaldina ricevuta!
DIFFONDETE E SOLLECITATE CHI RITENETE IN GRADO O IN DOVERE DI AGIRE!”
Franco Gasparini
Consulente di Organizzazione Aziendale
Promotore del movimento:
FACCIAMOLI SMETTERE!
Post n°497 pubblicato il 16 Marzo 2007 da fra.gas
Parlavo con l'amico Franco Malagrinò, anche lui Socialista, ex Presidente del quartiere Savena, anche se oggi vicino o aderente ai Ds. Tema il futuribile Partito Democratico e le attuali tornate congressuali, argomento il deficit di vero riformismo e di concezione libertaria che caratterizzava e caratterizza la cultura Socialista! Esempio la Famiglia: d'accordo sul fatto che non serve una legge per ogni cosa, non servono DICO o PAX per regolare i rapporti tra persone che si amano, bastano un testamento, una polizza assicurativa, cointestare un bene.... per concretizzare una LIBERA SCELTA. Basta dare concretezza allo stare bene e LIBERAMENTE insieme, bastano gli strumenti civili a disposizione. La reversibilità della pensione: riguarda la legge che la regola, deve valere il diritto del convivente? Giusto allora é civile e libertario che si equipari all'assicurazione vita dove é il "titolare" a destinarne l'erogazione a moglie, figlio, perché no amante, dopo la sua morte. Lui, che convive da vent'anni con Barbara, con un ragazzino ormai grande, domanda a me: "perché dovrei mandare a mia "moglie" una burocratica ed umiliante raccomandata?" HA RAGIONE! FG DICO /CAFFARRA"E' l'abolizionedell'uomo" Le parole del Cardinale sono rilanciate oggi dall'Agenzia dei Vescovi. Il porporato: "L'uomo non deve arrivare a credere di non essere più capace di scelte definitive" Bologna, 15 marzo 2007 . - "Noi diciamo di non mettersi su questa strada perche' il vero rischio che corriamo e' 'l'abolizione' dell'uomo ". Lo ha detto ieri sera, a Catanzaro, il Cardinal Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, parlando dei Dico a margine del secondo convegno nazionale del Movimento apostolico, nato nel capoluogo calabrese il 3 novembre del 1979 su iniziativa di una laica, Maria Marino ed oggi riconosciuto dalla Conferenza episcopale calabra.
Post n°496 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da fra.gas
Tag: BOLOGNA SONO POCHE LE ICONE DI BOLOGNA, PURTROPPO OGGI SE NE E' PERSA UNA! RICORDIAMOCI DI "SPOMETI" IL LUTTOE' morto Dino Sarti il cantore di Bologna Il cantante e showman bolognese è morto all'ospedale di Bentivoglio, dove era ricoverato per una grave malattia. Lo ha reso noto Corrado Castellari, autore delle musiche di tutti i successi dell' artista Bologna, 11 febbraio 2007 - Uno chansonnier rivisitato in chiave bolognese: era questa l'anima artistica di Dino Sarti, nato sotto le Due Torri il 20 novembre 1936 e morto in seguito ad una grave malattia all'ospedale di Bentivoglio. A dare la notizia della sua scomparsa e' stato Corrado Castellari, autore per molti cantanti (da Mina a Ornella Vanoni, da Fabrizio De Andre' a Michele, che nel '67 interpreto' 'Susan dei marinai', il suo primo hit) e realizzatore delle musiche di tutti i successi di Sarti.
Post n°495 pubblicato il 03 Febbraio 2007 da fra.gas
LETTERATURA Bologna celebra Giosuè Carducci Ricco programma per il centenario della morte del poeta toscano che insegnò per molti anni all'Ateneo felsineo e che spirò nella sua casa bolognese il 16 febbraio 1907 all'età di 72 anni Visitate i Tags: Carducci
Bologna, 31 gennaio 2007 - Un francobollo speciale, l'inaugurazione del nuovo Museo Archivio di Castagneto (Livorno), decine di convegni e conferenze, una mostra a Bologna sui miti della bellezza nella letteratura italiana dell'Ottocento, spettacoli teatrali e musicali: sono questi alcuni degli eventi del ricco programma per ricordare il centenario della morte di Giosuè Carducci, il poeta toscano morto a Bologna il 16 febbraio 1907 all'età di 72 anni. La Bologna dove Carducci insegnò a lungo nella sua università avrà un posto di rilievo nelle celebrazioni commemorative. GRAN BALLO IN MASCHERA 2007 'Il Gatto con gli stivali ed altre storie' Pochi giorni al via dell'appuntamento più glamour dell'anno giunto alla quinta edizione. Quest'anno la serata sarà dedicata al mondo delle favole Bologna, 29 gennaio 2007 - Il Gran Ballo in Maschera come ogni anno è il primo appuntamento della città con i festeggiamenti del Carnevale ed il riferimento più importante di questo periodo, per il quinto anno consecutivo organizzato dalla Goldenlion, in collaborazione con Banca Sara-Banca della Rete e col patrocinio del Quartiere S.Stefano.
Post n°494 pubblicato il 07 Gennaio 2007 da fra.gas
Il punto della fuga SCOPPIO DI SAN BENEDETTO Sono impegnato nel cercare la verità, con i familiari del caro Simone. Per ora riesco e posso curare solo una succinta rassegna stampa! ESPLOSIONE SAN BENEDETTO Fondi per i lavori di ricostruzione Il sindaco di Monterenzio: Trovato il punto della fuga di gas Il procuratore ha concesso a Hera di effettuare i lavori per il ripristino dell'erogazione del gas decidendo dove far passare le tubature tenedo conto delle caratteristiche geologiche della zona Bologna, 6 gennaio 2007 - Dopo gli scavi che ieri hanno permesso di trovare il punto in cui è avvenuta la fuga di gas che il 23 dicembre scorso ha distrutto una palazzina nellaf razione di Monterenzio, sull'appennino bolognese, di San Benedetto del Querceto che è costata la vita a cinque persone, la Procura di Bologna ha deciso di revocare il sequestro dell'intera area e di revocare «i provvedimenti relativi ai materiali residui dell'edificiodistrutto».
Periti al lavoro, cominciati gli scavi La rabbia dei superstiti: 'Ormai è tardi' Bologna, 4 gennaio 2007 - Sono cominciati verso le 14 i lavori di scavo a San Benedetto del Querceto, frazione di Monterenzio, sull'Appennino bolognese, dove lo scorso 23 dicembre lo scoppio di una palazzina per una fuga di gas ha causato cinque morti . Dopo l'udienza lampo di stamattina durante la quale é stato conferito l'incarico da parte dei magistrati bolognesi Luigi Persico e Antonella Scandellari, i due periti dell'accusa - Maurizio Pellegrini, oridnario di geologia applicata all'Università di Modena e Reggio Emilia e Massimo Bardazza, esperto di impiantistica e incidenti alle reti di distribuzione del gas - sono saliti a Monterenzio per seguire i lavori di scavo che porteranno alla luce il tubo di alimentazione da cui c'é stata la fuoriuscita di gas. Con loro anche alcuni periti di parte. Tra le parti lese erano presenti oggi la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Monterenzio e la parrocchia di San Benedetto. Assente invece la Provincia. I due esperti dovranno rispondere ai quesiti posti loro dai magistrati che hanno inviato 24 avvisi di garanzia in cui vengono ipotizzati i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Dovranno dire se l'impianto é stato costruito in maniera adeguata rispetto alla conformazione del territorio, se gli interventi posti in essere quella mattina sono stati idonei e adeguati, se il manometro situato a Ozzano con il compito di registrare i picchi di pressione della rete indicando eventuali anomalie é sufficiente per controllare l'intera rete della Valle dell'Idice e se ci sono sufficienti valvole di sicurezza sulla rete. All'udienza, che é iniziata alle 11 e terminata alle 11.50, hanno partecipato in tutto una 70 di persone tra legali delle vittime, delle parti lese (presenti gli avvocati di Regione, parrocchia di San Benedettodel Querceto, Comune di Monterenzio; assente invece il legale rappresentante della Provincia), dei 24 indagati e anche della Tav, che era stata convocata in Procura, come interessata, quale possibileresponsabile civile della tragedia. Proprio a San Benedetto del Querceto, infatti, la società che sta realizzando la tratta dell'alta velocita' ha aperto un cantiere. Cantiere che movimenta un'enorme quantità di terra e che quindi potrebbe essere corresponsabile dello scoppio. Per rispondere a quest'ultima domanda la Procura si affiderà appunto all'opera del geologo Pellegrini. Un documento del 2001 dell'autorità del bacino del Reno dedicato agli strati del terreno di San Benedetto del Querceto segnala consistenti problemi geologici, problemi che - viene detto - hanno fatto inclinare leggermente il campanile della chiesa. Segno di terreno che si muove. Il documento dell'autorità del bacino del Reno conclude sottolineando che bisogna valutare l'impatto dei grandi valori che vengono compiuti nella zona, interessata soprattutto dai cantieri dell'alta velocità ferroviaria. Il documento é tra i documenti dell'inchiesta condotta del Procuratore aggiunto Luigi Persico e dal sostituto Antonella Scandellari. online@quotidiano.net Paruolo: "E' stato un errore, L'assessore alla Sanità: "Giusto partecipare ai funerali di San Benedetto. Ma basta polemiche". Merola: "la vicinanza istituzionale con i paesi colpiti c'è stata tutta". E il centrodestra attacca: "Sono sempre più distanti dai cittadini" Bologna, 3 gennaio 2007 - MOLTI no comment che tradiscono qualche imbarazzo. Mezze frasi (a taccuini chiusi) che lo confermano. Fra gli assessori di Palazzo d’Accursio non si parla volentieri dell’assenza di una rappresentanza del Comune ai funerali di due delle cinque vittime dello scoppio della palazzina di San Benedetto del Querceto. Esequie pubbliche celebrate sabato scorso a Monterenzio dal cardinale Carlo Caffarra. di Luca Orsi Domani tecnici al lavoro Traffico bloccato nella valle dell'Idice Lo stop alla circolazione per permettere ai tecnici di controllare la condotta del gas che passa sotto la strada provinciale 22 Bologna, 3 gennaio 2007 - Traffico bloccato domani nella zona di San Benedetto sul Querceto per permettere ai tecnici gli accertamenti dopo il crollo della palazzina in cui hanno perso la vita cinque persone. "Nessun rattoppo delle vecchie tubature" si raccomanda il primo cittadino "altrimenti rischiamo un'altra tragedia" Bologna, 8 gennaio 2007 -"Ripristinare la rete del gas cosi' com'e', vorrebbe dire aspettare la prossima disgrazia". Il sindaco di Monterenzio, Giuseppe Venturi non usa giri di parole. E dice chiaro e tondo che dopo il disastro del 23 dicembre scorso, il sistema di distribuzione di metano nella frazione di San Benedetto del Querceto deve cambiare. E profondamente. Ragion per cui, ora che e' terminata quella che la Procura ha piu' volte definito come l'"autopsia del tubo", il primo cittadino spiega che non ci si puo' limitare a rattoppare la falla che ha provocato l'esplosione. Avviata una sottoscrizione dalla Banca di credito cooperativo di Monterenzio: l'obiettvo è offrire un supporto economico ai familiari del pompiere volontario rimasto ucciso e del collega rimasto gravemente ferito Bologna, 12 gennaio 2007 - Un aiuto economico a favore delle famiglie del vigile del fuoco volontario deceduto e di quello rimasto gravemente ferito in seguito all'esplosione di San Benedetto del Querceto il 23 dicembre. Questo l'obiettivo della sottoscrizione in denaro, avviata con un versamento di 10.000 euro, è stata aperta dalla Banca di credito cooperativo di Monterenzio (Bologna).
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Inviato da: edmondo2000
il 16/06/2008 alle 11:41
Inviato da: agboccea
il 06/08/2007 alle 20:33
Inviato da: fiorideldesertoo
il 11/07/2007 alle 15:57
Inviato da: fra.gas
il 17/06/2007 alle 10:17
Inviato da: fra.gas
il 17/06/2007 alle 06:17