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GIUSTIZIA PER LE VITTIME

Post n°494 pubblicato il 07 Gennaio 2007 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

Il punto della fuga

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO

immagine Sono impegnato nel cercare la verità, con i familiari del caro Simone. Per ora riesco e posso  curare solo una succinta rassegna stampa! immagine

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ESPLOSIONE SAN BENEDETTO

Fondi per i lavori di ricostruzione
e aiuti alle famiglie dei vigili del fuoco

Il sindaco di Monterenzio:
"Serve una nuova rete di distribuzione metano"

Trovato il punto della fuga di gas
La procura dissequestrata l'area

Il procuratore ha concesso a Hera di effettuare i lavori per il ripristino dell'erogazione del gas decidendo dove far passare le tubature tenedo conto delle caratteristiche geologiche della zona

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO Bologna, 6 gennaio 2007 - Dopo gli scavi che ieri hanno permesso di trovare il punto in cui è avvenuta la fuga di gas che il 23 dicembre scorso ha distrutto una palazzina nellaf razione di Monterenzio, sull'appennino bolognese, di San Benedetto del Querceto che è costata la vita a cinque persone, la Procura di Bologna ha deciso di revocare il sequestro dell'intera area e di revocare «i provvedimenti relativi ai materiali residui dell'edificiodistrutto».

Il procuratore aggiunto Luigi Persico, che insieme al sostituto Antonella Scandella riconduce l'inchiesta che vede 24 indagati, ha poi concesso la facoltà «a Hera Bologna Srl nella sua qualità di concessionaria del servizio di erogazione del gas di effettuare i lavori necessari per ristrutturare la rete di distribuzione con l'onere di valutare nella sua autonoma responsabilità e competenza l'opportunità di spostare dal centro urbano le condutture a media pressione, di installare idonei apparati di sicurezza e di intercettazione del flusso del gas», ma soprattutto «di tenere presenti nella progettazione le caratteristiche geologiche della zona e i constatati fenomeni attuali di microfranosità, elementi questi che il principio di precauzione impone di segnalare».

 

Periti al lavoro, cominciati gli scavi

La rabbia dei superstiti: 'Ormai è tardi'

Bologna, 4 gennaio 2007 - Sono cominciati verso le 14 i lavori di scavo a San Benedetto del Querceto, frazione di Monterenzio, sull'Appennino bolognese, dove lo scorso 23 dicembre lo scoppio di una palazzina per una fuga di gas ha causato cinque morti .

Dopo l'udienza lampo di stamattina durante la quale é stato conferito l'incarico da parte dei magistrati bolognesi Luigi Persico e Antonella Scandellari, i due periti dell'accusa - Maurizio Pellegrini, oridnario di geologia applicata all'Università di Modena e Reggio Emilia e Massimo Bardazza, esperto di impiantistica e incidenti alle reti di distribuzione del gas - sono saliti a Monterenzio per seguire i lavori di scavo che porteranno alla luce il tubo di alimentazione da cui c'é stata la fuoriuscita di gas.

Con loro anche alcuni periti di parte. Tra le parti lese erano presenti oggi la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Monterenzio e la parrocchia di San Benedetto. Assente invece la Provincia.

I due esperti dovranno rispondere ai quesiti posti loro dai magistrati che hanno inviato 24 avvisi di garanzia in cui vengono ipotizzati i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Dovranno dire se l'impianto é stato costruito in maniera adeguata rispetto alla conformazione del territorio, se gli interventi posti in essere quella mattina sono stati idonei e adeguati, se il manometro situato a Ozzano con il compito di registrare i picchi di pressione della rete indicando eventuali anomalie é sufficiente per controllare l'intera rete della Valle dell'Idice e se ci sono sufficienti valvole di sicurezza sulla rete.

All'udienza, che é iniziata alle 11 e terminata alle 11.50, hanno partecipato in tutto una 70 di persone tra legali delle vittime, delle parti lese (presenti gli avvocati di Regione, parrocchia di San Benedettodel Querceto, Comune di Monterenzio; assente invece il legale rappresentante della Provincia), dei 24 indagati e anche della Tav, che era stata convocata in Procura, come interessata, quale possibileresponsabile civile della tragedia.

Proprio a San Benedetto del Querceto, infatti, la società che sta realizzando la tratta dell'alta velocita' ha aperto un cantiere. Cantiere che movimenta un'enorme quantità di terra e che quindi potrebbe essere corresponsabile dello scoppio. Per rispondere a quest'ultima domanda la Procura si affiderà appunto all'opera del geologo Pellegrini.

Un documento del 2001 dell'autorità del bacino del Reno dedicato agli strati del terreno di San Benedetto del Querceto segnala consistenti problemi geologici, problemi che - viene detto - hanno fatto inclinare leggermente il campanile della chiesa. Segno di terreno che si muove.

Il documento dell'autorità del bacino del Reno conclude sottolineando che bisogna valutare l'impatto dei grandi valori che vengono compiuti nella zona, interessata soprattutto dai cantieri dell'alta velocità ferroviaria. Il documento é tra i documenti dell'inchiesta condotta del Procuratore aggiunto Luigi Persico e dal sostituto Antonella Scandellari.


online@quotidiano.net


Paruolo: "E' stato un errore,
il Comune doveva esserci"
Da Palazzo: "Caso sfortunato''

L'assessore alla Sanità: "Giusto partecipare ai funerali di San Benedetto. Ma basta polemiche". Merola: "la vicinanza istituzionale con i paesi colpiti c'è stata tutta". E il centrodestra attacca: "Sono sempre più distanti dai cittadini"
DOMANI TECNICI AL LAVORO, TRAFFICO BLOCCATO NELLA VALLE DELL'IDICE


CROLLO DELLA PALAZZINA: La Cgil sfida Hera sulla sicurezza: 'Dimostri che è una vera priorità' Bologna, 3 gennaio 2007 - MOLTI no comment che tradiscono qualche imbarazzo. Mezze frasi (a taccuini chiusi) che lo confermano. Fra gli assessori di Palazzo d’Accursio non si parla volentieri dell’assenza di una rappresentanza del Comune ai funerali di due delle cinque vittime dello scoppio della palazzina di San Benedetto del Querceto. Esequie pubbliche celebrate sabato scorso a Monterenzio dal cardinale Carlo Caffarra.

Anche il sindaco — appena rientrato in città da una vacanza a Cuba — sceglie di non commentare. Poi Giuseppe Paruolo, assessore alla Sanità e alla Comunicazione, della Margherita, rompe il ghiaccio. E dice, sia pure con toni soft, il parere che altri suoi colleghi di giunta hanno preferito non rendere pubblico: «Occorre il coraggio di riconoscere che una nostra presenza ai funerali sarebbe stata opportuna».

Il cerimoniale, spiega Gianni Sofri, presidente ds del consiglio comunale, in questo caso non prevedeva alcun obbligo. Ma «certo c’è un problema di buon gusto e di attenzione, da parte di tutti noi, me compreso». E dunque questa tragedia «avrebbe richiesto la nostra partecipazione».Qualcosa non ha funzionato. Un ‘vuoto’ di attenzione istituzionale «causato forse dalla pausa natalizia», commenta Paruolo. Dovuto «a fatti banali e occasionali riconducibili all’anomalia di questi giorni, di un periodo in cui molta gente non è in città», dice Sofri. Che esclude però «ogni intenzionalità».

E trova anzi «spiacevole che ci sia chi insinua il dubbio» di un’assenza dovuta all’imbarazzo del Comune, azionista di riferimento in Hera, una delle aziende finite sotto inchiesta per lo scoppio. La mancata partecipazione del Comune ai funerali è stata solo frutto «di circostanze sfortunate». Resta «l’amarezza per le polemiche e per qualche peccato di omissione».

LE POLEMICHE sono state sollevate dal centrodestra. L’accusa mossa a sindaco e giunta è di essere sempre più distanti dai cittadini e dalla comunità bolognese. Critica respinta da Virginio Merola, assessore alla Casa del Comune. Che replica: «La vicinanza istituzionale con le comunità colpite c’è stata tutta». E spiega di avere «parlato direttamente con i sindaci di Monterenzio e Monzuno», sabato mattina, una settimana dopo la tragedia. E di avere «espresso da parte del sindaco Cofferati tutte le condoglianze e la vicinanza del Comune».

IL DIESSINO invita il centrodestra «a evitare strumentalizzazioni di parte». Sulla stessa linea anche Paruolo: «Trovo che il mare di polemiche che si sta sollevando sappia molto di una strumentalizzazione che non merita di essere fatta».L’assessore — che qualche giorno fa era a San Benedetto Val di Sambro per la commemorazione delle vittime del Rapido 904 — ricorda come il Comune «sia sempre impegnato nella solidarietà verso le famiglie delle vittime delle tragedie che hanno colpito il nostro territorio». Insomma, se da un lato ci può essere «il rammarico per non esserci stati in questa occasione», dall’altro, «soprattutto viste le circostanze, tutte queste polemiche mi sembrano inopportune».

di Luca Orsi
Domani tecnici al lavoro
Traffico bloccato nella valle dell'Idice
Lo stop alla circolazione per permettere ai tecnici di controllare la condotta del gas che passa sotto la strada provinciale 22

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO Bologna, 3 gennaio 2007 - Traffico bloccato domani nella zona di San Benedetto sul Querceto per permettere ai tecnici gli accertamenti dopo il crollo della palazzina in cui hanno perso la vita cinque persone.

La notizia e' diffusa oggi dall'ufficio stampa della Provincia di Bologna. "Per consentire l'esecuzione di accertamenti tecnici sulla condotta del gas che passa sotto la strada provinciale 22 'Valle dell'Idice-Sp 65'", si legge nella nota, il Settore viabilita' della Provincia "dispone l'istituzione di interruzione totale del transito in entrambi i sensi di marcia dal chilometro 0+000 al chilometro 0+300 della medesima stradaprovinciale, dalle 8 di giovedi' 4 gennaio fino al termine degli accertamenti". Per i veicoli provenienti da Bologna diretti verso Quinzano-Loiano il traffico sara' deviato sulla stradacomunale "viabilita' di cantiere Cavet" direzione Quinzano-Loiano, mentre per quelli provenienti daLoiano-Quinzano diretti verso Bologna, sulla strada comunale "viabilita' di cantiere Cavet" direzioneper Monterenzio-Bologna.

L'apposita segnaletica sara' a cura del Comune di Monterenzio.

 

"Nessun rattoppo delle vecchie tubature" si raccomanda il primo cittadino "altrimenti rischiamo un'altra tragedia"

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO Bologna, 8 gennaio 2007 -"Ripristinare la rete del gas cosi' com'e', vorrebbe dire aspettare la prossima disgrazia". Il sindaco di Monterenzio, Giuseppe Venturi non usa giri di parole. E dice chiaro e tondo che dopo il disastro del 23 dicembre scorso, il sistema di distribuzione di metano nella frazione di San Benedetto del Querceto deve cambiare. E profondamente. Ragion per cui, ora che e' terminata quella che la Procura ha piu' volte definito come l'"autopsia del tubo", il primo cittadino spiega che non ci si puo' limitare a rattoppare la falla che ha provocato l'esplosione.

Questo, pero', sara' quello che di fatto dovrebbe accadere nei prossimi giorni, quando, come spiega Venturi, Hera dovrebbe intervenire per sistemare definitivamente le tubature. Ma "questo non mi preoccupa, perche' la situazione verra' monitorata. L'importante e' che la situazione non resti cosi' com'e' ora", dice il primo cittadino di Monterenzio.

Che annuncia che il prossimo 16 gennaio, in occasione di un incontro tra Hera e il comitato dei Comuni serviti dall'azienda, presentera' tre richieste ben precise, messe nero su bianco in un documento che presentera' alla riunione. E la prima riguardera' proprio le tubature di gas a media pressione, quelle piu' pericolose, che, afferma Venturi, "andranno spostate fuori dal paese, perche' a San Bendetto del Querceto le frane sono all'ordine del giorno e i tubi non stanno fermi, come dimostrano i guasti del 1999 e del 2000". E i lavori dovranno partire entro "la prossima primavera".

Ma non basta.Perche' sempre secondo Venturi, da rivedere e' anche il protocollo di emergenza di Hera,che presenta diversi motivi di lentezza. Il protocollo dell'azienda, in caso di emergenza, ricorda il primo cittadino, prevede infatti che intervengano due squadre, "e se la prima vede che il guasto e' sulla media pressione, allora chiama la seconda", ma il tempo ovviamente passa. Altro problema, poi, e' quello della reperibilita'. Perche', spiega Venturi, "le squadre non sono sempre presenti in sede e questa e' un'altra perdita di tempo".

Infine, il sindaco di Monterenzio e' deciso a chiedere che venga installato un sistema di telecontrollo, che segnali automaticamente i cali di pressione e quindi altri eventuali guasti in ogni cabina di decompressione. Ma quanto tempo ci vorra' per mettere il paese in sicurezza? Poco, assicura Venturi che dice: "Alcuni lavori" per riparare i danni dopo lo scoppio "sonogia' iniziati. Entro fine febbraio il nostro Comune potra' anticipare dei fondi, ma sappiamo gia' di poter contare su altre risorse della Protezione civile" e comunque per ora l'approvvigionamento di gas e' assicurato dalle tubature a bassa pressione. Problemi infrastrutturali a parte, poi, il sindaco dice la sua anche sulla inchiesta giudiziaria in corso: "Per ora siamo stati riconosciuti come parte lesa, ma se l'inchiesta accertera' che ci sonodelle responsabilita', ci costituiremo anche parte civile".

Avviata una sottoscrizione dalla Banca di credito cooperativo di Monterenzio: l'obiettvo è offrire un supporto economico ai familiari del pompiere volontario rimasto ucciso e del collega rimasto gravemente ferito

ESPLOSIONE SAN BENEDETTO Bologna, 12 gennaio 2007 - Un aiuto economico a favore delle famiglie del vigile del fuoco volontario deceduto e di quello rimasto gravemente ferito in seguito all'esplosione di San Benedetto del Querceto il 23 dicembre. Questo l'obiettivo della sottoscrizione in denaro, avviata con un versamento di 10.000 euro, è stata aperta dalla Banca di credito cooperativo di Monterenzio (Bologna).

Accanto a questa iniziativa (per contribuire cc N.10.000 presso la Bcc di Monterenzio, o C 08672 36940 010000010000 per versamenti da altre banche) è stato stanziato un plafond di 2.000.000 per interventi di recupero destinato a finanziamenti di massimo 50.000 euro a un tasso agevolato del 3% per cinque anni.

Infine, in accordo con l'amministrazione comunale di Monterenzio, Bcc e Comune hanno contribuito entrambi con 10.000 euro al recupero della chiesa e della casa colonica.

 
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