Scheda Nome e CognomeLuigi Zamboni
Bologna 1772 - 1795 Dove si trovavia Strazzacappe 2 (ang. via Galliera) - Bologna, BO Categoriapatria e libertàSegnalato daEDC
A Zamboni e
De Rolandis, studenti all'Università di Bologna, molte fonti attribuiscono l'invenzione del tricolore italiano nel 1794, sul modello di quello francese; spinti dalle idee della Rivoluzione, ordirono una congiura per abbattere il governo pontificio a Bologna. Furono però catturati; Zamboni si impiccò (o fu strangolato da criminali compagni di cella) e De Rolandis fu giustiziato.
(Testo)
IN QUESTA CASA
LUIGI ZAMBONI BOLOGNESE
CON L'ASTIGIANO G.B.DE ROLANDIS
SOGNÓ LA LIBERTÁ
NE PREPARÓ E NE TENTÓ L'AVVENTO
MA TRADITO E CHIUSO IN CARCERE
PREFERÍ AL CAPESTRO DEL PAPA
QUELLO CHE EGLI STESSO SI FECE
E NELLA NOTTE TRA IL XVII E IL XVIII AGOSTO
MDCCXCV
GITTÓ LA VITA PER QUESTA NOVA ITALIA
CHE LO RICORDA PRECURSORE DE' SUOI MARTIRI
GRATA LIBERA SICURA
http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=2111
La storia ritrovata: I martiri del Risorgimento e la bandiera italiana
di Paolo Battisti
bel-ami@vsmail.it
Poco più di duecento anni fa il processo di unificazione dell’Italia subì una forte accelerazione.
Questo successe perché nella primavera del 1796 un generale francese, Napoleone Bonaparte, penetrò in territorio piemontese, e dopo aver sconfitto in battaglia l’esercito dei Savoia batté anche quello austriaco ed entrò a Milano da trionfatore, imponendo l’armistizio e le condizioni di pace all’Imperatore d’Austria.
Tale ribaltamento politico pose le premesse per la creazione di uno stato italiano, la Repubblica Cisalpina, primo embrione del futuro Regno d’Italia.
Napoleone, giungendo a Bologna durante la sua marcia trionfale, non mancò occasione (in una lettera indirizzata a Parigi) di notare il grande fermento politico presente in quella città. In effetti in quel periodo si andavano via via costituendo una moltitudine di movimenti che per l’Italia anelavano ad un diverso assetto costituzionale, fondato sui principi della Rivoluzione Francese (unità ed indivisibilità della nazione, libertà, eguaglianza e fraternità).
Per meglio comprendere la situazione bolognese di quel periodo dobbiamo però fare un salto indietro di due anni, quando due studenti, Luigi Zamboni e Giovan Battista De Rolandis, si resero protagonisti di un impresa rimasta nella storia.
Luigi Zamboni nacque a Bologna nel 1772; sostenitore delle idee rivoluzionarie francesi, dopo aver militato nell'esercito transalpino ritornò a Bologna, e qui incontrò e fece amicizia con Giovanni Battista Gaetano De Rolandis (nato a Castell'Alfero – Bologna EC: Asti -, nel 1774), che si era recato a Bologna per studiare nel Collegio della Viola. I due giovani decisero di organizzare una vera e propria rivoluzione, allo scopo di ridare al Comune di Bologna l'antica indipendenza, perduta con la sudditanza allo Stato della Chiesa. Per raggiungere tale scopo (e grazie all’aiuto di alcuni compagni) i due cominciarono a propagandare le idee liberali, e al contempo predisposero le armi e distribuirono le coccarde in attesa del “giorno” prestabilito per dare il via all’insurrezione.
I congiurati infatti, pensando che tutti i cittadini li avrebbero seguiti, avevano preparato coccarde bianche e rosse (i colori del comune di Bologna) e verdi (forse il colore della speranza di un'Italia libera e unita, ma sul perché della scelta dei colori non esiste alcuna prova documentata), da distribuirsi quali contrassegni ai rivoltosi.
La “rivoluzione” ebbe inizio la sera del 13 dicembre 1794, ma la sommossa fallì miseramente e i due studenti, insieme ad altri diciannove cittadini, vennero individuati dalla polizia pontificia quali protagonisti del tentato golpe.
De Rolandis e Zamboni fuggirono verso l'Appennino, ma vennero catturati due giorni dopo dalle milizie papali nel Granducato di Toscana.
Segregati nel carcere bolognese del Torrone, i due subirono numerose torture ed interrogatori. Avviato il processo, il 19 agosto 1795, Luigi Zamboni fu trovato impiccato nella cella denominata “Inferno”, dove era rinchiuso con due criminali (che, sembra, ebbero l’ordine di strangolarlo dietro un espresso ordine della polizia), mentre De Rolandis, il 23 aprile 1796, dopo 17 mesi di torture, venne condannato alla forca per delitto di tramata sedizione sulla Montagnola della Piazza del Mercato di Bologna.
Il 19 giugno 1796 (un anno dopo il processo), Napoleone Bonaparte entrò a Bologna e pose (momentaneamente) fine allo Stato Pontificio; ordinò la liberazione dei prigionieri politici e diede disposizioni affinché la memoria di Zamboni e De Rolandis venisse celebrata; fece issare le ceneri dei due martiri sulla sommità della Colonna della Libertà, alta 23 metri ed eretta sulla Montagnola (cosa che avvenne il 7 gennaio 1798).
Al De Rolandis ed allo Zamboni si deve quindi l'ideazione della coccarda tricolore che diverrà poi la bandiera italiana. L'idea dei tre colori era così viva, in particolare nella mente dello Zamboni, che egli aveva dipinto gli stemmi e le armi usati nella ribellione con i tre colori bianco, rosso e verde, e aveva fatto cucire quattro tracolle (una l’aveva al momento dell’arresto) con i medesimi colori (una delle coccarde originali è ancora oggi conservata dalla famiglia De Rolandis).
I tre colori nazionali italiani furono poi utilizzati a Milano, perché nell'ottobre del 1796 l'Amministrazione Generale di Lombardia adottò divise e distintivi bianchi, rossi e verdi per la Legione Lombarda, prima milizia nazionale italiana voluta da Napoleone, traendone i colori bianco e rosso da quelli dello stemma di Milano ed il verde dalla divisa della antica milizia urbana della città nella quale esso era il colore prevalente.
La bandiera tricolore italiana fu poi ufficialmente consacrata nella seduta del 7 gennaio dal Congresso Cispadano di Reggio Emilia e l'11 maggio 1798 fu adottata anche dal Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina.
Molti riconoscono a Luigi Zamboni e a Giovanni Battista De Rolandis il merito di essere stati dei precursori, dato che furono i primi ad ideare un simbolo comune che in tutta l'Italia divisa e sottomessa potesse raccogliere intorno a sé la coscienza nazionale: la bandiera tricolore.
Per loro idee liberali e patriottiche e per l’apporto che diedero alla causa dell’Italia unita, Luigi Zamboni e Giovann Battista De Rolandis sono considerati i primi martiri del Risorgimento
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Inviato da: edmondo2000
il 16/06/2008 alle 11:41
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il 06/08/2007 alle 20:33
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il 11/07/2007 alle 15:57
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il 17/06/2007 alle 10:17
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il 17/06/2007 alle 06:17