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IL CARDINALE E IL DEGRADO

Post n°467 pubblicato il 20 Novembre 2006 da fra.gas
 
Tag: BOLOGNA
Foto di fra.gas

  immagine   IL GRIDO DI DOLORE

 ANCH'IO immagine PLAUDO AL SINDACO CHE HA ORGANIZZATO IL VOLO DI RIMPATRIO DEI CLANDESTINI; immagine CONDANNO LO SFRUTTAMENTO, SPECIE  DELLE SITUAZIONI IRREGOLARI;immagine CREDO NEL BISOGNO DI LEGALITA';

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ABORRISCO LE VIOLENZE!     FG

  Clicca qui per ingrandire la foto

CELEBRAZIONI 'VIRGO FIDELIS'Caffarra: 'Nessuno Stato senza condivisione di beni spirituali'

L'arcivescovo di Bologna durante la messa dedicata alla patrona dell'Arma dei carabinieri: 'Fedeltà, eroismo e adesione ad alti valori ciò a cui il vostro corpo si ispira quotidianamente'

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CELEBRAZIONI 'VIRGO FIDELIS' Bologna, 21 novembre 2006 - L'arcivescovo di Bologna, card. Carlo Caffarra, ha celebrato con i cappellani militari la messa in occasione della ricorrenza della Virgo Fidelis, patrona dell'Arma. Nell'occasione dellle celebrazioni, il cardinale ha parlato al comando Regione dei carabinieri dell' Emilia-Romagna, esprimendo l'importanza dei beni spirituali e citando Sant'Agostino.

"Senza la condivisione di beni spirituali comuni non c'è popolo e non c'è Stato". Questo, in sintesi, il pensiero espresso dall'arcivescovo di Bologna .''Mi chiedo in primo luogo: che cosa tiene veramente unite le persone umane così da fondare fra loro un popolo nel senso più alto della parola? - ha affermato Caffarra nell'omelia -immagine

A questa domanda Agostino risponde: 'Il popolo e' l'unione di un certo numero di individui ragionevoli associati dalla concorde partecipazione degli interessi che persegue'. E quindi la qualità di vita e di identità di un popolo è misurata dalla qualità degli interessi che persegue: tanto piu' alta quanto più alti i beni spirituali condivisi''.

Ma la vera questione - ha continuato il cardinale - ''è proprio la capacità di condividere e la forza di questa condivisione, poichè 'la razza umana è la più incline alla discordia per passione e la più socievole per natura': viviamo veramente in questa condivisione? Senza di essa non c'è popolo; quindi non vi è neanche lo Stato come res-pubblica dal momento che non c'e' una 'cosa del popolo' se non esiste popolo''.

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Caffarra si è poi rivolto ai carabinieri lodandone ''fedelta''', ''eroismo'' e adesione ad ''alti valori''. ''Cari amici, membri tutti dell'Arma - ha detto - amo vedervi nel contesto di questi gravi pensieri meritevoli di ben altri approfondimenti. Voi nel vostro vivere quotidiano condividete alti valori sì che forte è la vostra unità: fedeltà, eroismo fino al sacrificio della vita, vicinanza e difesa dei più deboli. Voi siete ogni giorno impegnati a neutralizzare quelle forze disgregatrici che impediscono l'esistenza stessa di un popolo. Che la Virgo fidelis vi custodisca sempre nella vostra missione''.

 

L'amarezza di Caffarra:immagine "Bologna deturpata nella sua bellezza"

Il Cardinale esprime la "grande pena" per la città che definisce: "sfregiata nella sua dignita' estetica". E conclude: "La bellezza della propria citta' nutre l'anima del popolo che la abita, ed e' una delle principali fonti della sua felicità"



immagine Bologna, 18 novembre 2006 - Bologna, in alcune sue parti, e' "deturpata nella sua bellezza, sfregiata nella sua dignita' estetica". E vederla cosi' e' "una grande pena".
Il Cardinal Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, confessa apertamente la sua amarezza per lo stato della citta' nell'omelia pronunciata oggi nella messa che festeggia i "patroni delle arti murarie".

immagine Nella Basilica dei SS Bartolomeo e Gaetano, Caffarra parla di citta' accoglienti, del bisogno di un'architettura che consenta di vivere "in uno spazio dotato di bellezza". Molte citta', del resto "racchiudono un mondo di significati carico di verita' e di bellezza, un mondo generato dalla storia del popolo che vi abita. Certamente tutto questo non e' vero di ogni citta', ma sicuramente e' vero di Bologna".

E qui arriva il riferimento, sofferto, a piazza Maggiore. "Chi - domanda Caffarra - non prova un senso di appartenenza ed al contempo di apertura all'altro quando si ferma in Piazza Maggiore?".
Tuttavia, prosegue, "e' una grande pena, pari solo al grande amore che questa citta' merita, il vederla - in alcune sue parti soprattutto - deturpata nella sua bellezza, sfregiata nella sua dignita' estetica".

E' il penultimo pensiero dell'omelia di Caffarra che si conclude con un appello ai professionisti "dell'Arte muraria di essere custodi e difensori di questa intima bellezza di Bologna. La bellezza della propria citta' nutre l'anima del popolo che la abita, ed e' una delle principali fonti della sua felicita'".

La riflessione di Caffarra si apre parlando di accoglienza "gesto squisitamente, propriamente umano" che "presuppone che chi accoglie abiti non solo fisicamente un territorio, ma abbia dato origine ad una dimora".
E l'arte muraria, piu' precisamente l'architettura, deve non solo costruire le case dove gli uomini abitano, ma anche dare un tocco di bellezza alle citta', rendendole cosi' accoglienti. Quindi "quando la vostra arte muraria riesce ad unire armoniosamente le due finalita', essa crea spazi nei quali l'uomo vive un'esperienza unica, l'esperienza della bellezza". immagine Questa esperienza, dice Caffarra, e' tangibile "quando entriamo nel nostro S.Petronio, o in S.Marco a Venezia, o ci si ferma sotto la cupola di Michelangelo. Vedete che qualita' puo' avere l'accoglienza". Eppure, ammonisce Caffarra, "l'equilibrio che la grande arte muraria sa custodire fra la sua finalita' pratica e la sua finalita' estetica, puo' essere spezzato. Cio' accade ogni volta che le esigenze pratiche diventano talmente dominanti, direi tiranniche, da dare origine a dimore nelle quali si puo' solo mangiare e dormire, non vivere la vita spirituale, affettiva ed intellettuale".

E, "quando si attraversano alcuni quartieri di metropoli europee, si prova un senso di 'spaesamento', di malessere interiore profondo. Sono segni e causa al contempo di una degradazione della dignita' dell'uomo; di un profondo disconoscimento della sua vocazione a vivere nella bellezza di dimore vere. In questi contesti l'uomo- l'uomo nella sua umanita'- non puo' piu' trovare accoglienza". immagine

La costruzione di un edificio dunque "non e' solo un fatto tecnico. Il modo di costruire case, templi, edifici pubblici e' uno dei segni piu' chiari della coscienza che l'uomo ha di se stesso. Avete una grande responsabilita' educativa", conclude il Cardinale.

 

VIA SCANDELLARA

Incendio doloso distrugge nella notte
il campo nomadi

Bruciate baracche e roulottes, nessun ferito. Vigili del fuoco al lavoro per oltre due ore per domare le fiamme. Il vicesindaco Scaramuzzino: "I rom pagavano l'affitto"

VIA SCANDELLARA Bologna, 18 novembre 2006 - Un incendio nella notte ha distrutto un campo nomadi a Bologna, in via Scandellara. Non risultano feriti, ma l'insediamento, composto a quanto pare da baracche e roulotte, e' andato completamente in fumo.

Sul posto sono intervenuti Carabinieri e Vigili del fuoco che hanno impiegato oltre un paio d'ore per domare le fiamme.

L'ipotesi piu' probabile, data l'ampiezza del fronte da cui e' scaturito l'incendio, e' quella di origine dolosa. Gli accertamenti, pero', sono ancora in corso. Nel campo sembra che vivessero diverse decine di rom.


SUBAFFITTI, DENUNCE E SEQUESTRI
In via Scandellara non ci sono soltanto le fiamme che nella notte hanno mandato in fumo il campo nomadi alla periferia di Bologna."Lo sapevamo, a quanto ci risulta da numerose segnalazioni ogni famiglia versava tra i 100 ed i 150 euro" per una sorta di canone.
Adriana Scaramuzzino, vicesindaco e assessore alle Politiche sociali del Comune, calcola "l'affitto" che pagavano in media gli oltre 100 rumeni di via Scandellara, raccolti in una trentina tra baracche e roulotte.

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La questione di via Scandellara era finita anche nel mirino della Procura del capoluogo, che aveva aperto un'indagine coordinata dal Pm Antonio Rustico.
La vicenda e' intricata. I proprietari dell'area che si estende per oltre 20.000 metri quadrati avevano infatti denunciato i due affittuari del terreno, dove da almeno tre anni si erano insediati i rom. I locatari, a loro volta, hanno presentato un esposto per segnalare l'occupazione abusiva dell'area da parte dei rumeni.

 

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Il 17 ottobre scorso e' poi arrivato il blitz del Noe (il Nucleo di prevenzione ecologica dei Carabinieri). Insieme agli ispettori dell'Arpa, i militari hanno trovato numerose irregolarita', contatori della luce non a norma e carenze igieniche.
Inoltre, tra la ventina di attivita' di stoccaggio rifiuti e recupero di materiali meccanici sparse intorno alla baraccopoli, a due sono stati posti i sigilli per irregolarita' amministrative.

         

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Distrutto da un incendio doloso il campo nomadi di via Scandellara: i pompieri al lavoro

 
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