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BROGLI ED IMBROGLI

Post n°483 pubblicato il 30 Novembre 2006 da fra.gas
 
Tag: CRONACA
Foto di fra.gas

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immagine  Velinopoli Si prepara lo scandalo dell'anno
Mercoledí 29.11.2006 17:15

Affari Italiani

immagine Non c'è pace per i giornalisti. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Affari, sembra proprio che sotto Natale, dopo Vallettopoli (costata per il momento la sospensione a Cesara Bonamici e Anna La Rosa), lo scandalo dei servizi segreti, con la sospensione del vicedirettore di Libero Renato "Betulla" Farina, e l'incriminazione di Enrico Deaglio per il film denuncia su presunti brogli fatti dalla CdL durante le ultime elezioni, toccherà a Velinopoli.

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Già: sembra proprio che nei palazzi di Giustizia più importanti del Paese si stiano preparando degli affondi niente male. Dossier a colpi di intercettazioni scabrose o molto piccanti? Può darsi: quel che sembra trapelare per il momento è il nome dello scandalo. Velinopoli, appunto. Un vortice di sesso, potere e favori che potrebbe coinvolgere nomi molto noti del giornalismo e pierre di un certo calibro. Per che cosa? Per storie di sesso, corna (alle mogli), e... lavoro? Chissà. immagine

E se questi bravi professionisti, "gente-di-un-certo-livello" fossero andati a letto con qualche velina-letterina-schedina-fanciulla disposta ad essere indulgente pur di ottenere un calendario o una prima pagina? Mah... mistero. Ma il panettone (e lo scandalo) si fanno sempre più vicini. E qualcuno trema. Non proprio di freddo, a Milano.immagine

Elezioni/ Voto elettronico, Amato: "Abbiamo deciso di fermarci"
Mercoledí 29.11.2006 15:20

FORUM/ Sapremo mai la verità sulle elezioni del 9-10 aprile? E secondo te, chi ha vinto? Di' la tua

Elezioni/ Indagati Deaglio e Cremagnani per notizie false. Pisanu: chi ci ha creduto si vergogni

immagine "Abbiamo deciso di fermare la macchina del voto elettronico in occasioni delle elezioni". Lo ha dichiarato Giuliano Amato in occasione di un convegno in corso a Roma. "Nell'elezione del 2006 - ha aggiunto il ministro dell'Interno - il sistema elettronico riguardò unicamente il voto e non il conteggio, solo in qualche parte d'Italia venne utilizzato come chiave d'esercitazione. immagine Il suggerimento del non utilizzo del sistema arriva anche dagli stessi uffici del ministero e l'ho prospettato al presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ha convalidato la mia stessa perplessità". immagine

La decisione è collegata alle accuse di brogli e alla vicenda Deaglio, sulla quale Amato precisa: "Il recente articolo, accompagnato da un dvd, che ha sconvolto i titoli dei giornali, se solo fossero stati seguiti i criteri di professionalità che la Reuters applica ai suoi giornalisti, non sarebbe mai stato pubblicato. E tutto questo sconvolgimento non ci sarebbe stato".

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"Tutta la vicenda - ha detto ancora Amato - evoca un bisogno di professionalità. Ed è anche singolare che una notitia criminis, desunta da un articolo, di un crimine commesso da altri nel giro di una settimana diventi notitia criminis nei confronti di chi quell'articolo ha scritto. Se sin dall'inizio fosse stata vagliata con maggiore ponderazione si sarebbe evitato questo giro di 360 gradi sulla vicenda".

Rispetto al ritiro del voto elettronico, Amato ha precisato: "Se vogliamo questo è il trionfo degli antenati, la firma elettronica può essere truccata e taroccata: rinunciamo quindi ai benefici dell'evoluzione tecnologica e ci affidiamo al conteggio manuale, che è meno facile da taroccare.immagine Ogni risultato ottenuto sul filo di lana suggerisce a chi perde di essere stato imbrogliato, e a chi vince di aver avuto un vantaggio superiore rispetto a quello risultato".

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"Personalmente - ha concluso Amato - ho apprezzato nelle precedenti elezioni presidenziali americane, Al Gore, che pur avendo perso per qualche centinaia di voti ha accettato il risultato per salvaguardare il sistema democratico del suo paese".

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Sulla vicenda dei presunti brogli elettorali è intervenuto anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti: "Io penso che i controlli esercitati dagli uffici e dalla giunta per elezioni siano stati di grande attenzione e di grande cura. Sin dall'inzio ho detto che non mi sembrava potesse esserci alcun dubbio sulla legittimità del risultato elettorale. Tuttavia, l'esercizio della critica è assolutamente legittimo nelle forme che ognuno ritiene di poter proporre".

immagine"Su questa vicenda il governo non ha svolto nessuna particolare indagine. La spiegazione di questo ritardo, così come è stata data al governo attuale dagli uffici del ministero dell'Interno" indica che "il totale delle ore impiegate dal Viminale per acquisire e diffondere i risultati provvisori e ufficiosi è stato di dodici ore, e cioè un tempo che è stato più rapido di quello che fu necessario per le elezioni del 2001".immagine Lo ha riferito il vice presidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, rispondendo nell'Aula di Montecitorio al question time.

"I dati ufficiosi - aggiunge - sono risultati alla fine sostanzialmente coincidenti con quelli ufficiali proclamati dai competenti uffici elettorali. Riguardo ai voti contestati e provvisoriamente non assegnati nella provincia di Catania, il Viminale segnalò tempestivamente alla prefettura che il dato non appariva credibile. Su disposizione del ministro - spiega D'Alema - la verifica fu estesa a tutte le provincie per la Camera e il Senato. Quindi, una verifica così ampia fece sì che la conclusione fu raggiunta solo nella tarda mattinata di venerdì 14 aprile. A quel punto emerse che, per mero errore materiale, alcune prefetture avevano sommato il dato delle schede nulle a quello delle schede contestate". immagine

Elezioni: Indagati Deaglio e Cremagnani per notizie false. Pisanu: chi ci ha creduto si vergogni
Mercoledí 29.11.2006 11:00
Uccidete la democrazia

"Uccidete la democrazia!"/ Il docu-thriller politico di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani che racconta le anomalia dell'esito elettorale

Un estratto del film "Uccidete la democrazia!" sui brogli elettorali

Film Deaglio/ Donato Bruno ad Affari: "E' una bufala. I dati del ministero dell'Interno non servono a nulla. Riconteremo tutte le bianche e le nulle". E Il Diario va a ruba

immagine

Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani sono indagati dalla procura di Roma per diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico. Lo ha annunciato lo stesso responsabile di Diario. Nel pomeriggio di martedì il giornalista e Beppe Cremagnani, autori di "Uccidete la democrazia!", film-documentario nel quale vengono denunciati presunti brogli da parte del Centrodestra in occasione delle ultime elezioni politiche, erano arrivati in Procura, per essere sentiti come testimoni dai pubblici ministeri Salvatore Vitello e Francesca Loy, titolari dell'inchiesta giudiziaria aperta alcuni giorni fa. Subito dopo avergli comunicato che assumeva la veste di indagato, Deaglio è stato informato dai magistrati che l'interrogatorio veniva sospeso e che prossimamente dovrà presentarsi in Procura accompagnato da un difensore. Cremagnani è stato sentito dai magistrati per circa un'ora. Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani non hanno fornito alcun elemento concreto su possibili brogli  elettorali. La procura di Roma è, quindi, orientata a chiedere
l'archiviazione del fascicolo.

immagine Sul set di "Uccidete la democrazia!

Chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l'ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a 3 mesi o con l'ammenda fino a 309 euro". E' quanto prevede l'articolo 656 del codice penale, che è stato contestato ad Enrico Deaglio in relazione al suo documentario "Uccidete la democrazia!". 

"Non ci pensavo, mi sembra una cosa da anni Sessanta".immagine E' il commento di Enrico Deaglio alla sua iscrizione sul registro degli indagati per diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico. "Mi hanno comunque detto - ha aggiunto - che il film non verrà sequestrato".

Deaglio ha consegnato del materiale ai magistrati: "Ho capito però che a loro non interessa perché tutto quello che è stato descritto nel film non ha senso per la Procura in quanto la Cassazione effettua la proclamazione lavorando solo sul cartaceo.immagine Ma il mio film non si occupava di questo, ma della 'notte dei misteri'". Enrico Deaglio, che sarà assistito dall'avvocato Caterina Malavenda, ha aggiunto: "Lo sento come uno sbarramento al giornalismo di inchiesta. Parlare di intimidazione, forse è troppo. Mi viene contestato di aver messo in dubbio, turbando l'ordine pubblico, la legittimità del risultato elettorale. Mi aspettavo un intervento, ma non in questo senso, quanto in quello finalizzato a ricostruire tutto quello che è accaduto".

 

 
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IL PAPA IN TURCHIA

Post n°482 pubblicato il 30 Novembre 2006 da fra.gas
 
Tag: CRONACA
Foto di fra.gas

immagine  NEL PAESE DELLA MEZZA LUNA

immagine Il Papa a Efeso e Istanbul
Al Qaeda: 'Crociata anti-Islam'
Turchia, la Ue blocca i negoziati

Il Pontefice ha celebrato la prima messa pubblica del suo viaggio presso il santuario della Casa di Maria, alla presenza di centinaia di fedeli. Qui vive una comunità di clausura delle sorelle di Maria

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NEL PAESE DELLA MEZZALUNA Ankara, 29 novembre 2006 - Papa Benedetto XVI (nella foto) è arrivato a Smirne, a bordo di un Boeing della Turkish Airline, che lo ha portato da Ankara. Si è conclusa, poco dopo le 12.30 (13.30 ora turca), la prima messa pubblica del Papa in Turchia, presso il santuario Meryem Ana Evì (casa della madre Maria) di Efeso, dove la tradizione vuole che abbia vissuto la madre di Gesù dopo la crocifissione.

Clicca qui per ingrandire la foto    L'arrivo di papa Benedetto XVI

Il Santuario Casa della Madre Maria dista pochi km da Efeso. Un luogo caro al popolo turco, non solo per i cristiani ma anche per i fedeli musulmani che vi si recano per venerare 'Meryem Ana', la Madre Maria, prima di recarsi in pellegrinaggio alla vicina Moschea di Isa Bey , importante santuario islamico.Presso il Santuario vive una comunità di clausura appartenente alle 'Sorelle Minori di Maria Immacolata'. immagine Qui, nel 1967, Paolo VI recitò l'Angelus e il Credo durante il suo viaggio apostolico in Turchia, mentre Giovanni Paolo II celebrò nel Santuario Mariano la messa il 30 novembre 1979. immagine



La celebrazione era iniziata alle 11 (le 12 ad Efeso) sul piazzale antistante il santuario, alla presenza di varie centinaia di fedeli. Benedetto XVI ha iniziato la messa pronunciando in turco la benedizione, e sempre nella lingua del paese ospite ha concluso l'omelia: "Santa Maria madre di Dio prega per noi!, Aziz Meryem Mesih'in Annesi bizim icin Dua et", ha detto.

Clicca qui per ingrandire la foto

L'incontro di Benedetto XVI con il presidente turco Ahmet Necdet Sezer

Benedetto XVI ha pranzato con i cardinali e i vescovi del seguito nel convento dei cappuccini di Efeso. Nel pomeriggio il pontefice si trasferità in auto al vicino aeroporto di Izmir da dove, si imbarcherà sull'aereo che lo porterà ad Istanbul. Nella città sul Bosforo - dove resterà fino al momento della partenza dalla Turchia, venerdì - incontrerà il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I

L'INVOCAZIONE:    'Pace per Gerusalemme e per il mondo'



L'INVOCAZIONE Istanbul, 29 novembre 2006 - "Io amo i turchi, apprezzo le qualità naturali di questo popolo che ha pure il suo posto preparato nel cammino della civilizzazione". Questa frase dell'allora nunzio apostolico Angelo Roncalli, poi divenuto Giovanni XXIII, è stata ripetuta oggi da Papa Ratzinger al Santuario Mariano di Efeso.

Benedetto XVI, al secondo giorno di questa storica visita in Turchia, ha voluto infatti fare suo "quell'atteggiamento spirituale di ottimismo cristiano, fondato su una fede profonda e una costante unione con Dio" che Papa Giovanni "ha lasciato in dono alla Chiesa e al mondo". Nel piazzale davanti alla modesta chiesa dei cappuccini sorta dove un'antica tradizione colloca gli ultimi giorni terreni della Vergine Maria, c'erano circa mille fedeli guidati dai loro vescovi.

"Grazie - ha detto loro il Pontefice - per la vostra presenza per la vostra testimonianza e il vostro servizio alla Chiesa, in questa terra benedetta dove, alle origini, la comunità cristiana ha conosciuto grandi sviluppi, come attestano anche i numerosi pellegrinaggi che si recano in Turchia".

Clicca qui per ingrandire la foto Il Papa al mausoleo di Ataturk

"Domandiamo la pace per Gerusalemme e il mondo intero", ha detto Benedetto XVI nel corso della celebrazione di Efeso. "Da questo lembo della Penisola anatolica, ponte naturale tra continenti invochiamo pace e riconciliazione anzitutto per coloro che abitano nella Terra che chiamiamo santa, e che tale è ritenuta sia dai cristiani, che dagli ebrei e dai musulmani: è la terra di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, destinata ad ospitare un popolo che diventasse benedizione per tutte le genti".

Clicca qui per ingrandire la foto

Benedetto XVI incontra il direttore degli Affari Religiosi di Turchia, Ali Bardakoglu

"Pace - ha continuato - per l'intera umanità. ..Di questa pace universale abbiamo tutti bisogno; di questa pace la Chiesa è chiamata ad essere non solo annunciatrice profetica ma, più ancora, segno e strumento". E non è mancata anche la evocazione della 'bella testimonianza del sacerdote romano Don Andrea Santoro", ucciso lo scorso febbraio a Trebisonda da un giovane squilibrato.

Clicca qui per ingrandire la foto Il Papa al mausoleo di Ataturk

"Mi piace ricordarlo - ha detto il papa - anche in questa nostra celebrazione. Maria ci insegna che fonte della nostra gioia ed unico nostro saldo sostegno è Cristo, e ci ripete le sue parole: 'Non temete, io sono con voi". "Al suo braccio potente - ha concluso - noi ci affidiamo".

Clicca qui per ingrandire la foto 

Il premier turco Erdogan accoglie papa Benedetto XVI al suo arrivo in Turchia

Grande eco positiva infine dell'incontro di ieri tra il premier Erdogan ed il pontefice anche nelle parole del presidente del consiglio Prodi. Il premier turco "è molto soddisfatto" dell'incontro avuto ieri con papa Benedetto XVI all'aeroporto di Ankara, ha detto Prodi, a margine del vertice Nato, a Riga, dove ha avuto un colloquio con il capo del governo turco.

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Foto ufficiale prima del colloquio a porte chiuse fra papa Benedetto XVI e il premier turco Erdogan

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Il programma della seconda giornata
Il Papa: «Pace tra tutte le nazioni»
Il Pontefice al Patriarca ortodosso Bartolomeo I: «Siamo fratelli in Cristo».
La Messa alla Casa di Maria davanti a pochissimi fedeli
Il Papa in Turchia (Ansa)
Il Papa in Turchia
EFESO
- Pace «fra tutte le nazioni», pace «tra i popoli e per l’intera umanità», pace «nella Terra Santa», ha detto Benedetto XVI chiedendo da Efeso, «città benedetta dalla presenza di Maria una speciale preghiera per la pace tra i popoli». L'invocazione del Papa è stata pronunciata durante la Messa alla Casa di Maria, durante la seconda giornata della visita del pontefice in Turchia. Ratzinger, dopo un volo da Ankara a Smirne, è arrivato a Efeso al santuario della casa in cui la tradizione ritiene sia vissuta per un certo periodo Maria. Il Papa ha prima fatto sosta all’interno della struttura, dove ha trascorso alcuni momenti di preghiera, poi ha detto la Messa nel piazzale davanti a soli circa 250 fedeli (giornalisti compresi), forse scoraggiati dalle imponenti misure di sicurezza. Ratzinger durante l'omelia ha reso omaggio a don Andrea Santoro, il sacerdote italiano ucciso nel febbraio scorso a Trebisonda da un giovane fanatico islamico

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Un momento dell'arrivo di papa Benedetto XVI


CON I FEDELI A EFESO - Dopo la prima giornata del viaggio trascorsa ad Ankara, per gli incontri istituzionali, l’incontro alla Diyanet con il presidente degli Affari religiosi, Alì Bardakoglu e l’incontro con il corpo diplomatico, la seconda giornata del pontefice nel Paese della Mezzaluna, all’insegna del contatto con i fedeli di Efeso e di Smirne, si è conclusa nella sede del Patriarcato ortodosso a Istanbul per un momento di preghiera e un incontro privato con Bartolomeo I.

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Benedetto XVI incontra il direttore degli Affari Religiosi di Turchia, Ali Bardakoglu

INCONTRO ECUMENICO - La fase ecumenica del viaggio papale in Turchia ha visto due distinti momenti: il primo evento è stato un incontro di preghiera e di dialogo durante il quale il Pontefice e il Patriarca ecumenico hanno pronunciato un discorso di saluto. Il Papa ha affermato che cattolici e ortodossi sono fratelli in Cristo e ha ricordato il cammino ecumenico percorso dai suoi predecessori. «Mi è di grande gioia essere fra di voi - ha detto Ratzinger - fratelli in Cristo, in questa Chiesa Cattedrale, mentre preghiamo insieme il Signore e ricordiamo gli importanti eventi che hanno sostenuto il nostro impegno per lavorare alla piena unitá di cattolici e ortodossi». Quindi, Ratzinger ha voluto ricordare la revoca delle rispettive scomuniche risalenti al 1054 messa in atto da Paolo VI e dal Patriarca Atenagora, decisione definita «coraggiosa».


LA VISITA AL SANTUARIO - In precedenza Benedetto XVI aveva lasciato la nunziatura apostolica di Ankara alle 8,15. Un Boeing 737 della Turkish Airlines lo ha portato a Smirne, la terza città del Paese anatolico, e poi a Efeso. Il Santuario Casa della Madre Maria dista pochi km da Efeso, dove è stato accolto dall’arcivescovo di Smirne, Ruggero Franceschini, presidente della Conferenza dei vescovi turchi. Il santurario è un luogo venerato non solo dai cristiani, ma anche dai musulmani che vengono qui per venerare ’Meryem Ana’, la Madre Maria, prima di recarsi in pellegrinaggio alla vicina moschea.

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Il Papa al mausoleo di Ataturk

LA MESSA - Il Papa aveva sostato prima nella cappella del convento dei frati cappuccini, una piccola cappella allestita all’interno della Casa della Madonna. Qui nel 1967 Paolo VI recitò l’Angelus e il Credo durante il suo viaggio apostolico in Turchia, mentre Giovanni Paolo II celebrò la Messa il 30 novembre 1979. «Cari fratelli e sorelle», ha detto Ratzinger all'omelia. «Con questa visita ho voluto far sentire l'amore e la vicinanza spirituale non solo miei, ma della Chiesa universale alla comunità cristiana che qui in Turchia è davvero una piccola minoranza e affronta ogni giorno non poche sfide e difficoltà».

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L'incontro di Benedetto XVI con il presidente turco Ahmet Necdet Sezer

29 novembre 2006

 
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PRIME DONNE AD UNA CRISI DI NERVI

Post n°481 pubblicato il 28 Novembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

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immagine  Cossiga se ne va: «Amato mi ha trattato a pesci in faccia»

  francesco cossiga ANSA 220 Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga con una lettera fatta pervenire al presidente del Senato Franco Marini tramite il segretario generale di Palazzo Madama ha rassegnato le sue dimissioni da senatore a vita. Il testo della lettera di dimissioni è stato inviato in copia a tutti i senatori e sarà reso noto pubblicamente non appena ne sarà data comunicazione all'Assemblea. L'ex presidente della Repubblica e senatore a vita Francesco Cossiga (Ap)


«Non credo proprio - spiega Cossiga - che le mie dimissioni saranno una "bomba" in questo particolare momento politico. Sono tranquillo perché, estraneo come sono da politico della prima Repubblica all'atmosfera ed ai giochi della "transizione infinita", la mia scomparsa dal Senato non ha alcuna rilevanza. Perché a differenza degli altri colleghi senatori a vita non ho la loro autorità e autorevolezza politica, culturale e professionale». immagine

«D'altronde - dice - anche un amico come Giuliano Amato mi ha trattato recentemente a pesci in faccia facendo rispondere ad una mia delicata interpellanza dal noto ex sindacalista Roberto Sgalla, manutengolo del capo della Polizia. Non credete che per tornarmene a casa ce ne sia abbastanza?». Ma insomma, perché si dimette da senatore a vita? «Cerco di spiegare tutto in modo piano nella lettera che ho fatto pervenire all'amico presidente del Senato Franco Marini.immagine Certo, per motivi di correttezza quella lettera avrei voluto consegnarla personalmente a Franco; ma lui ha trovato difficoltà a fissarmi un'udienza in tempi brevi, incasinato com'è in tutti i pasticci della Margherita...».  immagine

Il "caso Sgalla" nasce alcuni giorni fa, quando l'ex presidente aveva attaccato duramente, il capo della Polizia De Gennaro(un losco figuro che ha una tal bassezza che non mi offende neppure se mi sputa in faccia"). A tal proposito Cossiga aveva rivolto al ministro Amato un'interrogazione tre giorni fa per sapere se esistono giornalisti pagati dal Dipartimento di Pubblica sicurezza e dal capo della Polizia, Gianni De Gennaro.immagine La riposta all' interrogazione, dice Cossiga, è arrivata tramite uno "scagnozzo" ("tal Roberto Sgalla") che ha smentito con una lettera a Repubblica qualsiasi pagamento. Francesco Cossiga

Si insiste un po´ e di motivi che hanno spinto "il picconatore" a presentare le dimissioni, ne escono altri. «Innanzitutto - afferma - l'età e la salute, anche per gli evidenti ostacoli che mi creano alla mobilità fisica. Poi c'è la particolare sindrome di stanchezza, malattia rara che condivido con la duchessa di Kent e che mi costringe a lunghi periodi di pausa. Mi hanno illuminato - aggiunge - le prese per i fondelli nei miei confronti da parte di Giulio Andreotti ("non osserva neanche l'orario dei barbieri". immagineDio mio, non riesce proprio a perdonarmi di averlo nominato senatore a vita...). Così come mi ha illuminato la qualifica di "ladro" datami con bonomia dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli perché percepisco, cosa che non sapevo e che è un bene sia tolta anche agli altri senatori a vita, l'indennità di presenza anche pur non partecipando alle sedute dell'Assemblea e delle commissioni». immagine

Cossiga non ha dubbi sull'ammissibilità delle dimissioni dalla carica di senatore a vita, che mantiene da 16 anni, da quando ha lasciato il Quirinale (ma siede in Parlamento ininterrottamente da 48 anni). «Con una delibera del Senato su proposta dell'allora presidente Marcello Pera, dietro l'unanime e conforme parere della conferenza dei Capigruppo e delle giunte per il regolamento e per le elezioni - spiega - le dimissioni dei senatori a vita, sia di diritto sia di nomina presidenziale, sono state ritenute ammissibili. E ciò anche in forma di un principio ritenuto valido nel diritto pubblico civile e canonico. E cioè che nessuno può essere costretto ad accettare una carica o a permanere in essa. Pensi che può abdicare persino il Papa...».

Resta da capire (e i costituzionalisti già dibattono) se le dimissioni debbano essere ratificate dall'aula di palazzo Madama o basti la rinunzia all'incarico da parte dle senatore a vita.immagine «Spero solo che il presidente Cossiga ci ripensi e farò di tutto perchè ritorni sulla sua decisione», commenta il presidente del Senato Franco Marini.


Pubblicato il: 27.11.06 L'UNITA' on line

IL FOGLIO[.it]

Prodi:immagine “Cambiare legge elettorale. Via tutti i soldati dall’Iraq”. “Berlusconi ha fatto una legge per farmi durare di meno, ma io durerò 5 anni”. Il presidente del Consiglio ha poi detto che “entro il 2 dicembre gli ultimi 60-70 soldati italiani che restano a Nassiriyah rientreranno in Italia”. E sulla manifestazione contro la Finanziaria: “Mi fa piacere che l’Udc non abbia aderito, è la prova che è costruita sul niente”.

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Il Vicepresidente Rutelli incontra Cheney 

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Iniziato il viaggio negli USA
27-11-2006

Primo impegno ufficiale a Washington per il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Attività Culturali, Francesco Rutelli, in visita negli Stati Uniti per una quattro giorni durante la quale si recherà anche a Boston e New York.
Rutelli ha incontrato questa mattina alla Casa Bianca il vicepresidente degli Stati Uniti, Dick Cheney. “Cambiano i governi e le maggioranze, ma l’amicizia, la partnership e la grande collaborazione tra i nostri due paesi rimangono nel tempo”, è quanto ha dichiarato il vicepresidente al termine dell’incontro.
Il vicepresidente del Consiglio, accompagnato dall’ambasciatore italiano a Washington, Giovanni Castellaneta, ha incontrato successivamente il Presidente della Banca Mondiale Paul Wolfowitz.immagine
immagine È prevista una colazione al dipartimento di Stato con Josette Sheeran, vice segretario di Stato con competenza per le questioni economiche, designata poco tempo fa dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan quale Responsabile del World Food Program, il programma patrocinato dall’Onu ma con sede a Roma.immagine Alla colazione è prevista anche la partecipazione di Dina Powel, assistente del segretario di Stato, Condoleezza Rice per gli Affari Pubblici.
Alle ore 14.30 (le 20.30 in Italia) è in programma una conferenza stampa presso l’Ambasciata italiana di Washington.
Martedì 28 Rutelli vedrà il prossimo Presidente della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi:immagine sarà il primo leader politico straniero a incontrare la Pelosi dopo la vittoria democratica nelle elezioni di Metà mandato dello scorso 7 novembre. In agenda previsto anche un incontro con Nich Burns, numero due del Dipartimento di Stato

Francesco Rutelli Democratici Usa-UE
Francesco Rutelli incontra Nancy Pelosi

(il segretario Condoleezza Rice è infatti in viaggio con il presidente Bush).immagine
Nel pomeriggio è previsto lo spostamento a Boston, dove il ministro per i Beni Culturali avrà un incontro al Museum of Fine Arts.immagine La Japonaise by Monet, 1876 in the Boston Museum of Fine Arts
immagineMercoledì 29 Rutelli sarà a New York per una serie di incontri alla Casa italiana Zerrilli Marimò della New York University e per un meeting con il direttore del Metropolitan Museum, Philippe de Montebello.

immagine Renoir's By the Seashore in the Metropolitan Museum of Art, New York City.

immagine Previsti incontri anche in ambito Nazioni Unite presso il Palazzo di Vetro. Il Vicepremier infine assisterà alla cerimonia di accensione dell’albero di Natale del Rockfeller Center.

la Repubblica.it

      
Il leader della CdL è ricoverato da ieri sera al San Raffaele di Milano
Il portavoce dell'ex premier: "Il presidente parteciperà al corteo contro la Finanziaria immagine

"Berlusconi resterà ancora in ospedale In serata i saluti del Papa e di Bush"

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 Prodi: "Dal punto di vista umano il suo malore mi ha colpito"


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                   L'ospedale San Raffaele di Milano

MILANO - "Il presidente sta bene" ma resterà in ospedale "almeno fino a mercoledì". A ventiquattr'ore dal malessere dell'ex premier Berlusconi, Paolo Bonaiuti usa parole rassicuranti: "Berlusconi ha trascorso una notte tranquilla e il 2 dicembre parteciperà nella maniera più assoluta alla manifestazione a Roma contro la Finanziaria del governo Prodi". Ma alle 16.30 un bollettino medico annuncia il rinvio delle dimissioni almeno fino a mercoledì: "Silvio Berlusconi - ha detto il primario di terapia intensiva cardiovascolare Alberto Zangrillo - resterà in ospedale ancora un paio di giorni".

Emilio Fede, direttore del Tg4,Emilio Fede Ap ha incontrato Berlusconi in ospedale: "L'ho visto bene. Ho preso con lui una tazza di the. Abbiamo chiaccherato del più e del meno, ma deve finire i controlli e dovrà fermarsi in ospedale ancora un po'". Berlusconi, inoltre, ha riferito a Fede che approfitterà di questi giorni "per fare la dieta e perdere qualche chilo" e si è complimentato con infermieri e medici "per la struttura del San Raffaele di Milano".Berlusconi colpito da malore a Montecatini (Lapresse) E' qui, infatti, che il Presidente di Forza Italia si trova ricoverato dal tardo pomeriggio di ieri, dopo il malore che lo aveva colto durante la kermesse dei circoli della libertà a Montecatini Terme.
Emilio Fede e Paolo Bonaiuti si recano in visita all'ex premier (Fotogramma)   In serata il presidente Silvio Berlusconi ha ricevuto una serie di telefonate. Il presidente degli Stati Uniti George Bush lo ha chiamato dall'Air Foce One per sincerarsi delle sue condizioni di salute. immagine Mentre il Cardinal Tarcisio Bertone gli ha trasmesso gli auguri da parte del Santo Padre.immagine Tra i molti messaggi giunti anche quelli del Cardinale Camillo Ruini, del premier israeliano Ehud Olmert e di altri leader politici europei. immagine

 Il ricovero è stato voluto dai medici in via precauzionale per accertamenti clinici che si sono resi necessari dopo che un elettrocardiogramma, che gli è stato effettuato nella sua residenza privata di Macherio, aveva mostrato delle extrasistole. Berlusconi ha dormito in un letto di Terapia intensiva diretto dal professor Alberto Zangrillo che è il suo cardiologo. immagine

"Dobbiamo tenere conto che il presidente non ha mai tempo di sottoporsi ad accertamenti - ha detto il primario, Alberto Zangrillo - che sarebbero assolutamente necessari per un uomo come lui che non si risparmia". Il medico di fiducia di Berlusconi riferisce che il suo paziente "dal punto di vista cardiologico non ha mai destato preoccupazioni, però c'è stato un episodio che merita assolutamente di essere indagato".

Che il leader della Casa delle Libertà si senta già in forma nonostante il ricovero, è testimoniato da una telefonata di lavoro effettutata già nelle prime ore di stamane: "Ho ricevuto alle 7 e 20 di questa mattina una telefonata del presidente Silvio Berlusconi - ha raccontato il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto - che, dopo aver rassicurato circa le sue condizioni di salute, ha incitato tutti noi a proseguire il lavoro per la manifestazione del 2 dicembre in piazza San Giovanni a Roma". immagine

Il premier Romano Prodi ha ribadito il proprio dispiacere per il malore di Berlusconi: "C'è un problema umano e non politico. Il nostro è spesso un rapporto conflittuale, ma quel malore dal punto di vista umano mi ha colpito". immagine

A causa del malore dell'ex premier è stato rinviato al primo dicembre prossimo il processo che vede imputati, tra agli altri, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri per presunte irregolarità nella compravendita di diritti cinematografici e televisivi da parte di Mediaset.

(27 novembre 2006)

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DOPO IL MALORE

Berlusconi lascia l'ospedale
Ma presto avrà il pace maker

Gli esami clinici avrebbero dato risultati tranquillizzanti, questa mattina è stato dimesso. Ma la prossima settimana il leader della Cdl dovrà installare un pace maker. L'intervento verrà eseguito dal professor Pappone. E' stato a pranzo dalla mamma

DOPO IL MALORE Milano, 29 novembre 2006 - Silvio Berlusconi ha lasciato intorno alle 12,30 l'ospedale San Raffaele di Milano. Le sue condizioni sono buone ma la prossima settimana il leader della Cdl dovrà installare un pace maker. immagine Sarà Carlo Pappone, primario del reparto di aritmologia del San Raffaele a seguire la delicata ma breve operazione. Per installare il dispositivo medico che regola le funzioni cardiache, basta un'ora e l'intervento non è particolarmente invasivo. I pazienti chre si sottopongono anquesto tipo di intervento vengono dimessi nel giro di 24 ore.

A PRANZO DALLA MAMMA

 

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"Quando vengo a pranzo dalla mia mamma sono sempre felice". Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che questa mattina è stato dimesso dall'ospedale San Raffaele di Milano dove ha fatto una serie di accertamenti dopo il malore che lo ha colpito domenica scorsa durante un comizio a Montecatini, si è recato a casa della madre Rosa per pranzare con lei.

L'ex premier ha detto di sentirsi bene: "Va tutto bene", sottolineando che da oggi in poi dovrà probabilmente "limitare un po' gli impegni ma senza venire meno alle mie responsabilità".
Berlusconi ha quindi nuovamente imputato il suo malore alla eccessiva fatica, "mi sono speso troppo nei giorni precedenti al comizio di Montecatini", al caldo, alla cura di antibiotici cui era sottoposto a causa di una operazione al menisco.

PRONTO PER LA PIAZZA

 

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«Sono prontissimo». Lo ha detto Berlusconi riferendosi alla sua partecipazione alla manifestazione di protesta contro la Finanziaria decisa dalla Cdl per sabato prossimo a Roma. L'ex premier ha risposto ai giornalisti poco prima di recarsi in visita alla madre, dopo essere stato dimesso dall'ospedale San Raffaele di Milano.

LA LETTERA DI PRODI

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Berlusconi ha poi fatto un accenno alla lettera di auguri mandatagli dal presidente del Consiglio, Romano Prodi. "L'ho ricevuta ma non l'ho letta perché ce l'ha la mia segreteria a Roma. Quando andrò a Roma ne prenderò visione, ma averla ricevuta mi ha fatto piacere". 
immagine  ESSOR

 
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«Bisogna indignarsi»

Post n°480 pubblicato il 27 Novembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

immagine  CONFESSO DI NON AVER MAI PENSATO CHE LA BOTTIGLIA immagineD'OLIO D'OLIVA CADUTA ALLA MASSAIA POTESSE TRASORMARSI IN UNA BOMBA MOLOTOV!

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Oleificio esploso, Napolitano: «Bisogna indignarsi»immagine


perugia ansa 220
Sotto controllo la situazione alla «Umbria Olii», l'azienda di Campello sul Clitunno dove sabato è scoppiato un incendio che ha provocato la morte di quattro persone. Il lavoro dei vigili del fuoco ha consentito di controllare le fiamme durante la notte. L´incendio e stato spento e si sta procedendo alla bonifica dell'area. Il presidente della Camera,immagine Fausto Bertinotti, si è recato sul luogo. Anche il procuratore di Spoleto, Gianfranco Riggio, ha effettuato un nuovo sopralluogo nello stabilimento.

Resta la tragedia di quattro operai che hanno perso la vita, ultimo anello di una catena di morti sul lavoro che conta migliaia di vittime l'anno. Per due soli operai è stato possibile procedere al riconoscimento, a causa della estrema violenza dello scoppio e alle altissime temperature che hanno raggiunto i 500 gradi. Il titolare dell'azienda, che opera su scala internazionale, risulta indagato per omicidio plurimo aggravato.

Sulla causa scatenante la tragedia si procede con le indagini dei vigili del fuoco. Non si esclude che l'esplosione possa essere stata resa possibile dal preriscaldamento di molti serbatoi per rendere l'olio più fluido. «Quanto ci sono impianti di riscaldamento - afferma Raffaele Ruggiero, il comandante dei vigili del fuoco di Perugia - può essere che se qualcosa non funziona ci possa essere una evoluzione del fenomeno verso l'incendio». immagine

Lo stesso comandante ha avanzato qualche ipotesi che può avere maggior credito rispetto ad altre. Ad esempio il fatto che due grandi serbatoi di 500 metri cubi siano stati lanciati ad una distanza di circa duecento metri. Un fenomeno, ha spiegato il comandante, «ascrivibile ad un eccesso di pressione interna prodotta da vapori. Questo collega l'esplosione al modo con cui nell'impianto vengono trattati gli stoccaggi». Non si può escludere però che l'incendio possa essere collegato all'attività degli operai addetti alla manutenzione in quel momento. «Il fatto che operassero con fiamme libere – ha affermato ancora Ruggieri - potrebbe aver provocato la scintilla che ha determinato l'incendio».

Dalla testimonianza fornita dall'unico operaio rimasto in vita, sembra che al momento dello scoppio le quattro vittime fossero impegnate nelle operazioni di saldatura di una passerella tra i silos che avrebbe dovuto assicurare il controllo più agevole dei macchinari all'interno dello stabilimento.

immagineIl sindaco di Campello sul Clitunno, Paolo Pacifici, ha proclamato due giorni di lutto cittadino. Lunedì rimarranno chiusi sia i negozi che le scuole. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha commentato il gravissimo incidente, sottolineando che «non bisogna mai considerare questi terribili episodi come ordinaria amministrazione. Ogni volta bisogna avere la capacità di indignarsi, di allarmarsi e di reagire».


Pubblicato il: 26.11.06 L'UNITA' on line

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LO STADIO A MEDICINA I residenti esultano
Ma i tifosi dicono no:
"Già siamo in pochi..."

Coro di sì da parte dei residenti e dei commercianti della zona: "per noi finirebbe un incubo". Ma i supporter rossoblù non ci stanno: "Già siamo in pochi adesso, figuriamoci là in mezzo alla nebbia..."
PROTESTA VIRTUS Via il 'Bologna' dalle maglie


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immagine BOLOGNA, 26 novembre 2006 - A METÀ MATTINA sono già in posizione, accanto al Meloncello, davanti al solito bar Billi. Parlottano fitto fitto, con i quotidiani sotto braccio. E per una volta sono tutti d’accordo: «Era ora che se ne andassero via da qui. Staremo in santa pace, finalmente».Chiedere a chi abita vicino al Dall’Ara cosa pensa del futuro stadio a Medicina è un po’ come fare un plebiscito in tempo di dittatura. Favorevole? «Ma certo» risponde il 99,9 per cento degli interpellati.

MENO SCONTATA, eppure simile, la reazione dei commercianti della zona. Che si riassume nelle parole del cuoco della trattoria del Meloncello, Mauro Bartolini: «Quando gioca il Bologna per noi, qui, è un incubo. Capita spesso che i clienti, non trovando il parcheggio o rimanendo bloccati negli ingorghi, disdicano la prenotazione a ristorante».E’ così. La stragrande maggioranza di chi gestisce un’attività nelle vie e viuzze comprese tra Andrea Costa e Saragozza ha esultato dopo aver letto sul Carlino che Cazzola e soci progettano davvero di costruire la cittadella dello sport fuori città e, soprattutto, lontano da loro.immagine «Dicono che qui verranno a fare solo gli allenamenti? Va benissimo. Non è il calcio che mi dà da mangiare», spiega Alessandro Cianci, mentre sta appollaiato sullo sgabello della sua tabaccheria.Il barista Giuseppe Billi, con il suo cappellino azzurro da lavoro fa un annuncio ai suoi amici clienti: «Finalmente, quando le partite traslocheranno a Medicina noi staremo aperti anche al sabato». Semplice il concetto: «Se ci sono i tifosi — sintetizza Billi — non ci siamo noi».

CON IL SENNO DI POI alcuni semplificano.immagine «Solo la Gioconda — attacca il residente Benito Mazzanti — poteva pensare davvero che lo stadio in questa zona avrebbe funzionato». Lui, che si definisce un «ex frequentatore del Dall’Ara», torna al peccato originale: «L’errore vero è stato fatto nel 1990, con la spesa di milioni inutili per ristrutturare la tribuna centrale, per l’illuminazione, per i seggiolini e per l’ampliamento della capienza massima. Invece si sarebbe dovuto prevedere che un’arena patrimonio architettonico non avrebbe mai potuto adattarsi agli standard degli impianti moderni». Adriano Barbari riprende il ragionamento dell’amico Mazzanti e fa la quadratura del cerchio: «Insomma, il punto è che la sede giusta per lo stadio di Bologna poteva e doveva essere individuata sedici anni fa». Anche perché, aggiunge ironico Carlo Moruzzi, «laggiù, tra Medicina e Budrio, chi ci andrà? Solo Cazzola... Macché, macché, io lo stadio nuovo l’avrei fatto a Katmandu, già che c’ero...». Passeggiando in via Pietro De Coubertin, sotto il portico che costeggia dall’esterno la tribuna dei distinti del Dall’Ara, si incontra un signore entusiasta dell’idea del presidente rossoblù. «Chi vuole far continuare a vivere lo stadio in città — alza la voce Giuseppe Cozzo — sa quanto tempo io ho impiegato con la macchina ad attraversare il quartiere Saragozza dopo la partita di venerdì? Un’ora e mezzo».

immagine MENO TRAFFICO, meno ingorghi, meno difficoltà a parcheggiare, meno ultras in giro. Sono questi i motivi che fanno dire ai residenti: «Benissimo, facciamo traslocare il campionato di calcio». «Se uno — puntualizza Elettra Fenati, mentre fa shopping nel mercatino del sabato accanto allo stadio —, per disgrazia, deve uscire di casa in automobile durante un match, tanto vale che si spari un colpo alla nuca». E c’è anche chi questo problema lo solleva da quel dì. «Tempo fa — riassume Pier Giuseppe Tugnoli — un centinaio di abitanti della zona raccolsero le firme da sottoporre ai vigili urbani per dimostrare che, durante gli incontri, i tifosi parcheggiano sui passi carrai, spostano i cassonetti, provocano danni alle strade. Per questo dico: Bologna, vai pure a Medicina».

IN QUESTO CORO di pareri favorevoli per la ‘nuova casa’ del calcio made in Bo non manca qualche eccezione. Sono contrari soprattutto i tifosi. «Venire qui — spiega Luca Lorenzoni, mentre la fidanzata lo squadra con aria interrogativa — è un rito. Sono affezionato a questo posto, allo scorcio su San Luca. Un’arena vicino a Budrio è troppo fuori mano». Perfino nel titolare della pizzeria San Gennaro (uno dei locali più vicini al Dall’Ara) prevale il cuore del tifoso. «Lavoro anche senza partite — si lamenta Salvatore Amendola —, ma non posso immaginare questo stadio svuotato di tutto. Almeno ci facciano altre manifestazioni sportive». «Sì, venire qui è una fede», ammette Andrea Righi.immagine Il padre Gino lo guarda contrariato. «Non ascoltate mio figlio — lo corregge —: i residenti non ne possono più delle partite. Forza Cazzola!».

Marcella Cocchi

VIA ZAMBONI E DINTORNI

Commercianti contro il Comune
'No alla pedonalizzazione'

Ascom e Confesercenti bocciano il progetto, avanzando possibili problemi anche per i residenti. Di parere avverso "Bologna vivibile" che esorta Palazzo D'Accursio e il quartiere San Vitale a proseguire sulla strada intrapresa 

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ZIA ZAMBONI E DINTORNI Bologna, 25 novembre 2006 - Ascom e Confesercenti stroncano il progetto di pedonalizzazione della zona universitaria di Bologna. Le riserve delle associazioni dei commercianti sono venute a galla ieri durante un incontro al quartiere San Vitale impegnato in un giro di consultazioni sul progetto, liquidato come "astronomico". immagine

"Niente grandi progetti troppo grandi e troppo complicati - lo boccia il presidente di Confesercenti, Sergio Ferrari - non e' possibile nemmeno ipotizzare percorsi di questo tipo, ci sono ostacoli insormontabili. Noi siamo per le piccole pedonalizzazioni". I forti dubbi dei commercianti, espressi anche da Ascom, riguardano sia possibili difficolta' per attivita' commerciali della zona, sia per i residenti.

"Il divieto d'accesso fino alle 24 suscita molte opposizioni negli stessi residenti, che avranno difficolta' a ricevere altre persone a casa loro - spiega Confesercenti - ci preoccupa poi il divieto ai motorini, non si puo' pensare che la bicicletta sostituisca ogni altro mezzo di trasporto".

I commercianti non hanno invece nulla in contrario alla pedonalizzazione con nuovo fondo stradale e nuova illuminazione, in via delle Moline: anticipo della pedonalizzazione progressiva della zona universitaria che avra' la propria inaugurazione in dicembre. "Bene, fermiamoci qui", chiedono ora i commercianti. immagine

Di segno completamente opposto la posizione di "Bologna vivibile" che raccoglie 12 fra associazioni e comitati del centro, che ribadisce il suo "forte appoggio al progetto di ciclo-pedonalizzazione della zona universitaria"; in particolare, viene apprezzata l'idea di una mobilita' sostenibile impostata su pedoni e ciclisti, ma anche trasporto pubblico, soprattutto per "la riduzione del traffico privato che costituisce un rilevante elemento di degrado peggiorativo della qualita' della vita per l'inquinamento, il parcheggio selvaggio, il rumore, la congestione stradale, l'insicurezza che determina".

Ben vengano dunque, dice il cartello di comitati, i "divieti di accesso per auto e moto efficacemente garantiti dalle telecamere: una misura indispensabile per migliorare la qualita'" della zona universitaria.

"Bologna vivibile" e' anche convinta che la pedonalizzazione andra' a beneficio del commercio perche vengono favorite "vivibilita' e fruibilita' del territorio". Per questo "Bologna vivibile" esorta Comune e quartiere San Vitale a proseguire sulla strada intrapresa per "realizzare l'integrale pedonalizzazione della zona universitaria entro la fine del mandato".

 

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Conto alla rovescia per il Motor Show, dal 7 dicembre tutti in pista a Bologna con 109 anteprime mondiali

RIVOLUZIONE DEL TRAFFICO
Arriva la stretta sui permessi per il centro
Sotto la lente dell'amministrazione i contrassegni per handicappati che, come ha illustrato l'assessore Maurizio Zamboni, crescono a un ritmo di mille all'anno. Stop anche per i veicoli commerciali

RIVOLUZIONE DEL TRAFFICO Bologna, 27 novembre 2007 - Calano i furgoni che circolano nel centro storico di Bologna, il ticket a pagamento e' fermo ad una media di 67 accessi al giorno e ora e' in arrivo la stretta dei controlli sui permessi handicap. Quest'ultima misura, in gestazione da mesi negli uffici del Comune, verra' illustrata dall'assessore alla Mobilita', Maurizio Zamboni, solo nelle prossime settimane, ma l'amministrazione e' decisa a dare un taglio all'uso disinvolto di questi permessi, che crescono ad un ritmo di mille all'anno. immagine

Oggi sono 7.300 (l'anno scorso 6.500),per un totale di autorizzati ad entrare nella Ztl in auto di 65.397 persone. In realta', il nuovo corso di Palazzo D'Accursio ha gia' cominciato a limare le autorizzazioni, a cominciare da quelle per i veicoli commerciali.

Il pagamento introdotto nei mesi scorsi per le merci ha tolto finora dalle strade del centro cittadino 6.700 furgoni (da 29.358 di fine luglio a 22.599 di oggi), mentre si e' passati da 22.710 a 17.498 permessi per questa categoria di veicoli, con un incasso per i contrassegni merci di 1,3 milioni. E' l'inversione di un trend alla crescita dei mezzi commerciali che durava da alcuni anni.

"L'introduzione del concetto di pagamento- osserva Zamboni, che oggi ha tenuto una conferenza stampa sull'argomento- ha reso necessario valutare se c'era convenienza ed effettivo bisogno di avere un permesso". Tra i mezzi che sono rimasti, in piu', sono in aumento quelli ecologici: i pre-euro sono oggi ridotti al 4%, mentre quelli a metano e gpl sono passati dal 3% al 6% dei totale.

"Il ticket- ribadisce Zamboni- viene utilizzato per lo scopo per il quale e' stato introdotto, cioe' per esigenze straordinarie. La temuta invasione del centro non c'e' stata". Quanto ai ticket giornalieri e da 96 ore per i non autorizzati, se ne vendono tra gli 80 e i 100 al giorno, ma la media da luglio e' di 67 accessi al giorno. Mentre sono crollate le richieste ai vigili di permessi da 96 ore per il centro storico (a ottobre 2005 erano 1.455, a ottobre 2006 sono stati 687) che del resto l'amministrazione togliera' dalla circolazione a fine anno.

La prossima tappa nel contenimento degli spostamenti in centro mettera' nel mirino i contrassegni handicap: non limitando i permessi concessi dall'Ausl, leva impossibile da utilizzare, ma dando un giro di vite sul terreno dei controlli. In sostanza colpendo ilmalcostume degli abusi che vengono fatto dei permessi stessi.immagine A settimane Zamboni presentera' il piano di battaglia a cui gli uffici stanno lavorando da nove mesi.

DEGRADO
Ascom tira a lucido via Petroni
Domani mattina via, dunque, all'iniziativa di pulizia straordinaria: dopo i residenti è la volta dell'associazione dei commercianti. Punto d'inizio la cancellazione delle scritte sui muri

DEGRADO Bologna, 27 novembre 2006 - Ascom tira a lucido via Petroni, cancella i graffiti e lava il marciapiede. L'associazione dei commercianti di Bologna risponde cosi' alla richiesta di attenzioni arrivata qualche settimana fa da un gruppo di residenti e operatori della strada emblema del degrado cittadino.

immagine All'indomani dell'accensione delle luminarie volute dal Comune per dare un segno della presenza delle istituzioni nella zona universitaria (questa sera l'inaugurazione con il sindaco Sergio Cofferati), anche Ascom scende in campo. Domani mattina via, dunque, all'iniziativa dipulizia straordinaria. Gli interventi riguarderanno innanzitutto la cancellazione delle scritte sui muri intonacati di entrambi i lati della strada. Non solo, nel caso che vengano nuovamente imbrattati, l'associazione si impegna a ritocchi successivi. immagine

immagine"Con questa iniziativa- sottolinea il presidente Bruno Filetti- diamo concretezza agli incontri che abbiamo avuto con i cittadini e i commercianti di via Petroni. C'e' bisogno di dare un segnale preciso perche' la strada deve tornare ad essere un luogo vivibile e frequentato".Ascom, conferma Filetti, intende proseguire la sua azione di lotta al degrado. immagine

"E' un compito arduo- ammette- ma questo nostro primo intervento di pulizia, che segue quello effettuato dai residenti sulle colonne del lato portico, rappresenta un impegno preciso e tangibile". Nel frattempo sono state affisse sui muri della zona universitaria 20 bacheche (ce ne sono altre 10 in arrivo) per i volantini degli studenti. Un gesto "coraggioso" da parte dell'Universita', "meritevole di sostegno" e che "non deve restare isolato", secondo Otello Ciavatti del comitato di piazza Verdi.

Data la quantita' e materiali, di bacheche ce ne vorranno in prospettiva molte di piu', "ma c'e' il problema-osserva Ciavatti- che si possono affiggere solo sui muri universitari. Si trattera' di chiedere a privati e altre istituzioni il permesso. Occorre cominciare fin da ora le pratiche". Nel frattempo"occorrera' togliere dai muri ora, per quanto e' possibile e dopo quando le bacheche saranno sufficienti, il resto, ossia quell'enorme quantita' di carta che ha formato un secondo intonaco. Ci deve pensare Hera da subito". In futuro, poi, secondo Ciavatti, non dovranno essere solo i giovani a pulire i muri.

"L'interlocutore- sostiene il rappresentante del comitato di residenti- deve essere un organismo che comprenda Comune, Hera e Universita'. Nel frattempo siamo d'accordo con i vigili di mantenere un rapporto quotidiano, monitorare la situazione e compiere anche un gesto simbolico, tutti insieme, vigili, studenti e cittadini in via Zamboni: una giornata di pulizia dei muri".

 
  

 
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SEMINARIO DELLA MARGHERITA: GLI INTERVENTI

Post n°479 pubblicato il 27 Novembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

immagine   www.domenicocella.it 

  
Invito all´incontro su Legge elettorale e Referendum

Nell´ottobre scorso sono stati depositati presso la Corte di Cassazione i quesiti da sottoporre a Referendum popolare per l´abrogazione di parte delle modifiche alle legge elettorale varate dal Centrodestra sul finire della scorsa Legislatura.

L´Associazione Democrazia e Uguaglianza  

MARTEDI 28 NOVEMBRE ORE 20,30

a Bologna Viale S. Cavina 4  con il prof. Andrea Morrone,  docente di diritto costituzionale della Università di Bologna e componente del comitato promotore nazionale del referendum.Circolo Benassi

***

Verso il partito democratico

La fase costituente nelle mozioni di Rutelli e di Parisi per i Congressi della Margherita. Una proposta: prima eleggere le dirigenze delle singole regioni, poi la dirigenza nazionale. No a punti irriducibili di contrasto.

Prometto ai lettori della mia mail-list di non tediarli troppo su questi argomenti. Però come si fa a tenere per sé o a limitare a piccole cerchie,  preoccupazioni e soprattutto problemi che hanno a che fare col bene di tutti?

Ormai abbiamo capito che il partito democratico, o dell'Ulivo ((la convergenza di DS, Margherita, altri partiti e associazioni, singoli elettori senza "partito")  è la vera garanzia di durata e di efficacia del  governo di Romano Prodi e di ogni altro governo di centrosinistra,  come può esserlo un grande partito (grande di voti e si spera anche  di intelligenze)  che preservi i governi dalla instabilità e dalla frantumazione  dell'indirizzo politico. Naturalmente i partiti dovrebbero soddisfare anche altre esigenze (per esempio,  dovrebbero promuovere ed organizzare la partecipazione dei cittadini alla formazione dell´indirizzo politico ...).

In questi giorni il Segretario della Margherita Rutelli e il Ministro Parisi hanno presentato due distinte mozioni  in previsione degli imminenti  congressi della Margherita (congressi che preludono allo scioglimento). Ovviamente le due mozioni si diffondono (distinguendosi) sulle modalità costituenti del nuovo soggetto politico unitario.

In realtà, sia l'una che l'altra mozione (mi sembra di poterlo dire dopo aver attentamente confrontato i due testi) immaginano la futura formazione come un vero e proprio partito, non una federazione (e tantomeno una confederazione) di partiti che intendano comunque conservare una loro qualche autonoma esistenza.  Sia per Rutelli, sia per Parisi, l'integrazione deve esserci e deve essere piena,  insomma deve essere una fusione. Non capisco pertanto come possa qualche sostenitore di Rutelli parlare di federazione .

Entrambe le mozioni  fissano un termine entro il quale le cose debbono per così dire precipitare e il nuovo partito essere pronto per le sue sfide:  per Rutelli è un periodo  compreso tra la fine 2007 -inizi 2008, per Parisi il termine non può andare oltre il 2008.  Sembrerebbe che Parisi sia più ...attendista di Rutelli!

Ma ...

Entro quei termni per entrambi si deve eleggere la dirigenza (un Consiglio/Direzione e  il Presidente nazionali) del nuovo partito,  ma  per Rutelli lo deve  fare una Assemblea costituente (cioè una assemblea di delegati, per quote da definire di DS, Margherita, altri partiti ed associazioni), per Parisi deve farlo direttamente  una grande elezione nazionale aperta ad ogni elettore simpatizzante.

Per Rutelli  DS e Margherita dovrebbero fortemente governare sia la preparazione sia la celebrazione dell'Assemblea costituente, dandosi reciprocamente garanzia di preservare tra di loro un sostanziale equilibrio;  insomma, nel Consiglio che dovrebbe scaturire dall'Assemblea costituente i due partiti dovrebbero essere egemoni e  in condizione di sostanziale parità. Per Parisi gli uomini di DS e Margherita non dovrebbero naturalmente mancare, ma senza marcare  dominanze, previe intese e apparati  indistruttibili di potere, affidando invece alla diretta elezione popolare  dei nuovi dirigenti la speranza di  qualche presenza inedita, di qualche spontaneità e libertà in più.

In effetti,  sarebbe deludente che la Margherita (il partito al quale appartengo e del quale posso parlare con qualche cognizione di causa) riproducesse nel futuro Consiglio del partito democratico  il profilo della sua dirigenza attuale.  Ho contato gli uomini della Direzione e dell'Esecutivo nazionali, gli uomini che prendono le decisioni e quelli che fanno le cose:  sono nella grande totalità parlamentari, con una piccola cerchia di consiglieri regionali; irrisorie le altre presenze (dal mondo delle professioni, della cultura, del volontariato, dell´impegno civico locale).  Insomma gente molto indaffarata:  in parlamento, persino nel governo; nel partito fa quello che può,  occupa soprattutto la posizione (anche in vista della futura conferma in Parlamento). 

Altro che partecipazione dei cittadini, libertà e contendibilità democratica! Non conosco  in che condizione siano i  DS, ma temo  ...

Eppure non mi convince molto che il vero fattore pesante di fondazione del futuro partito debba essere la grande elezione su scala nazionale  proposta da Parisi.

Non ho obiezioni di principio all´elezione diretta dei dirigenti da parte degli elettori simpatizzanti: meglio di  Assemblee per quote di pochi già noti. Che corrano almeno il rischio di una elezione, anche di una grande elezione!

Penso invece che "prima" di un´elezione dei dirigenti nazionali, un partito che vuole essere veramente "nuovo" debba eleggere le dirigenze delle singole regioni. Facciamolo a scadenza ravvicinata (entro i primi sei mesi del 2007,  per prevenire ogni tempistica nazionale), facciamolo col metodo di Parisi (elezione diretta da parte dei cittadini simpatizzanti), ma facciamolo, facciamolo almeno dove si sia in grado di farlo. Spererei in Emilia-Romagna.

Sarebbe, intuitivamente, un´elezione immediatamente alla nostra portata, alla portata delle nostre modeste ma pur sempre resistenti relazioni.  In definitiva, sono proprio le nostre relazioni, le nostre relazioni ordinarie e continuative, a fare di una votazione un vero fatto democratico,  e non un plebiscito. 

Piantate le fondamenta nei territori regionali,  anche la costruzione nazionale del nuovo partito ridurrebbe le proprie difficoltà e precarietà.

P.S.  Tra le altre cose, la mozione Parisi invita a "proseguire l´affidamento agli elettori della scelta del titolare dell´indirizzo politico nazionale, così come già avviene ai livelli di governo locali e regionali".  E´ l´elezione diretta del Premier di Governo da parte degli elettori.

Temo che una proposta del genere lacererebbe, in modo pressoché insanabile, non solo la Margherita, non solo il futuro soggetto unitario, ma l´intera alleanza di centrosinistra.  Qui sarebbe forse saggio tornare sui propri passi.

Caro Franco immagine
Secondo me tu hai fatto una sintesi un pò affrettata dell' intervento di Rambaldi al seminario della Margherita dell' altro giorno . Rambaldi ha detto che : - non dobbiamo scordare che abbiamo (come Unione) vinto le elezioni per 24.000 voti . - al prossimo confronto elettorale non possiamo presentarci contando su un tale margine . - per aumentare i consensi bisogna portare dalla parte del centro- sinistra voti che questa volta sono andati al centro destra . - questo è il compito che spetta al partito democratico . Banale ? Scontato ? Direi che non è nè banale nè scontato ; anzi aggiungerei che non è detto neanche che il discorso si basi su assunti veri . Infatti alcuni pensano che le cose stiano in maniera molto diversa, quasi contraria . Rambaldi crede nella teoria classica delle democrazie : ovvero, in breve, che il successo di una coalizione venga deciso dall' elettorato centrista, indeciso per definizione, che, spostandosi di qua o di là determina il successo del centrodestra o del centrosinistra . Altri ritengono invece che in Italia non ci sia nessuna osmosi tra la metà destra dell' elettorato e la metà sinistra e che i comportamenti elettorali degli italiani siano governati da una sorta di appartenenza etnica chiaramente immutabile . Anche gli appartenenti alle ali estreme sentono questa appartenenza etnica, ma in maniera molto passionale ; tanto passionale che se la politica della loro coalizione non scalda a sufficienza i loro cuori si ritirano nell' astensionismo anche a costo di creare la sconfitta della propria coalizione-etnia . Secondo i primi per avere successo bisogna corteggiare i centristi, secondo i secondi bisogna corteggiare gli estremisti . A occhio e croce mi sembra che la teoria più praticata, sia dal centrodestra che dal centrosinistra, sia la seconda . E si potrebbe andare ancora avanti a discutere . Ma potrebbe essere un bell' argomento per i seminari del PD . Ciao Guido immagine

Cari amici,Vi giro questo messaggio

 E' una voce diversa ma utile al dibattito politico di questi giorni.

Spero di fare cosa gradita

Cordialmente Giovanni Mascaro.

Il dibattito sul Partito democratico

immagine  Del Turco: grande idea, ma nasce senza i socialisti

“Il Partito democratico è una grande idea politica, la discussione che la sta costruendo è assolutamente inadeguata, mi pare difficile che possa darci quel grande Partito democratico rompendo i rapporti con tutto ciò che appartiene alla migliore storia democratica europea che è il riformismo socialista".

Per il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, il Partito democratico che Ds e Dl stanno costruendo è già privo di una componente importante della tradizione laica, quella, appunto, del suo partito: la socialista. "Sta per venire fuori un partito che è giustizialista da un lato e con una quantità di laicità scarsa, se vogliamo dirla così; ecco, questo non interessa a noi socialisti; mentre un partito che sia garantista e rispettoso di tutti i credi religiosi ma anche della separazione tra la responsabilità dello Stato e della politica rispetto ai ruoli delle grandi religioni, un partito così è un partito che ci interessa molto. Anzi, è il sogno di ogni socialista, una grande forza che con il 40% partecipi all'alternanza del potere avendo alla base valori che sono i valori fondamentali. Non c'è nessun partito socialista in Europa - aggiunge Del Turco - che sia giustizialista, non c'è nessun partito socialista in Europa che sia agli ordini di questo o di quel vescovo di questa o quella confessione religiosa. Credo nel Partito democratico, non credo nei meccanismi che sono stati messi in moto. Nessun governo è mai stato popolare quando ha messo le tasse- aggiunge poi il presidente della Regione Abruzzo in merito all'esecutivo Prodi - l'unico che è riuscito in questo miracolo fu il primo Prodi, quando mise la tassa per l'ingresso in Europa, un gigantesco colpo di genio politico di Prodi, però quello è stato l'unico caso della politica in Europa. Noi in Abruzzo abbiamo gli stessi problemi che ha trovato Prodi, un bilancio che fa schifo. C'è un ciclo della democrazia che è chiaro a tutti - prosegue Del Turco - nel momento in cui si avvia l'azione di governo, nei primi due anni, due anni e mezzo, devi fare le scelte più impopolari per poter accumulare le risorse e lo slancio da spendere per le innovazioni e le grandi riforme. Questo è quello che pensa di fare Prodi ma è quello che penso di fare anch'io, e cioè investire in novità, nel rinnovamento della politica tutti i sacrifici che stiamo chiedendo agli abruzzesi. Io, però - conclude Del Turco - sono convinto che Prodi riuscirà prima dell'estate prossima a dimostrare l'efficacia della sua cura”.

 

 
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