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Post n°36 pubblicato il 08 Marzo 2007 da a.benassi
Senza neve non c'è pace sui Lepini, e così che ha preso corpo un campo all'Erdigheta dal 23 al 25 febbraio. Organizzato dall'ASR '86 ma ben frequentato da molti, oltre a grandi mangiate di gamberi di montagna, ha partorito una bella punta che ha portato la grotta oltre i 450. Brutta storia i meandri dell'Erdigheta, brutta anche per gli standard lepini, noi abbiamo sempre preferito le nuotate sull'altopiano di gorga al tuca-tuca del Semprevisa & company, ma certo che anche da quelle parti le storia si stanno facendo intricate. Tra Ouso Consolini, Occhio della farfalla, Capo d'africa, Erdigheta, sarebbe il caso di cominciare a pensare almeno un paio di colorazioni incrociate per cominciare a dare un verso alla strana circolazione di acque che punta verso Pian della Faggeta. La speleologia del lazio comincia finalmente ad entrare anche lei nel tempo dei Sistemi complessi, adesso bisogna sperare che gli speleologi del lazio siano abbastanza saggi da capire che questo significa fiducia e collaborazione reciproca.
Post n°35 pubblicato il 07 Marzo 2007 da a.benassi
Tag: Simbruini Il 24 e 25 marzo, cercheremo di fare un pò di chiarezza sull'abisso Nessuno. Dopo aver inutilmente messo il naso in un paio di finestre e nella strettoia finale, ci resta una zona di risalite e traversi intorno a -200, a causa dell'inverno poco freddo le osservazioni sulla circolazione d'aria non c'hanno aiutato molto, la situazione sembra un poco contorta, con aria aria che entra fino ad un certo punto, e aria che soffia appena arrivi nei pressi del 50. Nella migliore delle ipotesi quindi si sarebbe in un ingresso medio basso, nella peggiore, l'aria dal fondo potrebbe essere solo ricircolo legato alle cascate, mentre quella che entra potrebbe risalire in una zona di meandri stretti prima del 50 e finire in qualche camino che magari sbuca sotto qualche sasso lungo la cresta non lontano dall'ingresso. Come al solito tutto o niente.
Post n°34 pubblicato il 06 Gennaio 2007 da a.benassi
Ovvero mille e una scusa per passare un vita sui lepini 1° Parte – Altopiano di Gorga - Inverno, il Pratiglio può aspettare tranquillamente qualche mese; uscire dall’acqua per ritrovarsi ricoperti di una crosta di ghiaccio spessa un dito non è il massimo. Ma oltre al Pratiglio, cos’è rimasto sull’altopiano, dove si potrebbe riporre speranze ed aprire nuovi fronti? Anche senza neve l’inverno comincia a far circolare aria e correnti. Difficile pensare di trovare nuovi ingressi, visto che sembra ne siano rimasti solo di chiusi da terra e sassi, di quelli che vedi solo con le chiazze tra la neve. Ma tra tutto il già fatto e già visto, qual è la situazione? Ad oggi nell’altopiano tra Gorga Morolo Supino e Carpineto ci sono quasi un centinaio di buchi e buchetti non tutti catastati, quasi tutti rivisti, quasi tutti senza umane speranze, ma qualcuno… Intanto cominciamo dalla cartografia, per capire di cosa sto parlando, sulla lista speleolazio nella sezione documenti si trova una carta della zona con le posizioni di quasi tutto. Sono circa 30 chilometri quadrati, forse troppi per cercare a caso quindi: (1) Grotta di monte catello, la fonte bibliografica è il buon vecchio libro di alberta felici, ottima fonte di cui fidarsi, dal rilievo sembra un bella galleria di grosse dimensioni 5-8 metri che si apre dal nulla e nel nulla chiude. Cioè sul rilievo chiude solo che non si capisce per niente su cosa e soprattutto cosa sia una galleria del genere in quel posto. Considerato che siamo sopra valle cisterna, bassi bassi, l’idea che ci eravamo fatti è che potesse trattarsi del troncone di una misteriosa paleo risorgenza, magari anche in qualche modo legata allo scorrimento profondo di Campitelle – Campo di caccia. Forse si tratta di fantaspeleo, ma nonostante si sia andati a cercarlo più di una volta noi ancora non l’abbiamo trovata, considerato che è stato visto l’ultima volta forse 30 anni fa chi lo trova vince almeno una bambolina. Acquecciola (12), Putine (3) e Cannoa (2) niente da fare, al massimo brutte foto. In tutta la zona attorno tanti campi solcati, ma anche tanta boschina bassa bassa dove i pozzi si nascondo bene, tutta la zona di fossa antica potrebbe anche riservare sorprese. Inghiottitoio dei Briganti (11) questo a catasto proprio non c’è, e dire che era anche bello grosso. Il posto è buono, sotto ci dovrebbe passare il collettore di Campo di Caccia, purtroppo tappa su fango, ma tra frana c’è una diramazione che sembra continuare, ci sarebbe solo da rompere una lama. L’acqua ci va e ce n’è andata tanta, aria non è chiaro, ci siamo stati solo una volta in mezza stagione. Chissà. Sotto la strada per fontana canale, dove in carta son segnati tre puntini ed una bella freccia di vento, si apre Ottobre Rosso, anche questo a catasto manca. Aria c’è, soprattutto in estate soffia ben bene, comportandosi da ingresso basso. Ingresso basso di cosa? La prima idea che c’è venuta è stato il Due Bocche, che potrebbe andare a passare proprio la sotto. Dopo averlo aperto abbiamo scoperto che sotto il fosso si trovano strani monconi di meandri, pozzetti beanti, e tutto un campionario di cose strane spesso con aria e dove in primavera finisce parecchia acqua. Per adesso non c’abbiamo capito nulla. Fermi su fondi dove non si capisce bene quale sia il trucco da cercare. Si scende circa venti metri, ma la zona è interessata da una grossa faglia ed a saperci cercare bene ci deve essere dell’altro. Il Sacco (25) questa è una cosa seria, -200 circa, con acqua ed aria (uscente in inverno, ingresso alto, così almeno l’abbiamo visto a febbraio), è grotta tanto da capire quanto da esplorare: il nodo è il p.60, ramo a monte con corso d’acqua perenne, con risalite evidenti solo da fare, finestre alte a metà pozzo, impostate su strati a 45° di pendenza, forse ributtano sul fondo, forse lo bypassano.Anche al fondo aria strana tutta da capire. Tutta la zona attorno ci sono pozzi e pozzetti, catastati e non, tutti scarsi. Quinto Elemento (vicino al 22), ingresso alto del Due Bocche, tanto cercato, disostruito, esplorato e rilevato, c’ha fregato a -50 su meandro stretto, parecchio. Aria da ingresso alto forte e sicura, il ramo attivo del Due Bocche va proprio li. Esplorazione sicura. A Campo di Caccia la via per il sotto mondo passa solo per l’inghiottitoio omonimo, abbiamo passato quasi dieci anni a cercare altri ingressi. Risultato niente. Tutti i buchi attorno non vanno da nessuna parte e non hanno un filo d’aria. L’unica cosa incognita è rimasta L’acqua delle cornacchie (17) riportato dal bollettino dello scr n°7, esplorato dallo stesso nel ’76, è d’allora che nessuno lo rivede Rilievo e descrizione dell’epoca lo danno che prosegue in condotta con acqua, di aria non si parla. Potrebbe essere un pozzo senza speranza legato proprio all’acqua del Merlo una piccola sorgente in zona, oppure potrebbe essere qualsiasi cosa. Noi l’abbiamo cercato all’infinito, niente da fare, altri hanno fatto lo stesso, uguale il risultato. Il problema è che le coordinate sono sbagliate alla grande, l’imbocco è piccolo, ed a volte i pastori tappano. Per ritrovarlo forse bisognerebbe andare a pescare i vecchi esploratori. L’ouso di colle ruso è un bel pozzo (32) ti ci fa credere ma niente fare, toppo sigillato e niente aria; altra storia la grotta della neve (32) niente pozzo, solo dolinone, qualche ramo e salette, ma soffia una strana quantità d’aria in estate. Ingresso basso o trucco da ricircolo. Non siamo riusciti a capirlo e abbiamo anche rinunciato. Il pozzo di monte pilocco (13) da catasto sembra niente 15 metri, ma tanto per vedere tutto l’abbiamo cercato, inutilmente. Il posto è bello, Città di roccia e campi solcati che sembra di essere in Vetricia, se fosse quello buono, altrimenti bel giro e belle foto. L’inghiottitoio di Campitelle (14) per ora è solo un’astratta speranza. Obbiettivo buono per gruppi numerosi dediti agli scavi infiniti, è sicuramente la porta principale per entrare sotto Campitelle, bisogna vedere quante serrature tocca scardinare. Portarsi secchio, pala e guanti, fango assicurato. Le nuvole di buchi in zona non meritano di perderci tempo, chiusi e senza aria. Pozzo delle foglie, luisa, del gufo ecc. niente da fare, belli gli ingressi, magnifica la posizione rispetto a quello che c’è sotto, ma finisce li. Sul piano del pratiglio solo tante doline occluse. Unica eccezione un inghiottitoio misterioso: il banana dura dove un po’ d’aria sembra girare. Nessuna certezza. Dirigendosi verso la cresta del semprevina troviamo qualcosa di meglio. Il pozzo indomito (già pozzo del bosco atro a catasto) proprio sotto la cima più alta potrebbe diventare un bella storia. Pubblicato nel notiziario n°6 scr con un rilievo molto approssimativo, si comporta da ingresso alto con un buona corrente d’aria, dopo una strettoia disostruita da noi, si scende un pozzo parallelo purtroppo ostruito su frana, l’aria esce da li, ma anche da un meandro condottina, stretto stretto, appena sopra. Portarsi tanti botti. Lavoro duro, ma considerato che attorno ci sono cose come il Fato ed il Pratiglio, potrebbe valerne la pena. Spostandoci ancora verso pian della croce c’è più di qualcosa da vedere. Grotta di fonte serena (la424) non segnata in carta, un occhiata al n°6 scr e un bel costume, poi si è pronti per una nuotata e forse qualche esplorazione in risalita. Stessa storia per la risorgente del fiammifero, possibile sorgente del principale affluente del Ouso di passo pratiglio. Possibile per direzione e acqua, al limite del probabile per quote. Posto strano da capire. Chiudiamo con un salto a Fossa agneluca, zona bella e misteriosa, anche qui la parola d’ordine scava per entrare, però nella zona varrebbe cercare meglio magari qualcosa di nuovo esce fuori, e poi c’è il Ferro, cosa seria e promettente, ma questa è un’altra storia.
Post n°33 pubblicato il 06 Gennaio 2007 da a.benassi
Comune di Morolo, loc. Rava La Monna Coordinate: long. 0°43’19” lat. 41°42’18”Quota 1270 slm Non Catastata Il primo tratto in cui si avverte con violenza la circolazione dell’aria (uscente in data 24-2-2002) di circa 10 metri si presenta in gran parte colmato da riempimenti terrigeni, segue un primo approfondimento che immette in una saletta e quindi in uno stretto meandro alto alcuni metri e che si sviluppa per circa 40 fino al primo salto armato (2f), P10; dalla saletta alla base si perviene subito all’attacco di una serie di 2 saltini P6 e P7 (1f+1f) che portano al traverso sul P25 (2f+1f). Il pozzo immette in una struttura già importante della grotta, per la prima volta si trova acqua, che proviene da un fuso parallelo alla cui sommità si intravede un meandro. Questa zona, ancora asciutta rappresenta l’ambiente ideali per molti chirotteri. Parte quindi un lungo tratto di meandro vadoso (40m), alto 10-15 metri, da percorrere alto, in parte attrezzato con alcuni traversi a cavallo degli sfondamenti, fino ad un P10 che riporta sul fondo. L’acqua si perde nella parte bassa e la si ritroverà solo piu’ avanti. Seguono una serie di condotte in parte freatiche piuttosto regolari, in avanzato stato di senescenza e riempimento; seguono due salti P8 e P7 che immetto con continuità sul P30 (1s+1n) a fondo cieco (che drena le acque del meandro precedente). Questo si traversa a dieci metri dal fondo per immettersi in una piccola condotta fossile (1s) che sbuca in un ambiente con caratteri differenti per roccia e circolazione idrica, con apporti dall’alto dove si vede chiaramente una facile prosecuzione. Da qui parte la discesa per il P50 (2f+1f+1f) che uscendo da un fuso minore (forte stillicidio) si immette in una grande struttura a forra. Questa presenta almeno due grandi terrazze fossili poste a valle, da cui potrebbero partire vari livelli di gallerie fossili, come dimostrano i numerosi imbocchi che occhieggiano. Verso monte la struttura prosegue alta, a circa 20 metri dal fondo, e drena le acque perdute nel pozzo cieco ed altre la cui provenienza è sconosciuta, per un portata di circa 1-2 l/s Sono ben evidenti le giaciture degli strati, fortemente inclinati, ed in cui si riflette il gradiente della galleria (45-50°). Dal fondo si risale uno spartiacque di frana aldilà del quale si diparte l’imbocco di un livello fossile (armato) e la discesa di un pozzo P10 (1f), il meandro si fa alto e si cammina su cenge traversando fino alla partenza del P25 (1n+1s+1n). Alla base di questo si ritrova l’acqua (principale?) la quale scompare nuovamente in un pozzo-foro, Il Gorgo, di circa 15-20 metri, fortemente battuto dall’acqua. appena dopo il foro, esattamente a livello ma non alimentato almeno in condizioni normali (evidente ringiovanimento del sistema), si stende un grande lago (lungo circa 30 metri) che occupa il fondo della galleria. Questa si presenta con pareti regolari e di altezza indefinita, forse direttamente collegata con le strutture del P50, si notano molte colate concrezionate che fanno ipotizzare livelli superiori percorribili (forse partendo dal traverso in parte attrezzato). Traversato il lago (1n+1n+1n+1n) La Via della Rosina, si arriva ad una insaccatura concrezionata, dove questo tracima leggermente sotto una grande colata calcitica. Una stretta condotta disostruita (fortissima circolazione d’aria), Piccolo Serpe Bavoso, permette di affacciarsi in caduta sul P20 (segue l’armo+1n) ampio e da cui si diparte subito un ambiente fossile molto concrezionato che forse permette di raggiungere altre gallerie alte. Alla base del pozzo il meandro, molto alto ed in parte arrampicabbile riprende a scendere fino ad pozzo-colata asciutto, stimato in 15 metri con alla base un lago, piu’ avanti si vede cadere acqua dall’alto. La corrente d’aria è sempre forte e distintamente avvertibile. Alla base di questo pozzo si trova una sala con abbondanti depositi fangosi, nei quali sotto una colata si perde tutta l’acqua, che proviene dall’alto, compresa quella di alcuni piccoli arrivi ciechi. Difficile pensare ad una disostruzione, mentre alcune diramazioni fossili non permettono di raggiungere prosecuzioni importanti. Alla sommità del salto precedente, un livello fossile, a cui si giunge traversando sul pozzo, permette di percorre un meandro che in breve porta ad affacciarsi su una caduta d’acqua che è la medesima del fondo, e che si rivela essere il getto proveniente dal Gorgo. Dimostrando come l’intero lago sia in realtà una profonda vasca sospesa, una struttura abbastanza anomala e che meriterebbe di essere maggiormente approfondita. Che giri faccia l'aria resta un mistero da approfondire. La profondità stimata della grotta, dovrebbe essere di circa 230 metri. cfr. anche il bollettino di federazione n°3 Dall’ingresso a questo fondo, con grotta armata, circa 1-2 ore
Post n°32 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da a.benassi
Tag: Turchia'97 «Due milioni sul venticinque nero»
Post n°31 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da a.benassi
Tag: Turchia'97 “Eravamo ad est, ad est del resto del mondo.
Post n°30 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da a.benassi
Tag: Turchia'97 Sesto piano, ufficio 49, signora sulla cinquantina (signora in un ufficio turco, già strano), ci guarda con aria forse un po’schifata, posso anche capirla, e ci fa accomodare sfoderando un gagliardo benvenuti in inglese.
Post n°29 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da a.benassi
Tag: Turchia'97 «Tr – Tr, Tr – Tr.»
Post n°28 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da a.benassi
* Sabato 11 ottobre “Ovvero che ci faccio in Anatolia, per non parlare del perché mi ritrovo a dormire sotto il pergolato di un ristorante lungo la strada di Maden guardando passare i carri armati…”
Post n°26 pubblicato il 28 Dicembre 2006 da a.benassi
E’ vero che tocca farsi quasi novemila chilometri, che ogni cosa che si muove o è velenosa o vuole mangiarti, che l’ultima volta c’hanno arrestato venendoci a prendere in grotta con i fucili spianati e l’acqua allo stomaco, ma quando arrivi nel carso laotiano del khammuane, li sei sicuro che i meandri te li puoi proprio scordare. Doveva essere un ritorno in grande stile, una bella svernata al caldo, poi è finita che ho dovuto dare buca anch’io causa prossima paternità. E così che in questi giorni a tenere alta la bandiera delle esplorazioni tropicali sono in tre: giovanni (pollo), Pacu, e fabio. L’ultima volta che li ho sentiti erano appena partiti da Thaket con guida e permessi, almeno questa volta evitano l’arresto. Il ritorno è per la metà di gennaio, di cose a metà ne avevamo lasciate parecchie. Se questa volta non ci sono problemi siamo già in corsa per organizzare la prossima. Obbiettivi già individuati, alcune belle zone di carso a lame dove giocare ai piccoli lemuri tra un pilastro e l’altro come sugli tsingy in Madagascar e finalmente dopo cinque spedizioni orizzontali, farsi una bella scorpacciata di pozzi.
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Inviato da: a.benassi
il 21/09/2010 alle 17:18
Inviato da: Scintilena
il 20/09/2010 alle 16:23
Inviato da: Scintilena
il 20/09/2010 alle 12:36
Inviato da: Cescosauro
il 28/05/2009 alle 00:50
Inviato da: Anonimo
il 23/11/2008 alle 09:01