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2016 V° Centenario della Prima edizione dell’Orlando Furioso

Post n°335 pubblicato il 06 Aprile 2016 da marialberta2004.1
 

clicca sull'immagine: Tiziano, Ritratto dell'Ariosto  (presunto), olio su tela, 1515 circa, Museum of Art, Indianapolis, Stati Uniti.  Fonte: Wikimedia Commons

CLICCA TAG, in alto a sin., poi CLICCA ARIOSTO, per altre notizie su Ariosto, e per la Bibliografia 

Maria Alberta Faggioli Saletti

2016 V°Centenario della Prima edizione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, a Ferrara, nel 1516, Editore Giovanni Mazocchi di Bondeno (in 40 Canti).

Il 22 aprile 1516 viene pubblicata la prima edizione ferrarese dell’Orlando Furioso: Orlando Furioso de M. Lodovico Ariosto da Ferrara, allo illustrissimo e reverendissimo Cardinale Donno Hippolyto da Este suo Signore,  impresso in Ferrara, per Maestro Giouanni Mazocco dal Bondeno, a dì XXII de aprile MDXVI (1516), in 4°.

Le successive edizioni ferraresi dell’Orlando Furioso sono: Ferrara 1521, Giovanni Battista Della Pigna, in 40 Canti; Ferrara 1532, Francesco Rossi da Valenza, in 46 Canti. Orlando Furioso è un poema (narrazione in versi), in ottave (strofe  di otto versi endecasillabi), con dedica al cardinale Ippolito d'Este.

La prima carta (frontespizio) ha il titolo e l’impresa dello stampatore con le iniziali del suo nome I.M. (Ioane Mazocco). La seconda carta ha un Privilegio di Papa Leone X, in data 27 Marzo 1516. Un volume storico, scritto in caratteri romani, a due colonne  (Bartolomeo Gamba, Serie dei testi di lingua e di altre opere importanti nella italiana letteratura, Bassano 1805, p. 15).

Nel maggio dello stesso anno, il 1516,l’Ariosto che ha chiesto il libero transito per il Mantovano della carta necessaria proveniente da Salò, si reca a Mantova con una cassa di copie dell’Orlando Furioso (che contiene lodi dei Gonzaga, oltre a quelle degli Estensi), per donarlo e venderlo alla corte,e il marchese Francesco gli concede un privilegio per impedirne ulteriori stampe non autorizzate (Ludovico Ariosto e i Gonzaga,Rassegna documentaria a cura di Daniela Ferrari, Mantova, Sacrestia della SS. Trinità 5-30 settembre 2012).

 

Ariosto, autore, finanziatore e distributore della propria opera!

In piena epoca di diffusione della stampa, il capolavoro letterario dell’Ariosto è pensato e curato per la pubblicazione a stampa. Il successo dell'opera è immediato, nella cultura alta e in quella popolare (la cultura orale), anche al di fuori dell'area ferrarese.

Ci si può chiedere con quale ruolo professionale, Giovanni Mazocchi abbia firmatola prima edizione dell’Orlando Furioso, dato che l’Ariosto è intervenuto personalmente in tipografia, affinchè la stampa fosse fedele al suo manoscritto, con correzioni soprattutto nell’ortografia (segni ortografici) e nella punteggiatura, con interventi per il rispetto della logica e dell’armonia poetica, e investendo propri capitali (Tina Matarrese, Ludovico Ariosto, Enciclopedia dell’Italiano, Treccani, Roma 2010)?

Chi era Giovanni Mazocchi da Bondeno?

Secondo Giuseppe Agnelli (studioso, direttore novecentesco della Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara), “il suo buon nome di tipografo è dovuto assai più all’importanza degli autori che alla bellezza delle edizioni” (Giuseppe Agnelli, La stampa a Ferrara,a Cento, a Comacchio, in Tesori delle biblioteche d'Italia. Emilia e Romagna, a cura di Domenico Fava, Milano 1932, pp. 451-483).

Studi recenti informano che egli  fu attivo a Ferrara dal 1508 al 1518-19), come “librarius”,“cartolaro”, libraio (fornitore della corte estense), tipografo, editore.

La bottega, sede di fiorente tipografia e l’abitazione erano in via dei Sabbioni (attuale Via Mazzini), ma sembra che si limitasse a ospitare i torchi e a mettere in vendita le stampe. Il proprietario degli strumenti tipografici era l’umanista Pontico Virunio, mentre il ruolo di editore, unico committente e fornitore della carta, spettava a  Ludovico Bonaccioli, medico ducale e docente dello Studio ferrarese (Eleonora Azzini, Giovanni Mazzocchi,Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 2008, Volume 72; Daniele Biancardi, Giovanni Mazzocchi, Analecta Pomposiana, vol. XXXIX 2015).

Sicuramente la casa editrice ha raggiunto la sua vetta più alta con la stampa della prima edizione dell’ Orlando Furioso di Lodovico Ariosto.

L’incipit dell’edizione 1516

Vale la pena riportare l’incipit dell’edizione 1516: Di donne e cavallier li antiqui amori/le cortesie l[’]audaci imprese io canto/che furo al tempo che passaro i Mori/d’Aphrica il mare, e in Fra[n]cia nocquer tanto/tratti da l[’]ire e giovenil furori/d’Agrama[n]te lor Re, che si diè vanto/di vendicar la morte di Troiano/sopra Re Carlo Imperator Romano.

Dopo la straordinaria fortuna iniziale, questa stampa del poema viene dimenticata, anche perché superata dall’edizione del 1532.

Recentemente, la prima versione del poema è stata ricostruita, sulla base delle copie superstiti, dall’italianista Marco Dorigatti che ne ha curato l’edizione critica: Ludovico Ariosto, Orlando Furioso - Secondo la princeps del 1516, edizione critica a cura di Marco Dorigatti con la collaborazione di Gerarda Stimato, Leo Samuele Olschki, Firenze 2006.

Le iniziative per la celebrazione del V° Centenario della prima edizione del Furioso

Nel 2016, ricorre il V° Centenario della prima edizione del Furioso: la città di Ferrara si appresta a celebrarlo con varie iniziative tra le quali spicca una mostra d’arte al Palazzo dei Diamanti: dipinti, disegni,sculture, libri, armi e manufatti di eccezionale bellezza - alcuni dei quali dei maestri nominati dal poeta stesso, come Mantegna, Dosso, Leonardo,Sebastiano del Piombo, Michelangelo e Tiziano, condurranno il visitatore tra le pagine del Furioso, facendo rivivere il fantastico mondo cavalleresco che nutrì l'immaginario dell’Ariosto e raccontando giochi, sogni e desideri di quella società delle corti italiane del Rinascimento di cui egli fu cantore sensibilissimo(www.cronacacomune.it).                                                

 

 

 
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Commenti al Post:
giorgio.2007
giorgio.2007 il 19/05/16 alle 15:43 via WEB
“ Le donne, i cavalier, l’arme, …. “ che suggestione questi versi, e quale struggente ricordo di quando negli anni ’50 frequentavo la scuola professionale Teodoro Bonati di Ferrara dove la brava, anziana, corpulente Signorina Bonazzi, mia insegnante di Italiano, dall’alto della cattedra con il braccio destro alzato, quasi a voler scandire il ritmo, declamava rapita questi versi. Solo in queste occasioni la numerosissima e solitamente turbolenta mia classe zittiva sopraffatta dall’ispirata insequante.
(Rispondi)
 
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