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« Maria Alberta Faggioli SalettiGiotto, La Cappella degl... »

Giotto, La Cappella degli Scrovegni a Padova (1303-1306).

Post n°412 pubblicato il 30 Aprile 2019 da marialberta2004.1
 

 Maria Alberta Faggioli Saletti 

Clicca sull'immagine: Padova Scrovegni, Giotto, Nozze di Cana.

Giotto. Biografia breve (1267ca. -1337) 

IIA Parte- La Bottega di Giotto per le imprese dei Francescani, di Papi e di Re  10  

 Ormai Giotto può accettare lavori in proprio: egli è in grado di riorganizzare i cantieri artistici, perché è ormai a capo di una Scuola e di una fiorente e articolata bottega, quindi può compiere imprese straordinarie, non solo per i Francescani, ma per Papi e Re, e nella stessa Firenze.

Le sue capacità imprenditoriali lo portano a diversificare attività e investimenti (noleggia telai a tessitori che non possono permettersi di comprare lo strumento di lavoro) e ad acquistare case e terreni.

 

Numerose sono le carte (le Fonti) riguardanti il Giotto privato degli anni attorno al 1300: atti di acquisto, vendita, affitto di terre, prestiti, piccole liti.

Un secondo soggiorno a Roma è presso Bonifacio VIII (papa  dal 1294 al 1303). L’unica presenza documentata di Giotto a Roma è presso Papa Bonifacio VIII.

 

Nel 1297, a Roma è impegnato nella loggia della Basilica di San Giovanni in Laterano all’epoca residenza papale.

Al primo piano si trovava l’aula conciliare con la loggia coperta dalla quale Papa Bonifacio VIII ha indetto il primo Giubileo nel 1300.

Per l’Altare Maggiore della Basilica di San Pietro esegue il Trittico Stefaneschi oggi nella Pinacoteca Vaticana.

 

La sua presenza a Firenze nel 1301 è documentata.

 

1303-1311 Giotto, è spesso a Rimini (Crocefisso, nel Tempio Malatestiano 1310 ca.) e a Padova. 

Il ciclo di affreschi giottesco eseguito a Padova, nel Palazzo della Ragione, è andato distrutto nell’incendio del 1420 e rifatto da pittori di minor talento (1425-1440).

Tra il 1303 e il 1305/6, a Padova affresca la Cappella di Enrico Scrovegni, e al Santo, nella Sala del Capitolo, svolge un ciclo di affreschi dei quali rimangono poche tracce.

 

Nel 1307 è sicura la presenza di Giotto nella decorazione della Basilica francescana di Assisi.

 

A Firenze si stabilisce nel 1311 e torna nel 1320.

Nella città egli  ha realizzato opere in gran parte perdute, smembrate, disperse.

Tra le opere di Giotto rimaste a Firenze:

Madonna in trono con il Bambino e Santi, in San Giorgio alla Costa (1290/95), oggi nel Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte a Firenze, 

il Crocifisso in Santa Maria Novella (1290/95) tempera e oro su tavola,

il Polittico della Badia Fiorentina (Chiesa a Firenze), "Madonna col Bambino e i Santi Nicola di Bari, Giovanni Evangelista, Pietro e Benedetto", 1300 ca. oggi alla Galleria degli Uffizi, a Firenze,

la Madonna in Maestà detta di Ognissanti, tempera e oro su tavola, 1310, oggi agli Uffizi (era collocata nella Chiesa di Ognissanti, a Firenze). La prospettiva del trono testimonia il nuovo rapporto con lo spazio ed esprime la modernità di Giotto.

Di Giotto, le decorazioni a secco, nella Chiesa di Santa Croce (Chiesa Francescana), delle Cappelle Peruzzi (Storie di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista ca. 1318-22) e Bardi (Storie di San Francesco danneggiate, 1325 ca.). 

In Santa Croce, la Cappella Baroncelli ha gli affreschi di Taddeo Gaddi fedele collaboratore di Giotto (1328-1338) e il "Polittico della Vergine", tavola a tempera e oro di Giotto e Taddeo Gaddi, forse frutto di una loro collaborazione del 1328, all'avvio della decorazione della Cappella (Federico Zeri, Catalogo delle opere di Giotto).

 

Nel 1327 si iscrive all’arte dei Medici e Speziali.

 

Tra il 1328/29 e il 1333 Giotto si reca a Napoli ricoperto di onori dal re Roberto D’Angiò per eseguire opere che non sono rimaste. Da Napoli passa a Bologna dove esegue il Polittico oggi alla Pinacoteca Nazionale (Madonna con il Bambino  ca. 1330).

 

Nel 1334 diviene “magister et gubernator” dell’Opera di Santa Reparata cioè è architetto del Duomo e delle fortificazioni di Firenze dove realizza il primo piano del Campanile di Santa Maria del Fiore (la Cattedrale), detto appunto Campanile di Giotto. Dopo la morte di Giotto, l’opera è realizzata da Andrea da Pontedera e da Francesco Talenti che ne ha modificato la sommità.

 

Nel 1335-36 è a Milano alla corte di Azzo Visconti per eseguire affreschi interamente perduti.

 

Tornato a Firenze muore l’8 gennaio 1337 (a 70 anni). E’ sepolto in Santa Croce.

 
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