Creato da liberemanuele il 26/01/2009

Catallaxy

ordine spontaneo vs ingegneria sociale

 

 

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L'inflazione, principio di tutti i mali.

Post n°32 pubblicato il 12 Maggio 2009 da liberemanuele
 

Anche il più convinto liberale... "... Ammetterà che il lassismo monetario della Federal Reserve ha diluito la responsabilità di quanti operano nella finanza. Se ha qualche conoscenza tecnica, sarà d'accordo sul fatto che la finanza è sovra regolamentata, con regole stupide come quelle di Basilea 2. Enfatizzerà forse il suo scetticismo dinanzi ai 'fondi sovrani' e altri marchingegni dirigisti immaginati dagli uomini politici. Ma alla fine vi sorprenderà affermando, con un qualche turbamento nella voce, che nel momento in cui la crisi c'è bisogna pur ricorrere ad un intervento delle finanze pubbliche. Bisogna salvare le banche dal fallimento, iniettando a tale scopo le liquidità monetarie necessarie, e per far questo le banche centrali devono abbassare i tassi di interesse e gonfiare la massa monetaria. ...". Così Jacques Garello ci avvertiva del virus keynesiano diffuso anche fra i più ferventi liberali, che dopo una soglia non sono più disposti a credere in quella che Frédéric Bastiat chiamava la "fede nell'umanità", ergo nel mercato.

In economia ci sono due scuole di pensiero che si scontrano frontalmente: quella keynesiana e quella austriaca. E' bene da subito capire la differenza alla base delle due: la prima è stata fondata da un santone che, cosciente della portata delle sue teorie, era altrettanto consapevole che la sua visione era più adatta ad una società totalitaria piuttosto che ad una libera. La seconda, quella austriaca, afferma la dispersione della conoscenza e quindi che l'azione umana debba essere lasciata libera. Insomma mentre gli austriaci si limitano ad un' osservazione curiosa e micro-economica, la scuola keynesiana osserva dall'alto le regolarità delle formiche che formano la società, ne sentono l'inclinazione autodistruttiva e ne pongono i rimedi. Tralasciando il fatto fondamentale che, se ciò che osservano sono formiche, loro stessi sono formiche.

Al dunque mentre l'economia austriaca sostiene una libera economia sostenibile, che produce quanto o più di quanto consuma, i keynesiani studiano e promuovono tutte quelle soluzioni di aggiustamento che trascendono l'economia spicciola.

" ... Se un'azienda consuma risorse per produrre beni che nessuno vuole, quelle risorse mancheranno al resto dell'umanità. Se il consumo viene spinto dal credito - o dalla moneta creata dal nulla, che è praticamente la stessa cosa - e non dal risparmio, vengono consumate delle risorse future. E se quel consumo non riesce a produrne almeno altrettante, quelle risorse domani non ci saranno più."

Paxtibi "la Voce del Gongoro" - La legge dei numeri

Parità aurea.

Chiunque nello studio economico - direi sociale -, prediliga un punto di vista macro-economico a quello micro-economico, sarà più disposto a concepire modelli economici ideali (pianificare), a sospettare quindi dei processi spontanei della società e così proporre delle soluzioni di controllo.

La prima misura storicamente adottata per realizzare ciò è stato l'abbandono del gold-standard, cioè che la quantità di moneta in circolazione equivalesse ad un quantità di oro e argento: la moneta è così mera unità di misura di preziosi. Questo vuol dire che non si può produrre moneta a piacimento (arma essenziale delle moderne politiche economiche), ma la produzione si basa su valori reali di ricchezza ed è indipendente dalla volontà politica. Agli inizi del novecento il noto ed influente economista americano Irvine Fisher , non riconosceva alla parità aurea la sua funzione economica e voleva così che i governi si appropriassero di tale funzione. La stabilità del potere d'acquisto della moneta , quindi il livello dei prezzi, devono essere mantenuti.

Dato che nel capitalismo è naturale che i prezzi scendano, visto che produttività e offerta delle merci aumentano in continuazione  - accrescendo così il valore reale degli stipendi -, Irvine Fisher fu responsabile delle politiche inflazionistiche che portarono ad ultimo alla Grande Depressione del 1929. Fatto il danno, durante gli anni '30 è facile capire come lo stesso Fisher fosse su posizioni pre-keynesiane auspicando: l'ampliamento della massa monetaria da parte della Fed e la spesa di deficit con imponenti programmi di lavori pubblici. 

" ... Con un sistema di corso legale, il nome valuta - dollaro, franco, marco (euro) - diventa il definitivo standard monetario, ed il controllo assoluto della fornitura e dell'uso di queste unità è necessariamente conferito al governo centrale. In breve la moneta inconvertibile è congiuntamente la moneta dello statalismo assoluto. ..."

Murray N. Rothbard "Milton Friedman svelato"

L'inflazione.

Come si autofinanzia un governo? La riduzione della spesa pubblica e la tassazione sono i metodi più sani e trasparenti. Ma attraverso l'inflazione un governo può promuovere imponenti politiche economiche senza dover rendere conto a nessuno.

Ovviamente i governi fanno finta di combattere l'inflazione, e lo fanno sostituendogli significato: Ludwing von Mises parla di una pericolosa "confusione semantica" introdotta dai governi per evitare di far riconoscere al pubblico il "responsabile", in quanto se ne ignorano le cause. Sono le "conseguenze" quindi, l'aumento dei prezzi, ad essere spacciate per "inflazione" - che ne sarebbe la causa - e non per l'inevitabile effetto. Come dice l'economista austriaco "Ne consegue che nessuno si preoccupa per l'inflazione nel senso tradizionale del termine. Dato che non potete parlare di qualcosa che non ha nome, non potete combatterla." L'inflazione è invece l'aumento della quantità di moneta e di banconote in circolazione e della quantità dei depositi bancari.

Il governo si trova molte volte a far fronte a ingenti spese, come quelle per la guerra, come fa a finanziarsi? Immanuel Kant, con il suo libro per la "Pace Perpetua", disse che per scoraggiare lo spirito guerresco dei governi, essi non avrebbero dovuto finanziare le guerre con il debito. Il fatto è che quest'ultimo si riveva il modo più agile ed efficace di farlo. Il debito a sua volta si può finanziare attraverso i titoli di stato (che non hanno controindicazioni essendo risparmio) e dalle banche commerciali, ma come scrive von Mises "il prestito dalle banche commerciali equivale a stampare banconote supplementari e ad ampliare la quantità di depositi contabili".

I governi adotteranno inutili iniziative per il controllo dei prezzi, ma sarà vano dato che alla radice sono impegnati in "una politica di aumento della quantità di moneta che li farà necessariamente salire".

Proviamo a ricordare cosa succedeva prima della crisi, tutti eravamo scagliati contro i fruttivendoli, i distributori di carburante, i commercianti, le gradi aziende: ai nostri occhi erano loro i responsabili dell' "aumento generalizzato  dei prezzi". Ne siamo proprio sicuri?

La svalutazione della valuta.

E' di gran moda oggi strombazzare per la diminuzione del tasso di interesse della moneta come politica di stimolo per le esportazioni. Come scriveva von Mises, l'esportatore "... dà via i prodotti interni ad un prezzo che gli permette di comprare soltanto una piccola quantità di prodotti esteri. E' vero, la nazione la cui valuta è stata svalutata esporta di più durante questo intervallo, ma ottiene nello scambio soltanto di meno o, come minimo, non più di quanto otteneva in precedenza per una minore quantità di beni esportati". Insomma questo porta a far si che dietro guadagni nominali si nascondano vere e proprie perdite - con consecutivo consumo del capitale - , che arrivati al dunque - la crisi che viviamo ne porta esempio - si fanno sentire.

"La fuga nei valori reali": il crollo.

L'espansione del credito e l'aumento di liquidità che derivano dalle politiche inflazionistiche e d'abbassamento del tasso di interesse, porta a una maggiore propensione al consumo e una minore selettività degli investimenti. Infatti dopo un periodo di inflazione, preso coscienza che i prezzi non scenderanno come promesso dal governo, inizia "la fuga nei valori reali". La gente non ha molta considerazione di fogli di carta che di giorno in giorno valgono sempre meno, così si corre a spendere.

Tutto ciò fa si che ... "i prezzi aumentano vertiginosamente, il valore della moneta precipita", quando le banche, data la fuga di risparmi ... "decidono di fermare l'espansione del credito, il movimento di crescita si trova inceppato, si percepisce bruscamente che l'impressione di 'redditività' creata dall'espansione del credito ha condotto ad investimenti ingiustificati.  ... Talune aziende riducono le loro attività e altre le fermano del tutto o dichiarano fallimento. I prezzi crollano; la crisi e la depressione che la prolunga nel tempo sono la conseguenza della fase di investimenti ingiustificati che è stata causata dall'espansione del credito. Le imprese che non dovevano esistere e che sono sembrate per qualche tempo in grado di produrre profitti  nelle condizioni fittizie create sul mercato dall'espansione del credito e dall'aumento dei prezzi, hanno smesso di essere 'profittevoli'. Il capitale investito in  queste aziende è perduto, dal momento che non è possibile rientrarne in possesso. L'economia deve adattarsi a tali perdite e alla situazione che determinano. In questo caso, si tratta innanzi tutto di restringere i consumi e costituire, grazie al risparmio, nuovi capitali, al fine di adottare l'apparato della produzione ai bisogni effettivi ..."

Ludwing von Mises "La teoria austriaca del ciclo economico"(1936)

 

E "basterebbe", davanti a politiche assurde, domandare al governo:

 "Quanto costa?" "Chi paga?"

 

Ringrazio l'Istituto Bruno Leoni e il blog "La voce del Gongoro",  per la possibilità di visionare alcuni documenti importantissimi per il post e non solo. Un altro ringraziamento va a Sara, che con la sua consulenza  - da bravissima studente di economia - in ore improbabili, mi ha permesso di sviscerare temi come inflazione, espansione creditizia e mi ha chiarito alcune tematiche di Keynes  confrontandoci - talvolta a testate - sui scritti di von Mises e von Hayek. Questo mi ha fatto scoprire che la "Scuola Austriaca" latita i libri universitari, pur essendo la scuola economica di gran lunga più coerentemente liberale e lo strumento di previsione più efficace contro le crisi.  

Scrivendo questo lungo post (mi scuso con chiunque abbia preso la briga di leggerselo), spero interessante, mi è divenuto chiaro quanto cause e soluzioni della crisi si somiglino. La stagflazione (i telegiornali parlano già di un aumento della benzina al distributore) è alle porte e tutto questo grazie alle politiche dei governi mondiali.

 

 

 
 
 
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