Creato da liberemanuele il 26/01/2009

Catallaxy

ordine spontaneo vs ingegneria sociale

 

 

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One size fits all_1

Post n°39 pubblicato il 26 Giugno 2009 da liberemanuele
 


Una misura per tutti. Il paese che meno aderiva a tale soluzione, gli Stati Uniti, alla fine c'è caduto. Certo, a noi europei ancora non ci batte nessuno: dopo il nazionalismo statalista (che nel novecento ci ha dato ampia prova di cosa voglia dire “una soluzione buona per tutti”), i nostri governanti hanno deciso che non era più sufficiente. Fortunatamente i popoli europei stentano ad andare dietro le decisioni prese dall'alto. Ma tant'è che volenti o nolenti, prima o poi il Leviatano europeo diventerà la realtà con cui la nostra libertà dovrà fare i conti.

 Torniamo oltreoceano. Scriveva Mingardi su “ilRiformista” del 31 maggio: “... il senso dell'emergenza e il carisma di Obama stanno imprimendo a quel Paese un'accelerazione invero rivoluzionaria. Il Presidente combatte, giorno per giorno, contro un principio che apparentemente godeva di grande consenso fra gli americani. L'idea che non ci siano soluzioni one-size-fits-all, "a taglia unica". Obama vuole automobili a taglia unica (sa perfino chi è giusto le costruisca), una sanità a taglia unica: sa lui cos'è meglio per i suoi elettori, e desidera che essi si acconcino a comprarlo, piaccia loro oppure no, coi soldi delle tasse.”

 Oggi il presidente statunitense si prepara a varare la riforma della finanza più grande dal 1929”, i cui punti cardine saranno: una Federal Reserve “super poliziotto”(come se il cattivo delle fiabe si mascherasse da eroe: se la cosa vi puzza siete mentalmente sani), una nuova agenzia che protegga i consumatori e i piccoli investitori (bene, ora se vi fregano sapete che è per il vostro bene e, soprattutto, sarete obbligati a mantenere chi ve lo dice) e il lancio di nuovi standard di capitale per le banche (la concorrenza tra piccole banche, dimostratesi sane, e grandi banche, che hanno amicizie importanti, ne risentirà in maniera decisa a favore delle seconde). Ovviamente da noi in Europa si plaude all'uomo che sta cambiando la faccia al mostro capitalista e appiattendo le differenze di regolamentazione tra i due continenti (che sia un primo passo verso il governo mondiale?).

 Ora il mondo finanziario si dovrà muovere come le trascendenti direttive del governo “comandano” - è bene chiarire, il governo non chiede: pretende -, come dire che il fallimento degli umani non sarà più ammesso e l'economia sarà supervisionata dal suo nuovo dio in terra.

 Se è ancora lecito scandalizzarsi, la cosa raccapricciante è che al principio di tutto questo c'è  una lettura palesemente sbagliata della crisi, fatta e propagandata dai responsabili.

“È un dato di fatto che questa crisi economica è stata causata da una mancanza di regole volte a prevenire abusi ed eccessi» ... «Una cultura dell'irresponsabilità si è diffusa da Wall Street a Washington fino a raggiungere la gente comune, e un settore finanziario regolato da misure varate durante la Grande Depressione del 20esimo secolo è stato spazzato via dalla velocità e dalla sofisticatezza dell'economia globale del 21esimo secolo”. Obama di economia probabilmente saprà poco, si fida della sua corte, ma sfiora il ridicolo con affermazioni di questo tipo – tanto più quando fatte con il tono grave e saccente di uno che sa cose che “noi umani non possiamo immaginare”.

 La crisi è figlia di un' inflazione galoppante, dovuta alle spese pazze del governo (intanto le misure di Obama – fonte sole24ore – sfiorano gli 850 miliardi di dollari di conto per i cittadini) e dall'immoralità di una FED che ha ridotto il dollaro a poco più che carta straccia - la stessa FED che sempre il governo promuove a guardiano.

Obama dice «il libero mercato è la forza generatrice della prosperità, tuttavia non deve essere un alibi per ignorare le conseguenze delle nostre azioni»: il problema più grosso di chi non crede nell'umanità, è la maschera paternale che puntualmente indossa. I dittatori coltivavano la loro iconografia, si facevano passare per i padri di famiglia della patria, eroi, modelli eterni, e ti dicevano: sei un bambino cattivo e io so cosa è meglio per te e i tuoi cari.

La stregua difesa del libero mercato non è la difesa di un sistema organizzato o comandato, in cui c'è chi decide e chi subisce – come in tutti i sistemi, democrazia compresa -, ma è la difesa dell'ordine spontaneo dell'umanità: la definizione migliore che gli si può dare – di cui io uso e abuso - è quella di Samuel Edward Konkin III “la somma dell'azione umana volontaria degli agenti produttivi”, che modificherei “di tutti noi”, perché bene o male per campare abbiamo tutti bisogno di interagire col prossimo e collaborare.

Quindi quando sento o leggo frasi come quelle sopra, che libero mercato va bene ma lo Stato deve vigilare sulla nostre azioni, vedo la falsità, l'inganno di chi velatamente vuole imporre il suo scetticismo verso l'umanità, vuole controllarci perché vede proiettata la propria grettezza d'animo su di noi e vuole salvarci.

Mi capita spesso di incontrare o parlare con persone che a parole sono tutte altruismo e amore per il prossimo. “Benone” dico io: se non ci fossero imposizioni e autorità “la libertà funzionerebbe” alla grande! Ma no! Puntualmente mi scontro con chi è solidale e altruista solo a imposizione e vuole uno stato che lo/la obblighi a ciò, che prenda i suoi beni e li ridistribuisca (andando ad arricchire i soliti noti, ma questo è un altro discorso): e allora ecco il successo di misure “one size fits all”, che magari non ci piacciono e non le reputiamo giuste, ma sono per il nostro bene e chi meglio del governo sa qual è il nostro bene?

Montanelli diceva: "La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi".

 

La libertà non piace, Obama si. 

 

 
 
 
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