"Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi. Non vi chiedo di scacciare il tiranno, di buttarlo giù dal trono, ma soltanto di smettere di sostenerlo; allora lo vedreste crollare a terra e andare in frantumi per il suo stesso peso, come un colosso a cui è stata tolta la base."
Étienne de La Boétie
« Marchionne si? Marchionne no? | La potenza della "opinione". » |
PRIMO CASO - Quello che si è concluso oggi in primo grado, davanti al giudice monocratico della quarta sezione penale Oscar Magi, è il primo procedimento penale anche a livello internazionale che vede imputati responsabili di Google per la pubblicazione di contenuti sul web. Il giudice ha disposto la pubblicazione per estratto della sentenza su Corriere della Sera, Repubblica e Stampa.
Sono stati condannati. Non per aver compiuto il fatto, ma per averlo pubblicato - o meglio, per amministrare una piattaforma libera dove è stato pubblicato. Ora, se il video non fosse stato visibile su YouTube e fosse rimasto sul cellulare che l'ha ripreso, noi oggi non sapremmo niente, i veri colpevoli sarebbero liberi di continuare con le loro "marachelle". Non è tanto grave la pubblicazione in sé, ma l'atto!
Adesso c'è chi grida per regole condivise - riguardano noi, ma le devono condividere lor signori, si intende - per la rete, perché cose del genere non devono essere pubblicate. Ma nascondere certe porcate equivale a far si che non accadano più?!!! Non mi pare una gran soluzione, anzi mi sembra quasi una giustificazione per fare quello che le tante vittime del web (facoltosi editori che hanno perso la sfida contro Google) sognano: controllare internet e mettere dei paletti.
Certo, scrive Mingardi su "Il Riformista" di oggi: «Se quello che si teme, dalla trasmissione di immagini di questo tipo, è un effetto-emulazione, è appena il caso di ricordare che esse hanno raggiunto un pubblico ben più ampio rimbalzando nei telegiornali dopo l' "esplosione" del caso».
Un attacco alla libertà? Si, tant'è che l'ambasciata americana ha protestato per questa sentenza senza precedenti.
Si vuole moralizzare chi offre un mezzo, deresponsabilizzando così chi lo usa. E questo vale per i telefonini, i pc, ma anche le armi o le strade: se uccido delle persone guidando, non credo vadano condannati i responsabili del percorso dov'è avvenuto il fattaccio!
Poi ecco Massimo Gaggi che sull'editoriale del CorSera di oggi ammonisce: «Può anche darsi che nella "Internet society" alcuni diritti e alcune libertà siano destinati a subire mutamenti rilevanti. Ma vorremmo che a deciderli non fosse un "softwarista"». Certo! Vuoi mettere? Meglio un politico che regola tutta le rete, che un informatico che ne gestisce una parte cui tu puoi scegliere se farne uso o meno!
Ma anche questo è parte della nostra cultura, anche questo fa parte della nostra religione civica: ci vogliamo considerare dei bambini, così ce la prendiamo con chi ci offre delle cose da grandi ...
CERCA IN QUESTO BLOG
LE "INDISPENSABILI" DAL WEB
MENU
I MIEI BLOG AMICI
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: ITALIANOinATTESA
il 25/02/2014 alle 00:27
Inviato da: liberemanuele
il 24/02/2014 alle 23:33
Inviato da: ITALIANOinATTESA
il 01/12/2013 alle 16:15
Inviato da: ITALIANOinATTESA
il 10/12/2011 alle 23:33
Inviato da: liberemanuele
il 04/07/2011 alle 19:07
AVVERTENZA.
Tutti i testi sono liberamente copiabili e riutilizzabili, le immagini sono prese dalla rete: eventualmente venisse riscontrato una violazione di diritti vari, gentilmente, AVVERTITEMI.