Creato da liberemanuele il 26/01/2009

Catallaxy

ordine spontaneo vs ingegneria sociale

 

 

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Si torna in ufficio ... allora parliamo di lavoro.

Post n°54 pubblicato il 21 Settembre 2009 da liberemanuele
 

Durante le ferie mi è capitato, in una discussione, di parlare di lavoro, di riflettere perciò perché c'è tanta scarsità di opportunità, nonostante ci sia così tanto bisogno di buoni lavoratori. Infatti la disoccupazione, soprattutto in questo periodo è un fenomeno ampissimo, sia qui che in tutto l'occidente. Eppure c'è grande scarsità di servizi e lavoratori. Le piccole medie imprese, sono praticamente impossibilitate ad assumere quando ne hanno bisogno, con non pochi problemi quando arrivano ordini importati, e sono costrette a tenere bloccate, nei periodi di crisi, persone che farebbero fortuna  in altri settori.

Sono convinto che il lavoro dovrebbe essere una cosa più semplice, in particolare nella nostra epoca dove determinati diritti sono ormai cosa diffusa - anche se a volte con colpevole superficialità. Sempre durante le ferie, mi sono letto un libretto, "Mercati sotto assedio" di Richard Epstein,  in questo - che per la verità non mi ha colpito molto, probabilmente per la lettura un po' distratta che gli ho dedicato - ho trovato un capitolo molto chiaro che parlava proprio di mercato del lavoro.  

"... Il primo punto da osservare è che le possibili debolezze di una posizione fortemente libertaria in tema di tassazione, infrastrutture, beni collettivi e cose simili non hanno un gran peso quando si parla di mercato del lavoro. Infatti, siamo davanti ad accordi bilaterali privati che anno ben poco a che vedere con la fornitura di beni collettivi. ..." *

  Ovvio che ai fanatici della nostra Costituzione, dove la Repubblica si basa sul "lavoro" ( "lavoro" che puzza di forzatura, di post schiavismo, dove "sinistra" - indovina un po' chi ha voluto l'articolo in riferimento ... - vuol dire intermediario necessario alla salvaguardia "dal" lavoro e si sancisce l'eterna lotta tra padrone e dipendente), non piacerà la citazione. Ma nella realtà il lavoro non è un bene collettivo. Il lavoro ci sfama ognuno individualmente, ma se alcuni di noi decidono di non lavorare, non vi è alcun disservizio per gli altri - mentre se viene a mancare una strada la disfunzione c'è, eccome. E dato che è cosa individuale, nessuno meglio dell'individuo può pensare e salvaguardare il suo personale interesse.

L'eccesso di regolamentazione ha portato alle distorsioni di cui tutti soffriamo. Di fatto c'è grossa carenza di alcune figure professionali, dai notai ai tassisti, dagli idraulici agli architetti. In più il mercato del lavoro manca di dinamismo. Non sempre ci è facile provare a migliorare la nostra posizione di lavoro, anzi è proprio dura se consideriamo la burocrazia con la quale bisogna fare i conti noi e i nostri datori.

Questa burocrazia crea quell'eccessivo formalismo che alimenta l'antagonismo tra le parti - che è poi la risorsa che fa la fortuna di sindacati e politica.

Un rapporto tra due parti uguali (i contraenti), a cosa porterebbe invece? All'impossibilità di chi offre lavoro di peggiorare le condizioni lavorative, dato che aumenterebbe il rischio di perdere una professionalità a lui utile (il lavoro che faccio non vale quanto guadagno, mi licenzio). Ma anche il lavoratore per parte sua, dovrebbe impegnarsi perché il suo operato valesse lo stipendio contrattato (non valgo quanto guadagno, mi licenziano).

Nonostante ciò, il licenziamento sarebbe "comunque" sconveniente per un'azienda: una ragione è" ... data dai costi davvero consistenti dati dal dover reclutare e formare una persona sostitutiva che si possa rivelare, oppure no, migliore del lavoratore licenziato. La seconda ragione è che i licenziamenti ingiusti potrebbero indurre gli altri lavoratori ad andarsene anche se le cose andassero bene, il che aggraverebbe il problema del reclutamento e del mantenimento dei propri dipendenti". *

Un rapporto informale avvantaggia tutti. La fiducia reciproca, impossibile quando c'è un' eccessiva regolamentazione che impone determinati comportamenti, porta a vantaggi concreti per entrambi. Un abbassamento dei costi di controllo sul lavoro, un rapporto personale e professionale migliore e, non ultima, una convenienza economica consistente per entrambi. L'abbattimento di tanti paletti onerosi ed inutili, aumenterebbe considerevolmente i margini di guadagno e porterebbe ad un maggior arricchimento delle parti.

L'ordine spontaneo garantisce auto-correzioni molto efficienti, questo renderebbe più facile per tutti non solo lavorare, ma realizzarsi e guadagnare.

" ... non è plausibile pensare che tutti i lavoratori non siano in grado di capire quali sono i propri interessi ed entrino in transazioni che li lasciano in condizioni peggiori di quelle precedenti, o che non riflettano il valore della loro produzione per l'azienda. Qui, come in molti altri settori, il libero accesso al mercato fornisce la difesa più potente e più solida ..." *

 

* Richard A. Epstein "Mercati sotto assedio - Cartelli, politiche e benessere sociale" IBLLibri

 

Qui c'è un bel pezzo di Serena Siloni apparso nel "chicago-blog" 

 
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