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De anima

Post n°1 pubblicato il 17 Settembre 2009 da greppjo
 

De Anima

Nel corso dei nostri studi ci siamo spesso sentiti interpellati  dagli  antichi e provocati a ripensare i luoghi comuni della nostra cultura. Questi uomini hanno dalla loro parte il fascino di un’antica sapienza e di una freschezza d’intuizione del reale, che, forse, la civiltà tecnologica  sembra aver smarrito.

Abbiamo condiviso con Seneca quella semplice eppure stupefacente scoperta , per cui  attraverso lo studio e la lettura si può spaziare liberamente per tutti i secoli passati, in una contemporaneità spirituale con i grandi uomini.

 ‘Quei gloriosi pensatori sono esistiti per noi, a noi hanno spianato la strada della vita...Siamo condotti dall’altrui fatica verso splendide verità , tratte fuori da tenebre  a luce.. Non c’è epoca da cui siamo esclusi, in tutte le età abbiamo accesso’ (Seneca, De brevitate vitae 14, 1).

 Nell’ambito di questo progetto, denominato De  anima ,ho voluto affrontare ,in sinergia con gli alunni, in modo forzatamente succinto,  data la mole degli argomenti e delle implicazioni, una tematica che ci ha molto affascinato: la nascita e l’evoluzione del concetto di anima, insieme al suo destino dopo la morte,  da Omero fino  al Cristianesimo .

Durante  questo laboratorio triennale di peregrinatio tra i classici , abbiamo percorso  la storia del pensiero greco con riferimento ai riti orfici, alla religione  dionisiaca, al pitagorismo, all’atomismo  fino a Platone ed Aristotele ; quindi, dopo Stoicismo ed Epicureismo,  siamo passati  a Roma, con Lucrezio, Cicerone, poi con Seneca e gli ultimi Stoici ; abbiamo concluso con un excursus rapido sull’Ebraismo e sul Cristianesimo delle origini, tramite una lettura, necessariamente sommaria, delle Lettere di Paolo di Tarso e dei  Vangeli.

Nel confrontarci con questi testi dei grandi del passato siamo stati perfettamente consapevoli che il tema è di quelli che fan tremare le vene e i polsi. Tuttavia, siccome condivido la tradizione che dopo ogni iter formativo sia importante dare conto delle   scoperte, tanto più volentieri lo faccio dopo questo particolare incontro che con gli alunni ho avuto con gli autori classici nell’ambito della storia letteraria greco-latina e cristiana. La nostra ricerca non ha avuto la pretesa di esaurire l’argomento: ci basterebbe suscitare qualche dubbio , prima di tutto in noi stessi.

 

Il nostro percorso di studio , Sull’anima,  ha preso le mosse da una constatazione: il nostro tempo sembra aver  decretato la morte del concetto di anima, come nel corso di secoli, se non addirittura di millenni, si era costituito.

Il declino dell’anima, profilatosi già nell’età antica con Democrito, Epicuro e Lucrezio, nell’epoca moderna si afferma decisamente intorno alla metà del XVII secolo con il filosofo inglese  Thomas Hobbes (1588-1679), il quale, sostenendo che l’uomo coincide con la somma dei poteri del suo corpo, pone fine alla millenaria tradizione di pensiero , che collocava nell’anima il principio della vita, del movimento, e la sede del pensiero e delle passioni.

Il superamento della concezione dualistica dell’uomo, come unione di anima e corpo, porta ad una visione materialistico - sensistica dell’uomo stesso, non più oggetto di analisi della filosofia, ma di una serie di scienze umane  (antropologia, psicologia, sociologia...), assimilabili per molti aspetti alle scienze esatte e della natura.

Secondo tali scienze, l’anima è un concetto superato, espressione di una forma ‘primitiva’ di razionalità, che percepisce la realtà secondo categorie magico - religiose.

La biologia oggi tende a sostituire la filosofia nell’indagine sull’uomo, considerato organismo vivente, prodotto di un processo di evoluzione : nell’uomo con lo sviluppo della scatola cranica e del cervello si sarebbe formata la capacità di pensare, la coscienza, che non sarebbe quindi la facoltà propria di una sostanza reale, l’anima, ma una capacità della materia. In altre parole, secondo la scienza, la materia è capace di pensare . In base a tale presupposto, non esiste più dualismo tra materia e spirito : l’uomo è solo corpo. La biologia e la neurologia, che si occupano della struttura  del cervello, dovrebbero quindi svelare i meccanismi alla base delle funzioni nobili dell’uomo : memoria, consapevolezza di sé , senso morale.

Il nuovo punto di partenza è dunque lo studio dei neuroni, delle sinapsi, delle molecole : nella fisiologia del cervello si nasconderebbe il segreto dell’origine di quello che genericamente nel corso dei secoli è stato chiamato spirito.

Dunque è  ‘morta’  l’anima come entità a se stante, principio immateriale, tradizionalmente ritenuto immortale, e talvolta considerato partecipe del divino , contrapposto al corpo materiale ?

Sembrerebbe  di sì.  Ma poi si ritorna a parlarne,  soprattutto quando

assistiamo in alcuni casi estremi ad una specie di cocktail di scienza e fantascienza, scienza e religione, tecnologia e magia. E’ il caso della prima presunta clonazione umana  (dicembre 2002), annunciata , ma tuttora non confermata da prove, da un esponente della setta raelista  dell’ex - giornalista sportivo  francese Vorilhon, fondatore di Clonaid, una società che si occupa di clonazione .

Il guru dei raelisti , che racconta di sè di essere stato rapito dagli extraterrestri nel 1973 e di essere stato clonato, promette di creare un meccanismo di riproduzione delle cellule più veloce di quello attuale . E quando saranno conosciuti i meccanismi di trasferimento della memoria, la clonazione permetterà di creare corpi vuoti, dentro i quali ogni essere umano potrà trasferire il proprio cervello ...  La clonazione, sempre secondo tali  teorie,  permetterà di accedere  dunque alla vita eterna !

Ma davvero, a parte queste fantasiose prospettive, tutto è riconducibile alla materia ?

Che la risposta non sia univoca, lo dimostra anche il fatto che nella filosofia moderna, contemporaneamente ad una visione materialistico - sensistica, si sia sviluppata un’idea dell’anima come coscienza, a partire dal razionalismo cartesiano del pensiero come  res cogitans  (sostanza pensante), autonoma rispetto al corpo e come prima verità certa su cui poggia l’intero sapere, a partire  dall’autocoscienza (cogito, ergo sum).

Inoltre agli inizi del XIX secolo, nell’ambito dell’idealismo tedesco, e in particolare in Hegel (1770 - 1831), nella dimensione della coscienza come spirito si manifesta l’unità della ragione divina e umana : attraverso il pensiero dell’uomo, Dio si riconosce  e si realizza nella storia del mondo.

 

Nel licenziare queste note generali relative al nostro laboratorio De Anima desidero fare due ringraziamenti in particolare. Il primo, semplice, affettuoso e pieno di gratitudine, a tutti gli alunni  epigrafati  in copertina e che con tanto impegno ed entusiasmo hanno lavorato alla riuscita di questo progetto.

Il secondo, altrettanto semplice e pieno di riconoscenza , allo stimato collega  professor Giustino Gabrielli che  nella sua  funzione di  Dirigente scolastico si è fatto mecenate di questa pubblicazione De Anima.

 

Fiorella Casucci

 
 
 
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