Creato da livio203 il 04/08/2008

Andrea Liponi

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ANZIANI CHE SCOMPAIONO

Post n°72 pubblicato il 18 Settembre 2010 da livio203
 

COMUNICATO STAMPA DEL 14 SETTEMBRE 2010

L’ASSOCIAZIONE PENELOPE RIVOLGE UN APPELLO A FAVORE DEI MALATI DI ALZHEIMER.

Abbiamo appena letto sul sito del giornale Alto Adige che OGGI, 14 SETTEMBRE, l’anziano scomparso  da S. Martino di Badia è stato finalmente ritrovato, dopo una settimana di ricerche. 

Un uomo di 88 anni, che si appoggia ad un bastone per camminare, scompare come nel nulla nel corso di una passeggiata in paese.   Viene cercato certamente con assiduità e competenza per diversi giorni, viene scandagliato il rio Gadera, ma  non si trova.  Possibile? 

Eppure sono molti i casi, di cui si interessa la nostra Associazione di familiari e amici delle persone scomparse, Penelope, assurdamente irrisolti di persone che non si trovano più, oppure che si trovano  solo dopo mesi o anni e solo per caso. 

Un altro anziano ospite di una casa di riposo era uscito per una breve passeggiata il 20 maggio 2010.  Anche lui è stato cercato e non è stato trovato per mesi, finchè, poco tempo fa, un contadino non si è deciso a guardare sotto un groviglio di piante rampicanti che coprono una scarpata, a poche decine di metri dal centro di S. Paolo Appiano, da dove la persona era scomparsa:  e trova il cadavere.  Una fine forse evitabile, se l’uomo si è trovato imprigionato nelle robuste liane e non è riuscito a liberarsi da esse, cadendo dall’alto.  Poteva essere salvato?  Forse sì, se i cani avessero individuato le sue tracce.  Pare che, infatti, questi abbiano condotto alla fermata dell’autobus, inducendo anche i familiari a credere che l’anziano si fosse allontanato di là,  raggiungendo la Bassa Atesina, dove talvolta si recava di sua iniziativa, magari con l’autostop.   Così la persona è stata cercata nella zona di S. Michele all’Adige, dove ne era stata segnalata la presenza:  nessuno ha pensato potesse invece essersi fermato così vicino, essersi infilato nella scarpata tra un vigneto e l’altro.

Una regola che abbiamo appreso dagli esperti di ricerche di persone scomparse è che purtroppo solo raramente le segnalazioni sono attendibili e che le persone anziane, soprattutto se malate di Alzheimer o di patologie simili, che scompaiono in zone campestri o di montagna devono essere cercate bene nel raggio di 500-1.000 metri, al massimo entro i due chilometri: entrambi questi casi confermano queste teorie, basate peraltro sulla statistica.  Inoltre, la ricerca di persone non è facile: l’esperienza dimostra che molto spesso, in zone di silvestri, l’individuazione di una persona non è facile, perché può essere occultata dalla vegetazione.  Infatti, per trovare l’anziano scomparso in val Badia ci è voluta una settimana.  Eppure sembra fosse stato segnalato proprio nella zona di Piccolino, in cui  stato trovato.

L’Associazione Penelope da tempo sostiene la necessità di fornire agli anziani, soprattutto a coloro che soffrono di sindromi psichiche o di vuoti di memoria (Alzheimer), di braccialetti elettronici che consentano di ritrovarli rapidamente in caso di allontanamento (o di scomparsa).  

Nell’ultimo incontro nazionale, tenutosi a S. Arcangelo di Romagna dal 10 al 12 settembre 2010, con la partecipazione anche del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse Prefetto Michele Penta, si è parlato anche di questo.   In particolare, la dott.ssa Elisa Corbari ha parlato della sperimentazione di uno strumento, simile ad un orologio, dotato di scheda sim, prodotto da una ditta di Ravenna, nell’ambito di un progetto sostenuto dai sevizi sociali di tre comuni della Romagna.  Questa e altre ditte, infatti, producono e mettono in commercio degli strumenti che consentono di tracciare il percorso fatto da un anziano e di ritrovarlo rapidamente se si allontani. 

Nel caso di questi due anziani scomparsi, di cui uno ritrovato purtroppo morto dopo oltre tre mesi, certamente l’adozione da parte delle case di riposo di un simile strumento avrebbe consentito il loro immediato ritrovamento e, magari, anche il salvataggio, con evidente risparmio di energie e di denaro (per le ricerche):  tutto sommato un affare, malgrado l’investimento necessario per dotare i pazienti che si muovono autonomamente di un bracciale, il cui costo si aggira sulle 260 €, più l’abbonamento annuo al servizio di localizzazione offerto dalla ditta costruttrice.

Noi crediamo che anche la Provincia di Bolzano potrebbe sostenere questo progetto salvavita, fornendo gratuitamente alle persone malate di Alzheimer o di patologie similari un bracciale elettronico, come presidio sanitario necessario per la loro sopravvivenza.

 

Bolzano, 14 settembre 2010.

 

LIVIO E MIRELLA LIPONI – ASSOCIAZIONE PENELOPE TRENTINO ALTO ADIGE.

 

 
 
 
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