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Quello che voglio da una donna o da un libro è che mi dia qualcosa che io non so, che mi comunichi uno scarto nella mia visione delle cose e del mondo, che apra una breccia nella mia coscienza.
Così imparo, mi arricchisco. Ho sempre bisogno di nuove donne e di nuovi romanzi. Ho profondamente bisogno di una continua "ritestualizzazione del mondo", perchè il mondo così com'è non mi va bene.
Occorre un cambiamento e bisogna crederlo possibile. Una donna un buon libro, non cambia il mondo, però cambia il suo modo di parlare e forse anche il suo modo di sentirlo.
Non c'è comunque la spontaneità di sentirsi all'interno di un grande gruppo, forse c'è il senso di appartenere ad una razza. Ma invece, io ho bisogno di credere che le correnti esistano ancora, che siamo tutt'ora parte se non di un progetto, quanto meno di una sperimentazione diversa dal quotidiano, con i nostri riti e i nostri cerimoniali differenti. Per cui alla fine, la nostra storia è anche un romanzo che parla dello svacco della nostra generazione ma soprattutto che racconta un modo di uscirne, un modo in cui come si diceva una volta, il desiderio si libera nelle parole e nei gesti. Kerouac ci ha insegnato a ricercare la verità nello stile e in se stessi. Questa lezione, questo suo insegnamento continua nella fantasia e nello spirito di noi " spledidi ultraquarantenni" ..................
ciao belli.
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Inviato da: alba.chiara65
il 10/09/2012 alle 16:26
Inviato da: aural2
il 24/04/2012 alle 22:14
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il 29/10/2011 alle 16:39
Inviato da: yaaba
il 07/10/2010 alle 22:45
Inviato da: pluribannato_segato
il 05/10/2010 alle 18:41