Creato da: hrothaharijaz il 27/12/2006
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RACCONTI: n.4

Post n°6 pubblicato il 28 Dicembre 2006 da hrothaharijaz
Foto di hrothaharijaz

Nel mio profilo vi avevo parlato del mio amore per i cani, amore condiviso anche dal resto della famiglia, mia moglie Mariella e mia figlia Francesca.

Da dieci anni vive con noi Caronte, un carlino color champagne. E' da lui che prende vita questo racconto, anzi e' lui che, con tutta sincerita', parla di noi e della sua esperienza in casa nostra.

                                                       DALLA TUA PARTE

Sono passati quattro anni, ma lo ricordo come fosse ieri, quando mamma Astrid mi prese in disparte e mi disse: "Caronte,hai visto quei signori che sono venuti oggi a casa nostra? Saranno la tua nuova famiglia. Stai tranquillo, avevano un buon odore, un odore di persone per bene, con loro sarai felice, probabilmente di piu' che in questa casa. Qui sei uno fra i tanti cani dell'allevamento, la sarai il solo e,vedrai che non mi sbaglio, sarai trattato come un principino.

Quella notte, dico la verita', non dormii molto, pensavo che a giorni avrei lasciato per sempre mamma Astrid, zia Bibi e le mie sorelline Clitemnestra e Crudelia, ma, a distanza di tempo, devo dire che le parole di mamma Astrid si rivelarono profetiche: a casa del nuovo papa' e mamma e della nuova sorellina, non sono un principino, sono un autentico re.

Dopo qualche giorno Io, Caronte, piccolo carlino di pochi mesi, lasciavo per sempre la mia casa di Oleggio e i miei primi affetti sotto una fitta nevicata, avvolto in un caldo e vaporoso scialle e ricoperto dai primi di una infinita serie di baci che mamma Mary avrebbe stampato sul mio caldo e umido musino negli anni a venire.

Una cosa mi ha immediatamente intrigato, quella che avrei avuto un nuovo papa'. il mio padre vero, Zodiaco, non l'ho mai conosciuto. Mamma Astrid mi raccontava che fu amore a prima vista; era un bel uomo, pardon, un bel cane, con un pedigree stellare e antenati inglesi. Quest'altro invece, il dottor Fiorenzo, a prima vista mi aveva messo un po' di soggezione; era un marcantonio di piu' di cento chili che, quando alzava la voce, faceva tremare i vetri di casa. Ben presto ho imparato a capire che, sotto quella scorza di uomo burbero, si nascondeva un cuore grande grande. Dalle sue mani mi arrivavano da tavola i pezzi piu' prelibati di carne e, di nascosta da mamma, mi faceva assaggiare certe prelibatezze che, al solo pensiero, mi viene l'acquolina in bocca.

Certo, con lui non c'e' da scherzare e, quando sento il suo vocione gridare: "Caronte", non mi resta che srotolare la coda e obbedire.

Di papa' Fiorenzo sono diventato, ultimamente, un po' geloso e, precisamente, da quando, rinunciando alla pappa (cosa che per me sarebbe inconcepibile), ha perso venti chili di peso e, andando in palestra al posto di starsene a casa a fare dei bei sonni, come faccio io, e' diventato, come lo definisce mamma Mary, un bel uomo. Dicevo, dunque, che prima, quando andavo a spasso con il papa', i complimenti erano tutti per me: "Ma che bel cagnolino! Cos'e'? un carlino?. Adesso i complimenti e gli sguardi li devo dividere anche con lui, soprattutto quelli delle signore e chissa' se mamma Mary sara' contenta.

Di mamma Mary non posso dire che tutto il bene del mondo; mi coccola, mi bacia, mi fa' giocare, mi prepara ogni sorta di pappa, mi porta a passeggio due o tre volte al giorno. Spesso approfitto della sua bonta' facendo il testone, la tiro con il guinzaglio dove voglio io e, anche se spesso la sento borbottare, sono convinto che mi vuole un bene dell'anima.

La mia sorellina Francy e', invece, un po' lunatica; l'aspetto con ansia sulle scale quando torna a casa da scuola e con trepidazione riconosco dal suo passo se la mattinata e' andata bene o male.

Spesso mi prende in giro e sono oggetto dei suoi scherzi ma io mi vendico, svegliandola al mattino presto, arruffandole col mio musetto i suoi lunghi capelli neri.

Una cosa mi lascia perplesso; perche' io comprendo il loro linguaggio e capisco tutto quello che dicono mentre, spesso, ho l'impressione che loro non comprendano quello che dico e faccio io quando abbaio?

Ad esempio mi sgridano perche' disturbo i vicini quando, alla sera, esco sul terrazzo e abbaio alla luna: "Che casino fai, Caronte, vieni dentro" mi urlano. Io non faccio altro che gridare alla luna: "Mamma Astrid sono qui e sono immensamente felice". Dovete sapere che la sera prima della mia partenza da Oleggio, mamma Astrid, vedendomi un po' triste, mi disse: "Caronte, quando sarai a Pavia e ti verro' in mente o vorrai parlarmi, guarda in cielo e vedrai la luna, dille quello che pensi e lei me lo riferira'". Ed e' quello che io faccio e grido alla luna: "Mamma Astrid, mi stanno preparando una pappa stratosferica", oppure "Mamma Astrid, domani partiamo per la collina".

Dovete sapere che in questa nuova famiglia ho tante case in cui abitare: La prima e' quella di Pavia, la mia preferita, se non fosse per il caldo d'estate; poi ce n'e' un'altra in collina, dove passiamo spesso i fine settimana, un'altra ancora in montagna dove mi portano d'estate a prendere il fresco. Di tanto in tanto si va anche al lago, dal nonno Sergio; sarebbe un bel posto anche quello ma, uffa che barba il nonno: "Caronte stai fermo, Caronte stai giu', Caronte no".

Il mio terrore, ogni volta che vedo i preparativi per la partenza, e' quello di essere lasciato a casa da solo o addirittura abbandonato; se ne sentono di storie di cani abbandonati dai telegiornali, ma mamma Mary penso proprio che un dispetto del genere non sara' mai capace di farmelo, anche se dovessi fare il monello.

Qualche volta vengo lasciato a casa da solo per qualche ora; non che la cosa mi renda immensamente felice, ma mamma Mary, prima di uscire mi tranquillizza sempre e mi lascia sempre un biscotto.

Un'altra delle cose che io ho sviluppato e' la capacita' di conoscere il mondo esterno attraverso la percezione degli odori, mi accorgo della presenza della mamma o del papa' attraverso il loro caratteristico odore. loro invece sembrano accorgersi di me con l'olfatto solo quando faccio qualche puzzetta e allora lo devi sentire papa' Fiorenzo: " Caronte cos'hai fatto, schifoso?". Cosa dovrei dire allora io di lui e di quelle che fa lui.

Dall'odore delle persone capisco poi se sono accettato o a malapena sopportato, dove sono stati la mamma e il papa' quando fanno ritorno a casa. Avverto con largo anticipo quando stiamo per arrivare a destinazioone o quando facciamo ritorno a casa; allora mi sveglio, mi stiracchio e incomincio ad abbaiare: "siamo arrivati, siamo arrivati". Dopodiche', mamma Mary, immancabilmente soggiunge:" Ma come avra' fatto a capire?" e io di rimando penso: "Ma cosa ce l'avro' a fare il naso".

A Pavia ho molti amici e con loro ci incontriamo, quasi tutti i pomeriggi al parco; c'e' Poldo, un carlino come me, Adhara, un'affettuosa golden retriver della mia eta', Sissy, una pintscher nana e Cannella una sinuosa e vivace cirneco dell'Etna.

In tanti mi chiedono se ho fatto i carlini; a parte che non so di preciso cosa voglia dire, forse sono ancora troppo piccolo. Per certe cose, quando mi prude il billo, c'e' il piede di mamma Mary; devo stare attento, pero', che in circolazione non ci sia papa' Fiorenzo perche', e non riesco a capire il motivo per cui a lui e' permesso di rotolarsi con la mamma e a me nemmeno la possibilita' di una strusciatina, mi fa' smettere urlando, come al solito:" Caronte, cosa fai?".

La mia vita qui e' felice, di piu' non avrei potuto chiedere al destino. Qualche volta pero', soprattutto prima di addormentarmi alla sera, sono assalito dalla malinconia e dalle ansie e la causa di cio' sono alcune frasi di mamma Mary che capto di tanto in tanto:" Quando non ci sara' piu' Caronte io senza carlini non ci sapro' stare, ne andro' subito a comperare un altro, anzi due". Perche' queste frasi? Ci sara' un giorno in cui io dovro' andarmene? non restero' con loro per sempre?

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A chi piacciono le storie di animali, con annesso e inevitabile spargimento di lacrime, consiglio un libro: Io e Marley di John Grogan - Ed Spearling & Kupfer

 
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