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(Gianfranco Fini)

 
 

 

 
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A mio modesto parere...

Post n°88 pubblicato il 09 Giugno 2008 da Verginello_71

(L'antefatto)

Sono anni che la critica nostrana e straniera si accanisce con ferocia e puntigliosità (il più delle volte giustificate) sul cinema italiano. Si lamenta una mancanza di idee, ciò dovuto alla scarsità di sceneggiatori validi. Perchè, è bene ricordarlo, l'anima di un film non è la regia; come non lo è l'interpretazione. Una sceneggiatura mediocre può essere compensata da una regia di qualità, da un cast solido e indovinato. Ma sempre mediocre resterà. E non potrà che far sentire il suo peso nello svolgimento della pellicola. Un regista, per quanto grande, non può fare miracoli. Altra accusa: il cinema italiano finisce sempre per imprigionarsi in storie uguali a loro stesse, dove a regnare sono sempre le storie minimaliste o che parlano di mafia. Intimità e /o mafia. Altro non sappiamo fare, oltre non sappiamo andare.

(Il fatto)

Al recente Festival di Cannes, s'è alzato un urlo fiero e liberatorio: IL CINEMA ITALIANO E' RINATO!
Premio della Giuria a "Il divo" e Gran Premio della Giuria al film "Gomorra". Non accadeva dal 1972, quando ex aequo si piazzarono "La classe operaia va in paradiso" e "Il caso Mattei".

Ora...almeno due cose a mio modesto parere, proprio non tornano.  La prima: il buon critico spara a zero sugli argomenti trattati dai nostri cineasti, salvo poi urlare al miracolo quando questi cineasti vengono premiati. Mi chiedo: dunque un film è da considerarsi valido solo quando viene premiato? E continuo a chiedermi: i due film in questione trattano lo stesso argomento. Uno in maniera cruda e diretta, l'altro in maniera (forse?) indiretta. Ma sempre di mafia/camorra si tratta. La seconda cosa che non mi è chiara: la natura del premio in sè. Si sa, chi partecipa ad un qualsiasi evento in cui si venga giudicati ed eventualmente premiati, spera/si augura di vincere. Per Berlino si vince l'Orso d'oro, per Cannes la Palma d'oro, per Venezia il Leone d'oro e così via. Ora, per quanto di prestigio sia un Premio speciale della giuria, resta sempre un premio che esula dalle votazioni che concorrono a premiare il miglior film. Oltretutto la stessa giuria che decide il vincitore della "cosetta" d'oro è la stessa che conferisce il premio "speciale". Perchè?? Si da un premio speciale ad un film, ma si decreta la vittoria del premio inerente alla manifestazione ad un altro. Mi pare una cazzata. Ripeto, capisco il prestigio ma non vedo una logica. Capisco, ad esempio, se valesse il discorso che vale per il Festival di San Remo, dove una giuria popolare decreta il vincitore, e magari la giuria ne decreta "moralmente" un altro.  Fatto sta che siam tutti gasati per i premi vinti dalle due pellicole (entrambe eccellenti, a mio avviso), ma di fatto a vincere è stato un film francese. Non mi pare ci sia motivo di urlare al miracolo. Boh, valli a capire 'sti Festival del cinema! Mi soffermo su un'ultima cosa. Ci lamentiamo spesso dell'idea che all'estero hanno di noi: mafiosi, qualunquisti, piagnoni, corrotti. E ciò ci fa incazzare, giustamente. Però continuiamo a fare film su mafia, camorra, sfighe varie, dolore. Ora, fermo restando che si deve pur parlare anche di questo, di che ci stupiamo se a certe manifestazioni ci presentiamo con opere che raccontano solo alcune realtà, sempre le stesse? Ci  vedono come mafiosi, e noi - per rispondere a tali ingiuriose accuse - che facciamo? Ci presentiamo ad un Festival internazionale con due opere (in concorso) che parlano di camorra e corruzione. Come se l'Italia fosse solo questo. Le cose sono due: o non siamo così (e allora sarebbe ora di scrivere sceneggiature che raccontino anche di un'Italia viva, invece che moribonda), oppure siamo così, ne siamo consapevoli e lo raccontiamo (senza lamentarci o piangerci addosso). Magari con la speranza che farlo possa servire ad esorcizzare i nostri problemi. Magari con la speranza che una bella storia possa smuovere le coscienze. Io spero non accada: se è un film a smuovere e svegliare le coscienze civiche di una nazione, vuol dire che quella nazione ha già issato bandiera bianca. Ma questo, come tutto il resto, è solo il mio modestissimo e ignorantissimo parere personale. Lunga vita al cinema!

 
 
 
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