Creato da Verginello_71 il 13/06/2006
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CALCINCULO

 

Calcinculo VIRULENTO a tutti quei tg che fanno servizi giornalistici su come la gente si sia lasciata prendere dal panico in merito all'influenza suina. Fatto sta che il panico è venuto perchè i tg ne hanno parlato. Troppo e a sproposito.

 

PERLE DI STITICHEZZA

 

"Sono convinto quanto voi dell'accanimento giudiziario contro Berlusconi, ma non dobbiamo lasciare nemmeno il minimo sospetto sulla volonta' del Pdl di accertare la verita' sulle stragi di mafia. Se ci sono elementi nuovi, santo cielo se si devono riaprire le indagini, anche dopo 14-15 anni! .,,
(Gianfranco Fini)

 
 

 

 

Povera (Al)Italia...

Post n°56 pubblicato il 20 Marzo 2008 da Verginello_71
Foto di Verginello_71

Dopo vent'anni di management scandaloso, vergognoso, indecoroso (e tutte quelle cose che finiscono in "oso") è davvero buffo vedere come tutti si stiano dando da fare per venire a capo di questo dilemma. I poveri dipendenti (ops pardon, esuberi....) ovviamente hanno le palle un tantino girate, visto che i primi a subire le conseguenze di una eventuale svendita a Air France, sarebbero loro. Berlusconi invita facoltosi imprenditori nostrani ad investire milioni di euro in una azienda che ha un deficit grosso come una galassia; ovviamente l'Italia è piena di imprenditori disposti a investire a fondo perduto i loro soldi, sopratutto pensando che i primi anni servirebbero solo ed esclusivamente a tappare quel famoso buco. Cioè a investire in perdita. Tutti convengono che una compagnia di bandiera debba rimanere tale, ed il fatto che Air France si sia rifatta sotto proprio in piena campagna elettorale, offre ai canditati altri pregevoli spunti su cui riflettere/promettere. Un tempismo che ha un che di....sospetto. Per carità, è solo un sospetto. Quando un problema non è risolvibile, non può più definirsi un problema, secondo me. Diventa un dato di fatto. Ed è un dato di fatto che non ci può essere un accordo che sistemi tutti, nemmeno sforzandosi. Troppi soldi in ballo, troppi soldi dati dai vari governi per tenere in vita questo obrobrio italiano (soldi nostri, ovviamente), troppe persone che rischiano il posto di lavoro. Troppi nodi. Io francamente non riesco a farmi una idea precisa di cosa sia meglio fare, proprio in virtù di queste difficoltà che reputo insormontabili. Forse sarebbe il caso di accertare l'avvenuto decesso del paziente, una volta per tutte. Niente svendite, niente regali, niente compromessi  a spese dei lavoratori/contribuenti (rimetterci per rimetterci, tanto vale farlo una volta per tutte). Solo un bel requiem d'addio. Dite che così è troppo? Mah.. A me vien solo da dire

                                                 
R.I.P.
                                               ALITALIA

 
 
 

L'uomo e il mare

Post n°55 pubblicato il 19 Marzo 2008 da Verginello_71

La mia poesia preferita, in assoluto.
(Da: "I fiori del male" - Charles Baudelaire)

Uomo libero, sempre ti sarà
diletto il mare - tua anima, specchio dove guardi
la tua anima scorrere infinita
come le onde. Non meno amaro abisso è il tuo cuore.

In questa che è la tua immagine ti immergi
con voluttà, con gli occhi, con le braccia l'afferri e dal rumore
di te stesso ti liberi se ascolti
la sua voce indomabile e selvaggia.

Tenebrosi tutt'e due, e discreti: fino in fondo
ai tuoi abissi nessuno è sceso mai,
uomo, né c'è del mare chi conosca
i riposti tesori: così li difende, gelosi.

Eppure, da tempi immemorabili ciascuno
di voi con quell'altro combatte - e non ha pietà, non rimorso,

da tanto che amate la carneficina e la morte
in una lotta eterna, implacabili, avvinti!



 
 
 

C'era una volta il PIL...

Post n°54 pubblicato il 18 Marzo 2008 da Verginello_71

Domenica scorsa ho visto la puntata di Report, che trattava del PIL. Ad introdurre la puntata lo stralcio di un discorso fatto da Robert Kenndy, nel 1968. Mi ha colpito molto e ve lo lascio.

<<Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani>>.

 

 
 
 

Sarà vero?

Post n°53 pubblicato il 15 Marzo 2008 da Verginello_71

Fonte: mail.


"[...] La scelta della data del 13 aprile per il voto in alternativa a quella
del 6 di aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6
aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura non rieletti non
avrebbero maturato la pensione, votando invece come stabilito dal
Consiglio dei Ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno
la pensione''. [...] E poi parlano di voler fare l'election day per ridurre
i costi della politica...Ben altri saranno i costi di queste
pensioni, non solo in meri termini quantitativi, ma anche per il
messaggio dato al Paese, perché questo è il tipico esempio di come fatta la
legge viene subito trovato l'inganno'.
MORALE DELLA FAVOLA: 300.000.000 DI COSTI PER QUESTA GENTACCIA CHE, DOPO POCHISSIMI MESI SENZA FAR NULLA, GIA' HANNO UNA PENSIONE DI PLATINO. ALLA FACCIA DEI PENSIONATI CHE DOPO UNA VITA DI LAVORO, ADESSO PER MANGIARE RACCATTANO LA VERDURA RIMASTA A TERRA NEI MERCATI".

 
 
 

Occhio alle parole!

Post n°52 pubblicato il 13 Marzo 2008 da Verginello_71

1) BENE: questa e' la parola che usano le donne per terminare una
discussione quando hanno ragione e tu devi stare zitto.

2) 5 MINUTI: se la donna si sta vestendo significa mezz'ora. 5 minuti e'
solo 5 minuti se ti ha dato appena 5 minuti per guardare la partita prima di
aiutare a pulire in casa.

3) NIENTE: La calma prima della tempesta. Vuol dire qualcosa... e dovreste
stare all'erta. Discussioni che cominciano con niente normalmente finiscono
in BENE.

4) FAI PURE: e' una sfida, non un permesso. Non lo fare.

5) SOSPIRONE: e'come una parola, ma sopratutto un'affermazione non verbale, per cui spesso fraintesa dagli uomini. Un sospirone significa che lei pensa che sei
un'idiota e si chiede perché sta perdendo il suo tempo lì davanti a te a
discutere di niente (torna al punto 3 per il significato della parole
niente).

6) OK: Questa e' una delle parole più pericolose che una donna può dire a un
uomo. Significa che ha bisogno di pensare a lungo prima di decidere come e quando fartela pagare.

7) GRAZIE: Una donna ti ringrazia; non fare domande o non svenire; vuole
solo ringraziarti (vorrei qui aggiungere una piccola clausola - e' vero a
meno che non dica "grazie mille" che e' PURO sarcasmo e non ti sta
ringraziando). NON RISPONDERE "non c'e' di che", perché cio' porterebbe a un:
"quello che vuoi".

8) QUELLO CHE VUOI: e' il modo della donna per dire "vai a fare in culo".

9) NON TI PREOCCUPARE, FACCIO IO: un'altra affermazione pericolosa;
significa che una donna ha chiesto a un uomo di fare qualcosa svariate volte
ma adesso lo sta facendo lei. Questo porterà l'uomo a chiedere: "Cosa c'e'
che non va?"
Per la riposta della donna fai riferimento al punto 3.

 
 
 

E poi...

Post n°51 pubblicato il 11 Marzo 2008 da Verginello_71

E poi ci vantiamo di aver portato avanti a Bruxelles la moratoria contro la pena di morte.....

E poi ci scandalizziamo sul regime cinese di cui poco si sa, e di cui non si saprà mai abbastanza...

E poi..e poi, anche nella "civilissima e indrustrializzata" Italia, accadono cose da Inquisizione medioevale. Se non peggio.

Pagheranno?
Tutti?

Lo vorrei tanto e lo spero...

(Fonte: Libero)
G8/ Bolzaneto: interrogatori inumani, chiesti 76 anni di carcere.

Martedí 11.03.2008 15:21

Condanne complessive per oltre 76 anni di reclusione sono state chieste dai pm, Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati, per i 44 imputati nel processo per le violenze e i soprusi nella caserma della polizia di Bolzaneto, durante il G8 a Genova del luglio 2001. Per Giuseppe Fornasiere, ispettore di polizia penitenziaria responsabile dell'ufficio matricole, è stata chiesta l'assoluzione. Le pene variano da un massimo di cinque anni e otto mesi, a sei mesi di reclusione. Nella caserma di Bolzaneto, secondo i pm, furono inflitte alle persone fermate "almeno quattro" delle cinque tecniche di interrogatorio che, secondo la Corte europea sui diritti dell'uomo chiamata a pronunciarsi sulla repressione dei tumulti in Irlanda negli anni Settanta, configurano "trattamenti inumani e degradanti".

Durante la requisitoria, i pm avevano descritto la caserma di Bolzaneto durante il G8 come un girone infernale. I reati contestati sono a vario titolo abuso d'ufficio, abuso di autorità contro detenuti o arrestati, falso ideologico, violenza privata, violazione dell'ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. I pm hanno chiesto inoltre la condanna dei cinque medici presenti nell'area sanitaria. Per Massimo Pigozzi, il poliziotto accusato di lesioni personali lo strappo alla mano subita da un manifestante e suturata senza anestesia, i pm hanno chiesto la pena di 3 anni e 11 mesi di reclusione.

RICHIESTE - La pena più pesante è stata chiesta per Antonio Biagio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria in servizio a Bolzaneto come responsabile della sicurezza. Tra le accuse nei suoi confronti, le percosse con calci, pugni, sberle e manganello in dotazione di arrestati e fermati per identificazione. Tre anni e 6 mesi nei confronti di Alessandro Perugini, ex numero due della Digos di Genova (il funzionario più alto in grado presente nella caserma), per Anna Poggi, commissario capo di polizia, per il generale della polizia penitenziaria Oronzo Doria (responsabile del coordinamento e dell'organizzazione) e per gli ufficiali di custodia Ernesto Cimino e Bruno Pelliccia.

IL PM "COMPORTAMENTI MOLTI VICINI ALLA TORTURA"- Prima di formulare le richieste di pena, per complessivi 76 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione, il pm Patrizia Petruziello ha spiegato: 'Secondo l'accusa durante questo processo sono stati provati comportamenti vessatori, non occasionali ma perduranti e gravemente dolosi. C'è stata quindi, secondo noi, una grave compromissione dei diritti fondamentali. I capi della struttura hanno consentito, che ciò accadesse, con un grave concorso morale nei fatti accaduti. La tolleranza, il silenzio o l'inerzia hanno rafforzato le azioni vessatorie e il senso di impunità'.

Sul tema della tortura, Petruziello ha ricordato che, pur non esistendo in Italia il reato specifico, esaminando la giusisprudenza e la letteratura in materia, 'la tortura è stata molto vicina a Bolzaneto dove le sofferenze fisiche e morali continuate furono perpetrate con due fini tra i peggiori e i più gravi: la discriminazione e l'umiliazione delle persone. Non ci sono giustificazioni per quei fatti'. In relazione agli imputati, Petruziello ha spiegato: 'A nostro avviso l'estrema gravita' dei fatti e' dovuta anche ai soggetti che li hanno posti in essere che avevano il compito, invece, di garantire che non si verificassero. Per questo non abbiamo ritenuto di concedere le attenuanti generiche. L'incensuratezza degli imputati, poi, non ha alcun rilievo a fronte della gravita' dei fatti e non e' quindi sufficiente per la concessione delle attuenuanti, dovendo considerare tutte le caratteristiche dei fatti gravi e reiterati. Anzi, per i vertici delle forze dell'ordine, riteniamo che ci sia stato un duplice tradimento: da una parte della fiducia dei cittadini e dall'altra una violazione dei doveri del corpo di appartenenza'.

 
 
 

1 x 7 (Bis)

Post n°50 pubblicato il 04 Marzo 2008 da Verginello_71

Anni fa lavoravo in un'industria metalmeccanica: evito i dettagli tecnici del mio "fù" lavoro. Ad ogni modo, alcune lavorazioni richiedevano l'obbligo di usare occhiali protettivi. Io non li usavo quasi mai: porto già gli occhiali da vista, e occhiali da vista + occhialoni in platica stile sciatore di Super G equivaleva a non vederci più nulla. In pochi secondi si appannavano sia quelli protettivi che quelli da vista. Mancanza dettata dall'impossibilità di lavorare bene, ma comunque mancanza. Tutta mia. Una semplice distrazione e avrei potuto perdere uno o entrambi gli occhi. Ho avuto fortuna, sempre. Sempre nella stessa azienda, un mio ex collega si schiacciò un piede: visto che si muoveva molto, le scarpe da ginnastica erano molto più comode di quelle antinfortunistiche, munite di punta rinforzata in metallo. Passò parecchi guai, e li passò anche l'azienda per non aver obbligato il proprio dipendente ad indossare scarpe idonee. Non possiamo aspettarci, in quanto lavoratori, che gli altri si preoccupino per noi. E per altri intendo il datore di lavoro, i sindacati, i politici (che, in ogni caso, entrerebbero in gioco solo a cose fatte, come fa l'air bag). Se dei lavoratori non frega un cazzo a nessuno, come ho scritto nel precedente post, possiamo solo contare su noi stessi. In Italia il problema della sicurezza sul lavoro non è solo ad opera di datori di lavoro furbacchioni; manca anche una cultura/educazione personale del lavoro. In attesa che qualcuno ci protegga in qualche modo, abbiamo il dovere-diritto di proteggere noi stessi. E di esigere che ci mettano in condizioni di farlo. Delegare le colpe solo al menefreghismo della politica o dell'imprenditoria, non giova a nessuno. Men che meno a noi. Io non so se quei poveri 5 ragazzi che sono morti nella cisterna a Molfetta, avevano la maschera di protezione: se non gli è stata data, spero che qualcuno paghi. Ma se l'avevano e non l'hanno messa, non è giusto parlare di fatalità o tragedia. Come non sarebbe giusto definirli, come ha fatto qualcuno, eroi. La sicurezza, parte prima da noi stessi. Ed in questo non possiamo scaricare eventuali colpe a nessuno. Prima di ogni cosa, dobbiamo essere noi ad imparare a proteggerci da soli, sul luogo di lavoro. E successivamente auguraci che, prima o poi, inizi a fregare qualcosa a qualcuno di noi.

 
 
 

1 x 7

Post n°49 pubblicato il 04 Marzo 2008 da Verginello_71

Un morto sul lavoro, ogni sette ore. Cifre pazzesche, si muore con la stessa frequenza di fame, aids, lebbra. Un morto sul lavoro, ogni sette ore. Ti svegli e vai al lavoro. E quando torni a casa la sera sai già per certo che, da qualche parte,  almeno una persona sarà morta mentre si guadagnava il pane. C'è una legge in materia di sicurezza che se ne sta chiusa in un cassetto da oltre un anno. Le promesse elettorali che stiamo sentendo, sono menzogne vergognose. Tutti i programmi mettono la sicurezza sul lavoro ai primi posti...ovviamente a elezioni concluse. Già, perchè rendere operativa subito quella legge chiusa nel cassetto sarebbe troppo faticoso, ora.  Della vita di chi lavora non frega un cazzo a nessuno, e chi potrebbe fare qualcosa preferisce rimandare ad aprile. In questo lasso di tempo, al ritmo di un morto ogni sette ore, ad aprile avremo più di un centinaio di altre morti. "Bianche", le chiamano. A me sembrano sempre più "invisibili", "accettabili", "sopportabili". Sono le 12.50 e mi appresto a tornare al lavoro, e spero di tornare a casa. Vivo. Sicuramente qualcuno tornerà a casa in una bara.

 
 
 

Essere o non essere...

Post n°48 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da Verginello_71

In questo periodo si parla tanto - forse troppo - di aborto. Da qualche giorno  rifletto sul fatto che conosco persone che, da una parte, sono assolutamente contrarie alla pena di morte; dall'altra, ritengono l'aborto un diritto sacrosanto. Ecco, quì i miei pochi neuroni funzionanti vanno in tilt. Ogn singolo caso andrebbe preso a sè stante, in entrambi i casi. Ma se non si accetta che un essere umano possa decidere della vita altrui (oltre ogni ragionevole dubbio e cioè in senso assoluto), come si può accettare l'aborto? Due cose diverse? Ma per favore, non arrampichiamoci sui vetri. Ci sono attenuanti, giustificazioni, implicazioni da tenere in considerazione (per non parlare delle conseguenze, sul singolo e/o sulla società) tanto per una donna che decide di abortire, quanto per un pedofilo. Perchè usare due pesi e due misure, quando l'atto finale è lo stesso?? Io non condanno chi decide di abortire, scelta tra l'altro che immagino non facile e dolorosa. Ma se decido di applicare le attenuanti ad una donna che lo fa, come posso non applicare le stesse attenuanti ad un pedofilo? E' malato, va curato poveraccio. Uso l'esempio del pedofilo ma andrebbe bene un serial killer, un assassino, un sadico. E, per favore, SFORZATEVI DI ANDARE OLTRE QUESTE RIGHE: non sto paragonando un donna che abortisce ad un pedofilo o ad un assassino! Confido nella vostra capacità di ragionare con la vostra testolina e di andare alla radice del ragionamento che sto facendo. Insomma, non fraintendetemi: ognuno è libero di fare ciò che crede secondo coscienza. Vorrei solo capire come si possa lottare contro un uomo che ne uccide un altro, ma si decida di accettare che una donna uccida un altro essere umano, senza accorgersi del controsenso/contraddizione che ne deriva. Tutto quì. O forse la distinzione si basa semplicemente sul fatto che si diventa effettivamente "esseri umani" dopo un tot di settimane, decise a tavolino? Già....decise da chi? Se è questo il motivo della convivenza tra queste due scelte, allora non aggiungo altro. Ma permettetemi di dire: rispetto ma non condivido.

 
 
 

San Remo è San Remo!

Post n°47 pubblicato il 25 Febbraio 2008 da Verginello_71

Poveraccio. Se fosse ancora vivo, credo che lui e Valentino avrebbero più di un motivo per avere le palle girate. Ora per una settimana ci sorbiremo badilate di ciarpame sanremese; una delle edizioni più archeologiche vista l'età dei partecipanti. Tranne qualche eccezione (che capisco ancora meno: la qualità non ha bisogno di San Remo, cazzo!) è l'anno delle mummie riesumate in fretta e furia. Tutto per riuscire a tenere incollati alla poltrona poveri pensionati e casalinghe, sull'onda di uno struggente quanto patetico amarcord. L'ennesimo estremo tentativo di rianimare una manifestazione canora. Che non riesce più ad essere canora nè musicale. Men che meno manifestazione. Accanimento terapeutico, io lo chiamerei così. Oltretutto incomprensibile, visto che il paziente è morto da anni. Ma, come recita appunto il motto, "San Remo è San Remo!"

           ECHISSENEFREGA!

 
 
 
 
 

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