VOCE DI DONNA

POST N. 4

La febbre è una delle cose che ci fa stare veramente male. Ecco un consiglio per grandi e piccini.

Sotto le gambe dell'ammalato stendete un sacchetto enorme della pattuniera seguito da  due   asciugamani, (quelli che usate per il viso andranno benissimo),  avvolgete intorno alle gambe delle bucce di patate, attenzione a far in modo che siano girate tutt'intorno,  belle fitte fitte e, cospargeteli di normale aceto. (In giro c'e ne sono di di diverso tipo, acquistate quello che costa meno, non importa se bianco o rosso). Abbiate cura poi di coprire ogni gamba  con l'asciugamano e lasciate in questo modo per un'ora. Passato questo tempo, togliete il tutto, le bucce di papata saranno diventate nere e la febbe sarà scesa.

Per ultimo:"Con le patate sbucciate fateci un purè, una minestrina..." Insomma mangiatevele e buon appetito con la febbre calata.

POST N. 3

Se posso permettermi, un consiglio da mamma....

 Oggi ci sono nuove tecniche, però anche con il mio ultimo figlio quando ha avuto la varicella mi sono comportata in questo modo:"L'ho vestito completamente di rosso, lo tenevo in una stanza con luce molto soffusa e continuavo a passargli per il corpo delle penicellina in pomata". Tutto questo per evitare che potessero restargli delle piccole cicatrici.

Lo stesso sistema venne usato con me quando ero piccola e, se qualcuno di voi mi guarda bene in viso si accorge che per mia fortuna e dicendo grazie a mio padre, la sottoscritta non ha buchi sulla pelle.

POST.  N.  2

Premetto che non sono un'ottima cuoca, mi arrangio, però le frittate sono le cose che adoro di più, anche perchè è un modo come un altro di utilizzre gli eventuali avanzi. Quindi le frittate le possiamo fare con tutto quello che abbiamo in casa:"Patate, zucchine, cipolle, pasta avanzata, riso ecc."

La cosa importante però è quella di  rompere una ad una le uova in un piattino e poi versarle nella terrina, in questo modo vedremo immediatamete se un uovo non è buono ed eviteremo di buttare tutte le altre. 

Questo accorgimento me lo aveva insegnato la mia nonna