Creato da mfr_caserta il 10/10/2013
Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°814 pubblicato il 24 Ottobre 2014 da mfr_caserta

Lc 12,54-59
Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: "Arriva la pioggia", e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: "Farà caldo", e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ticonsegni all'esattore dei debiti e
costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».
Parola del Signore


Commento su Luca 12,54-59

I contemporanei di Gesù non sanno riconoscere i segni della presenza di Dio nella predicazione del Nazareno. Infarciti di buone idee, maestri nell'interpretare la Torah, conoscitori delle sottigliezze teologiche dei rabbini, i devoti del tempo non sanno riconoscere la novità assoluta della presenza del Signore. E noi l'avremmo saputo riconoscere? Saremmo stati in grado di capire, di sapere, di scrutare? Io, personalmente, ne dubito. Gesù è talmente inatteso, talmente innovativo che continuamente lascia interdetti, senza parole. Il Battista stesso, dopo avergli così lungamente preparato la strada, resta dubbioso davanti all'agire all'apparenza dimesso del cugino. Gesù chiede ai suoi contemporanei di riconoscere i segni dei tempi. E noi, siamo in grado di farlo? Siamo capaci di leggere la presenza del Signore in mezzo a noi? Il Concilio Vaticano II volle leggere i segni dei tempi, dare delle risposte alle inquietudini degli uomini del suo tempo. Ogni comunità, ogni discepolo è chiamato a fare la stessa cosa, a discernere il tempo in cui vive per trovare, qui e ora, il linguaggio per comunicare il Vangelo all'uomo d'oggi..

 

 
 
 
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