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L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.
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Il Vangelo
Post n°1195 pubblicato il 23 Maggio 2015 da mfr_caserta
Sabato della VII settimana di Pasqua In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
No certo, non basterebbe il mondo a contenere i libri che raccontano i "vangeli" del nostro incontro con Dio. Non basterebbe il tempo ad ascoltare la testimonianza di milioni di fratelli e sorelle che, come Giovanni, hanno accolto la Parola e l'hanno lasciata crescere nella propria vita! Simone ha finito la prima parte del suo percorso: ora che è consapevole del suo limite può veramente rassicurare la fede dei suoi fratelli. Ora che non è più arrogante, che ha toccato sulla pelle il proprio limite, può finalmente diventare il pastore che rassicura i fratelli. Chiede di Giovanni, Pietro, chiede se non vada meglio lui. Forse ha ragione: è un mistico, Giovanni, ed era l'unico dei discepoli, insieme alla madre, a stare sotto la croce. No, Gesù ha scelto Simone, non Giovanni il perfetto. Che ce ne faremmo di un Papa perfetto? Di una Chiesa perfetta? Come potrei sentirmi a mio agio, io che sono un peccatore? Gesù lo rassicura, sa quello che fa', e Pietro deve arrendersi all'evidenza, evitare di insistere. È questa la logica di Dio, la logica di chi non vuole a capo della sua Chiesa i migliori ma coloro che hanno l'ardire del pentimento, il coraggio del perdono donato e ricevuto. Donato perché ricevuto...
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Inviato da: desaix62
il 01/09/2016 alle 10:52
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il 25/08/2016 alle 11:48
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il 27/07/2016 alle 09:34
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il 15/07/2016 alle 14:05
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il 20/04/2016 alle 18:45