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L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.
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Il Vangelo
Post n°1309 pubblicato il 22 Settembre 2015 da mfr_caserta
Martedi della XXV settimana del Tempo Ordinario In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
È un aspetto un po' taciuto dai predicatori di tutti i tempi, forse perché davvero destabilizzante a prenderlo sul serio... In Marco, in particolare, ma anche negli altri vangeli, emerge una novità rispetto alla diffusa mentalità culturale e religiosa del tempo: il prevalere dell'esperienza di fede sull'intoccabile predominanza del clan famigliare. In Israele, come, paradossalmente, anche nella cultura cattolica tradizionale, la famiglia aveva un'importanza assoluta e, come accade anche in altre esperienze religiose come il Confucianesimo, l'equivalenza buon figlio/buon cittadino/buon credente, viene data per scontata. Gesù, invece, osa sovvertire questo automatismo: il discepolato crea dei legami più intensi e duraturi di qualunque altra esperienza famigliare. Gesù considera fratelli e sorelle non i suoi famigliari di Nazareth, ma coloro che ascoltano e vivono la sua parola. Che bello! Anche se abbiamo avuto una triste esperienza famigliare possiamo fare una splendida esperienza di comunità, creando rapporti e legami fondati sulla roccia che è la Parola del Maestro. Nella Chiesa possiamo intessere legami autentici e significativi, uguali e superiori a quelli di sangue.
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Inviato da: desaix62
il 01/09/2016 alle 10:52
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il 25/08/2016 alle 11:48
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