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L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.
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Il Vangelo
Post n°1483 pubblicato il 25 Marzo 2016 da mfr_caserta
VENERDI SANTO Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni - Catturarono Gesù e lo legarono
Sono spoglie le nostre chiese. Disadorne, buie, abbandonate. Nessuno celebra l'eucarestia, nella Chiesa, in segno di rispetto per l'unico, grande sacrificio che si consuma sulla croce. Tacciono le campane, mentre, intorno, le città si affrettano per il grande fine-settimana di Pasqua, fuori-porta, se il tempo tiene. Gli uffici chiudono, le metropolitane si affollano, tutti corrono. Da qualche parte, altrove, un gruppo di amici cala dalla croce il corpo sfigurato e straziato di Dio per deporlo in una tomba. Ultimo segno di affetto, ultimo afflato di fede, ultimo abbraccio dei pochi discepoli rimasti a vegliare il Nazareno che muore. Ecco, tutto è compiuto, Dio si è donato. Senza riserve, senza misura, senza condizioni. Si è arreso alla devastante follia degli uomini, alla loro indifferenza. Forse, vedendolo appeso, capiranno che le sue non erano solo parole, vuote predicazioni di un esaltato, deliri di un mistico incompreso. Forse. Quel Dio appeso, nudo, sanguinolento, raccapricciante, è l'ultimo definitivo "sì" ad un uomo che sa solo dire dei "no". E oggi, ancora, ci scuote, ci smuove, ci commuove, ci converte, infine.
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Inviato da: desaix62
il 01/09/2016 alle 10:52
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il 25/08/2016 alle 11:48
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il 27/07/2016 alle 09:34
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