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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1503 pubblicato il 15 Aprile 2016 da mfr_caserta

Dal Vangelo secondo Giovanni
6,52-59


In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Parola del Signore


Commento su Giovanni 6,52-59

Nutrirsi di Cristo, accedere a lui, partecipare alla sua vita divina ci spalanca alla vita eterna che, come dicevamo nei giorni scorsi, è già iniziata per ciascuno di noi. La vita che viviamo nella carne diventa, allora, il modo di scoprire la vita vera, la vita altra, quella nascosta nell'intima profondità dell'anima. Il discorso del pane di vita alla sinagoga di Cafarnao giunge al suo culmine: Gesù desidera darsi in "pasto" ai suoi discepoli. E lo farà veramente, da qui a qualche mese, in quella cena che segna l'inizio della Passione. Noi crediamo che, rifacendo quei gesti, in obbedienza al comando del Signore del "fate questo in memoria" di me, il Signore si rende presente e noi possiamo accedere alla sua vita intima. Chi ne fa esperienza lo sa: un'eucarestia vissuta con fede, con attenzione, con intensità ci spalanca alla comunione con Cristo. Gesù risorto si rende presente, ormai, attraverso dei segni in cui sono il nostro cuore e la nostra fede ad essere protagonisti. Che questo tempo pasquale faccia rifiorire in noi la gioia di poterci nutrire di Cristo nel cammino della comunità che si incontra per la cena del Signore, ogni domenica.

 

 
 
 
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