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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1564 pubblicato il 28 Giugno 2016 da mfr_caserta

Dal Vangelo secondo Matteo (8,23-27)

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore


Commento su Mt 8,23-27

Possiamo anche essere dei lupi di mare, o dei lupacchiotti, e conoscere e sapere che il tempo cambia e si avvicina la tempesta. Possiamo avere fatto tesoro delle esperienze negative della nostra vita e dagli errori del passato e pensarci pronti a superare ogni evento faticoso. Possiamo avere costruito una vita interiore salda e armoniosa, centrata sulla Parola e su Cristo. Ma nulla ci può salvare dalla tempesta che, prima o poi, si abbatte sulla vita di ogni uomo: una malattia, un lutto, la depressione, l'aridità spirituale, la maldicenza... e, per alcuni, anche più volte nell'arco della vita. In quei momenti abbiamo l'impressione di non farcela, di precipitare nelle profondità degli abissi più cupi. In quei momenti, quando tutto sembra, perduto, il Signore si sveglia, interviene, sgrida il vento e rassicura noi, col suo fare sornione, come se tutto fosse semplice, in fondo, per colui che si fida di lui. Forse alcuni di voi, amici lettori, hanno sperimentato l'intervento di Dio nel momento della disperazione. Se così non è stato, se ancora state remando, il Vangelo di oggi ci rassicura: non abbiate paura. Al discepolo la prova non è risparmiata, il dolore non è evitato. Ciò che possiamo fare, allora, è di prendere da ora il Cristo sulla barca della nostra vita come compagno di viaggio e quand'anche si facesse una piccola pennichella, è sempre meglio averlo con noi...

 

 
 
 
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