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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1594 pubblicato il 08 Agosto 2016 da mfr_caserta

Vangelo


Mt 17,22-27
Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

Parola del Signore


Commento su Mt 17,22-27

Gesù non si presenta come un anarchico, come un individualista, non si rifiuta di osservare le prescrizioni sociali e religiose del suo tempo: vuole, però, riportarle a verità, ricondurle al loro significato originario, toglierle dall'armadio dell'abitudine, svecchiarle. A Gesù viene chiesta la tassa sul tempio, un'offerta "libera" che ogni ebreo doveva versare per far fronte alle cospicue spese del rinato tempio di Gerusalemme, una specie di 8x1000 dell'antichità. Gesù fa notare ai suoi discepoli, quasi scherzando, che se il tempio è dedicato a Dio, al re, i figli del re non pagano le tasse, ovviamente e, così facendo, ancora una volta Gesù manifesta la crescente consapevolezza della sua identità. Di più: non solo il figlio del re paga le tasse, ma le paga anche per Pietro. Non solo il figlio di Dio non accetta privilegi, ma donerà la sua vita per il mondo, pagherà di tasca sua il prezzo del nostro riscatto. Iniziamo questa settimana nella gioia, amici, qualunque sia la tempesta che stiamo attraversando, e viviamo con consapevolezza i gesti, le ritualità, le devozioni che ci fanno appartenere ad una comunità, che ci aiutano a mantenerci legati alla lunga tradizione del popolo di discepoli che è la Chiesa. Le difficoltà che viviamo, i pericoli che dobbiamo superare, sono stati condivisi dal nostro maestro e Signore Gesù che paga per sé e per noi...

 

 
 
 
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