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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1596 pubblicato il 10 Agosto 2016 da mfr_caserta

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,24-26)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Parola del Signore

Commento su Giovanni 12,24-26

La sua morte è rimasta impressa nell'immaginario collettivo: quella tortura delle ustioni che portava il condannato lentamente a "cuocere" morendo fra atroci tormenti ancora ci impressiona. E il suo nome, Lorenzo, è rimasto legato alla notte in cui assistiamo al fenomeno delle stelle cadenti. Ma per noi discepoli Lorenzo, diacono a Roma, è diventato famoso per una frase che pare egli abbia detto al prefetto imperiale il quale, dopo avere condannato a morte papa Sisto, intimò a Lorenzo di consegnargli i tesori della Chiesa. Lorenzo obbedì, portando di fronte al prefetto i poveri di cui si occupava. Ancora oggi molti pensano ai tesori nascosti del Vaticano. È innegabile che la storia ci consegni straordinarie opere d'arte, costruite per dare gloria a Dio, ma è bene ricordarci che i poveri sono e restano i veri tesori della Chiesa. Non le opere, le attività, l'organizzazione, ma la capacità di rendere presente il Cristo nel volto degli ultimi. E la Chiesa, su questo, è sempre stata molto esigente con i proprio figli e con se stessa, preferendo la salvezza del povero allo sfarzo delle celebrazioni. Lorenzo, stella che ancora brilla, ci ricorda che prima di ogni altra cosa, nella Chiesa, prevale la carità e il servizio al prossimo.

 

 
 
 
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