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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1599 pubblicato il 13 Agosto 2016 da mfr_caserta

Dal Vangelo secondo Matteo (19,13-15)

In quel tempo, furono portati a Gesù bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

Parola del Signore

Commento su Matteo 19,13-15

Che tenerezza fa questo Gesù che abbraccia e coccola i bambini che gli stanno intorno! Eppure ci voleva Dio per spiegarci questa cosa. Ai tempi di Gesù tutte le culture, quella giudaica, quella romana, quella greca, erano in difficoltà nel giudicare l'infanzia. Cos'era un bambino? Un non ancora uomo, un non compiuto. C'era una certa insofferenza verso i bambini, da parte dei maschi, ma anche sfruttamento e lavoro, il più delle volte, come accade ancora in molte culture povere nel mondo. I bambini erano proprietà dei genitori che li usavano a propria utilità. Gesù, invece, ribalta la situazione, i bambini sono presi a modello del discepolo. Non si tratta di essere infantili, no, ma di avere, come i bambini, uno sguardo semplice e immediato sulla realtà, uno slancio di fiducia come solo il bambino sa fare. Se una cosa il nostro ingrato mondo deve riconoscere ai cristiani e al cristianesimo, è proprio il rispetto e l'affetto verso i bambini. Amiamo i nostri bambini, allora, lasciamoli diventare adulti, assumiamoci l'onere e la gioia dell'educazione. Le nostre comunità cristiane mettano i bambini al centro del proprio annuncio, li accolgano nel loro gioioso brusio e nella loro sconcertante spontaneità, non allontaniamo dalle nostre celebrazioni i bimbi che ci danno fastidio, come a volte ahimè accade, perché Gesù non ne è per nulla infastidito!

 

 
 
 
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