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L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.
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Il Vangelo
Post n°1719 pubblicato il 30 Gennaio 2017 da mfr_caserta
Dal Vangelo secondo Marco 5,1-20 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Parola del Signore
Commento su Marco 5,1-20 È furioso, l'indemoniato, sconquassato da una schizofrenia profonda, in lui abita una moltitudine. I suoi concittadini, intimoriti dalle sue intemperanze, lo hanno relegato nel cimitero del paese, lontano dal borgo, dopo avere tentato di incatenarlo. Che vita terribile è quella di quest'uomo! Al tempo di Gesù molte manifestazioni incomprensibili erano legate al demonio, anche eventi patologici come le malattie psichiatriche. E Marco, nei suoi racconti, ci descrive sempre degli indemoniati feroci con loro stessi che si fanno del male, si percuotono, si gettano nelle fiamme. Come a lasciar intendere che chi si fa del male è in preda alla tenebra, così la depressione, la sfiducia di sé, l'autolesionismo. Gesù prende a cuore il destino di questo pover'uomo che abita fra le tombe e lo libera. Se una parte di noi stessi tende ad affossarci o ad esaltarci inopinatamente, se siamo oppressi dall'immagine di noi stessi che proviene dalla paura o dall'arroganza, Gesù ci guarisce e ci ridona dignità e libertà. Non così i concittadini dell'ex-indemoniato, molto più preoccupati dalla perdita dei maiali che dalla miracolosa guarigione del loro amico!
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Inviato da: desaix62
il 01/09/2016 alle 10:52
Inviato da: comelunadinonsolopol
il 25/08/2016 alle 11:48
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il 27/07/2016 alle 09:34
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il 20/04/2016 alle 18:45