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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1509 pubblicato il 25 Aprile 2016 da mfr_caserta

Dal Vangelo secondo Marco
16,15-20


In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore

Commento su Marco 16,15-20

Oggi la Chiesa festeggia la presenza di san Marco, discepolo del Signore e primo, fra di essi, ad avere avuto l'idea di scrivere un resoconto ordinato della vita e della predicazione del Signore Gesù.
Onore al giovane Marco, nell'anno in cui leggiamo per intero il suo straordinario vangelo! Adolescente di Gerusalemme, Giovanni Marco è uno dei discepoli del Signore nella capitale ed è a casa di sua madre, sul monte Sion, che la comunità apostolica si raduna quando è a Gerusalemme, ed è probabilmente proprietà dei suoi famigliari l'orto degli ulivi nella valle del Cedron dove Gesù si radunava volentieri a pregare. Di lui sappiamo poco: prima ha seguito il focoso Paolo nel suo viaggio missionario ma, dopo una crisi di nostalgia, da Creta è tornato a casa, rimandato a casa dall'intransigente apostolo delle genti. Rifugiatosi sotto la protezione del buon Pietro, lo ha seguito fino a Roma dove, secondo la tradizione, ha messo per iscritto la predicazione riguardante il Signore Gesù. Il suo è un vangelo "petrino", suggerito in gran parte dall'apostolo. Per una scorretta datazione, sin dal tempo di sant'Agostino, si pensava che il suo scritto fosse un riassunto di Matteo. La critica testuale ottocentesca gli ha ridato il ruolo che gli spetta: sono Matteo e Luca ad avere trascritto per intero il suo testo, aggiungendo altri particolari. Grazie, Marco!

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