La manifestazione del sindaco di Firenze Leonardo Domenici, che sabato si è incatenato davanti alla sede del quotidiano La Repubblica, non era diretta contro il Pd. Lo ha detto Domenici intervenendo al Tg3, in un collegamento con la trasmissione Mezz’ora di Lucia Annunziata di cui sarà ospite insieme al primo cittadino di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Il sindaco di Firenze ha negato che sia stato un gesto contro tutti i giornalisti di Repubblica e dell’Espresso, «io mi baso su alcuni articoli che ho letto e su alcune affermazioni contenute in questi». Domenici spiega di non vedere in Repubblica la volontà di un «complotto», piuttosto ci vede «un errore di valutazione e di approfondimento. Ci vedo una forma di pre-giudizio», ha proseguito il primo cittadino di Firenze, spiegando come oggi, spesso, ci sia «un interesse a scrivere articolia tesi». E per il sindaco di Firenze il «pre-giudizio», in questo caso, riguarda i legami delle Amministrazioni con i cosi detti «poteri forti», e nel caso di Firenze per sostenere «che l’amministrazione e il Pd sono permeabili ai poteri forti, in questo caso Ligresti e Della Valle», quasi che «se io parlo in forma riservata con della Valle questo fatto debba essere sospetto». SLANCIO EMOTIVO DENTRO CORNICE RAZIONALE. Domenici, infine, conferma di aver pensato alla protesta con uno «slancio emotivo dentro una valutazione e un calcolo razionale» e di averlo fatto «anche contro il mio carattere», ma continua a difendere la correttezza della sua amministrazione. «Spero di aver contribuito a sviluppare un dibattito a tutti i livelli tra giornalisti e il mondo politico, soprattutto sul fatto che oggi c’è un problema, un corto circuito politico-mediatico-giudiziario - ha detto Domenici durante l’intervista con Lucia Annunziata - e su questo bisogna intervenire». Poi a Berlusconi che ieri aveva detto «Io mi sarei dovuto incatenare tutti i giorni», Domenici risponde che «Al presidente del Consiglio piace fare le battute ma questa è sbagliata: io non ho protestato contro la magistratura, altrimenti mi sarei incatenato davanti al Csm. Anzi dopo ho ringraziato il procuratore che mi ha ascoltato», ha aggiunto. SUL PARTITO DEMOCRATICO. Il sindaco è intervenuto anche in merito alla sospensione delle primarie e della questione morale che si è aperta dentro il partito. «Vorrei che il Partito democratico diventasse un partito vero, strutturato, solido e radicato nel territorio, capace di rappresentare tutte le sue parti senza essere solo la somma di correnti e componenti». Domenici è sembrato escludere che quanto sta avvenendo a Firenze sia una conseguenza della lotta interna al Pd tra eltroniani e d’alemiani,, «certamente c’è un circuito politico-mediatico», ha ribadito, ma anche c’è anche «una politica debole». Confermando quanto detto ieri in un’intervista al Corriere della Sera, Domenici ha spiegato di voler arrivare in fondo al suo mandato di sindaco, «per la mia città e per il compito istituzionale che ho. E questo lo farò anche per amore nei confronti della mia città. Ma quando finirò - ha proseguito - sono orientato a smetterla con un certo tipo di politica. E quello che ho fatto ieri deve essere visto in relazione anche a uell’intervista». Il riferimento è ad una telefonata che ieri mattina, prima della sua partenza per Roma, ha raccontato Domenici, è arrivata «alla mia addetta stampa» durante la quale un giornalista le chiedeva se lui avesse annunciato di voler lasciare la politica perchè gli stava arrivando un avviso di garanzia. «Questo è il segno della malattia in cui viviamo - ha concluso Domenici - non è possibile fare di ogni erba un fascio. Io sono stanco di questa politica, di quest’informazione, di questo sistema istituzionale che vive dentro questa malattia». |
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