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VITA

Post n°150 pubblicato il 15 Marzo 2010 da servoarbitrio

IL tema del doppio

Con la cultura romantica l'esperienza della scissione interiore assume uno speciale risalto, dando luogo peraltro a esiti assai diversi, che vanno dal catastrofico collasso dell'Io schiacciato sotto il peso di contraddizioni che egli non riesce a reggere, alla scoperta vivificante di un altro mondo (Die andere Seite e' il titolo di un romanzo fantastico di A. Kubin), da cui l'esistenza quotidiana viene continuamente alimentata. In questo la nozione romantica dell'inconscio si rivela assai diversa da quella freudiana: non mero ricettacolo del negativo, ma serbatoio di infinite possibilita' vitali. Guido Davico Bonino ha raccolto in un bellissimo volume, Essere due, sei romanzi sul doppio, e precisamente: La prodigiosa storia di Peter Schlemihl di A. von Chamisso, La principessa Brambilla di E.T. Hoffmann, Il sosia di F. Dostoevskij, Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde di R.L. Stevenson, Il ritratto di Dorian Gray di O. Wilde, La metamorfosi di F. Kafka. Una vera strenna per l'estate, un invito a trascurare le deludenti novita' librarie per tornare a leggere in questi testi tutti (o quasi) fondamentali l'incanto e il dolore del mondo, la sua meravigliosa imprevedibilita', le domande senza risposta (Quaerebam unde malum et non erat exitus, scrive Sant'Agostino), i conflitti sempre aperti dentro e fuori di noi, tra Io e inconscio cosi' come tra Io e societa'. Tanto piu' che il curatore ha premesso a ciascun racconto una accuratissima presentazione, che comprende la vita dell'autore, le fonti del testo, un riassunto dello stesso e un'ampia disamina della letteratura critica. Com'e' ovvio, ognuno ha i suoi gusti e io avrei sostituito al testo di Wilde Benito Cereno di H. Melville e L'anima buona del Sezuan di B. Brecht. Ma questo e' secondario. Cio' che conta e' la possibilita' di immergersi nella ispirata fantasmagoria de La principessa Brambilla, in cui la forma stessa della composizione mostra il gioco vertiginoso delle trasmutazioni, la sistematica, dionisiaca confusione (o unita') di realta' e fantasia. Oppure rabbrividire dentro l'incubo sincopato e iterativo de Il sosia, o ripercorrere la nitida architettura del racconto di Stevenson. Nel loro insieme questi testi rappresentano (possono rappresentare) per il lettore un unico viaggio iniziatico, al termine del quale - dopo aver attraversato sogni, incubi, visioni, coincidenze rare e significative - approdare alla verita' cosi' bene espressa da Hoffmann: «Lo sapete bene, caro signore, di non essere altro che un'illusione!». Peccato per i numerosi errori di stampa, ormai abituali anche nell'editoria piu' qualificata.

 
 
 
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Data di creazione: 21/05/2007
 

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