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ARTE, MANZU',
Post n°154 pubblicato il 03 Giugno 2010 da servoarbitrio
MANZU' IL BURBERO BERGAMASCO ERA sempre insoddisfatto. Lo divorava una sorta di febbre davanti alle opere che sovente lo conduceva fin alla loro distruzione. Quand'era piu' giovane e abitava nella casa di Bergamo Alta, talvolta dopo aver creato una splendida figura FEMMINILE, un ramo contorto come base d'un tavolo, si sporgeva dalla terrazza e fra le urla delle sorelle scaraventava il gesso a terra per vederlo in pezzi. Manzu' ammirava Michelangelo, era uomo assai piu' colto e raffinato di cio' che il carattere burbero e ostico di bergamasco gli consentiva di mostrare, del Buonarroti aveva ereditato la frenesia di devastazione, cioe' il desiderio di perfezione, rigore, ricerca. Tutto cio' unito all'estrema sensibilita' e fin dolcezza, verso sentimenti come l'amore, l'affetto per i figli, l'impegno politico, la dedizione all'ideale di Pace. Manzu', sempre antico e nuovo a un tempo. Le Crocefissioni e Deposizioni suonarono come urla contro la violenza la guerra, il nazismo, con il Cristo morto accanto a militare e a un impetoso clero. L'amico critico Cesare Brandi, che lo segui' per l'intera esistenza, e' immortalato in un bronzo del '41, efficace, struggente. Poi l'impareggiabile Ritratto di Signora o la Signora Lampugnani, per la quale scandaglio' tutti gli stili e possibilita', fin Piero della Francesca, prima nei raffinati disegni, poi nelle teste e busti sino all'opera definitiva, a figura intera, con il busto arretrato, d'una BELLEZZA antica e moderna. «La amavo follemente - ammise un giorno - mi chiesero il ritratto e io tiravo in lungo, uno, due anni per vederla. Lei era una signora colta, raffinata, parlava di filosofia, religione, letteratura, non voleva altro». Ecco i primi Cardinali dal '38 in poi, sempre piu' allungati e severi, fino al Ritratto di Papa Giovanni XXIII, pure lui bergasmsco, pure lui diffidente. Le formelle della Porta di San Pietro comportarono immani e superbe ricerche sui rilievi. D'un tratto il colpo di fulmine: la giovane Inge, ballerina classica bellissima; un giorno al telefono annuncio' «La mia vita cambia» cosi' cominciarono le danzatrici nude alla Degas, i passi di danza, gli Amanti, le carrozze con i figli Giulia e Mileto, sopra nastri librati nell'aria e pOGGIati su ruote, la vita nella villa di Ardea, OGGI Museo. Il tema dell'artista e modella, affrontato in gioventu' venne piu' volte rielaborato e reinterpretato. Per Caravaggio ideo' l'immensa scultura all'entrata, con il celebre canestro di frutta. Compare la figura Ulisse ed egli ripeteva: «Sono anch'io come lui voglio sempre cercare oltre, trovare del nuovo». |
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