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QUANTO MANCA ALLA FINE DEL MONDO ?
HUBBLE DEEP FIELD
Il campo ultra profondo di Hubble (abbreviato in HUDF dalle iniziali del nome inglese, Hubble Ultra Deep Field), è l'immagine di una piccola regione dello spazio nella costellazione Fornax, composta grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble nel periodo dal 3 settembre 2003 al 16 gennaio 2004. Essa è l'immagine più profonda dell'universo mai raccolta nello spettro della luce visibile, e ci permette di guardare indietro nel tempo di 13 miliardi di anni. Si stima che l'HUDF contiene 10,000 galassie. La parte di cielo nella quale le galassie risiedono (appena un decimo del diametro della luna piena osservando dalla Terra) è stata scelta perché ha una bassa densità di stelle luminose nelle vicinanze.
Questa immagine ad alta risoluzione dell'HUDF include galassie di varie età, grandezze, forme e colori. Le più piccole e rosse galassie, circa 100, sono tra le più distanti galassie che siano mai state catturate da un telescopio ottico, esistenti da quando l'universo aveva appena 800 milioni di anni
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Post n°136 pubblicato il 21 Giugno 2008 da Deepspace_explorer
A più riprese la Nasa negli ultimi anni ha annunciato di aver trovato acqua su Marte ma questa volta pare sia arrivata la prova definitiva: la sonda Phoenix ha infatti fotografato del ghiaccio durante una delle sue esplorazioni sul suolo del Pianeta Rosso. La prova che si tratta di ghiaccio, dicono gli scienziati, è data dal fatto che dei pezzettini di materiale bianco e brillante fotografati dalla sonda mentre scavava in un cratere, dopo qualche giorno si sono ridotti e alcuni sono proprio scomparsi. Prima della scomparsa gli scienziati non erano riusciti a capire se si trattava davvero di ghiaccio o di sale, ma ora sembrano non avere più dubbi: è ghiaccio che si è sciolto ed è evaporato. «Deve essere ghiaccio», ha detto Peter Smith, dell’università dell’Arizona, primo ricercatore della missione su Marte. «Lo pensa tutta la squadra scientifica. Riteniamo che questa sia la prova definitiva che questi sono piccoli pezzi di ghiaccio». La sonda è in missione sul polo nord del Pianeta rosso per cercare di capire se l’ambiente è favorevole al formarsi di forme di vita primitive. Le parole di Peter Smith, a capo degli scienziati che lavorano con la sonda Phoenix della Nasa, non lasciano spazio a molti dubbi. E’ vero che si deve attendere il responso del laboratorio chimico della sonda impegnato nelle analisi di un campione di suolo prelevato dal braccio robotizzato, ma il fatto che la sostanza bianca sia scomparsa non si potrebbe spiegare in altro modo: “solo il ghiaccio sciogliendosi ed evaporandosi può sparire in questo modo”, sottolinea. Dunque il primo obiettivo della sonda della Nasa sarebbe raggiunto (salvo definitiva conferma nei prossimi giorni) . Ed è importante perché oltre a dire che gli indizi indiretti raccolti in passato sono esatti, si compie un passo avanti nella caccia delle condizioni favorevoli alla vita. Tutto il programma di esplorazione marziana della Nasa e di altre agenzie tende a questa ambiziosa meta che può procedere solo a piccoli passi date le difficoltà della ricerca. Marte, però, mostra sempre di più le caratteristiche adeguate per arrivare alla grande scoperta: o l’identificazione di tracce fossili di una vita passata o forse la presenza di qualche microrganismo sopravvissuto nelle viscere del pianeta protetto dalle radiazioni ultraviolette sterilizzanti la superficie. Ma per cominciare occorre, secondo l’idea della vita sviluppata sulla Terra, occorre l’acqua e quindi se il ghiaccio trovato, in qualche modo è riuscito a sciogliersi in epoche passate, ha offerto anche il fondamentale presupposto perché la scintilla della biologia potesse in qualche modo scoccare. |
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LIBRI CHE STO LEGGENDO
Cosa c'era prima del Big Bang? E a cosa
somigliavano lo spazio e il tempo prima
che tutto avesse inizio? Dall'inizio del
XX secolo i teorici - da Planck a Einstein
a Hawking - non smettono di riflettere su
tali domande e sulle eventuali risposte.
Ed è proprio il grande romanzo dell'origine
assoluta che Igor e Grichka Bogdanov
hanno cominciato a esplorare a loro volta,
in questo libro dotto ma serenamente divulgativo.
Per la prima volta tracciano anche, a partire
dalle scoperte più recenti e basandosi su
ricerche originali, diverse ipotesi destinate
ad avere grande risonanza: l'universo prima
del Big Bang era forse già un complesso
d'informazioni?
E non potrebbe esserci,
all'origine di quest'universo, un
«codice cosmologico»
come esiste, per i viventi, un codice genetico?