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QUANTO MANCA ALLA FINE DEL MONDO ?
HUBBLE DEEP FIELD
Il campo ultra profondo di Hubble (abbreviato in HUDF dalle iniziali del nome inglese, Hubble Ultra Deep Field), è l'immagine di una piccola regione dello spazio nella costellazione Fornax, composta grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble nel periodo dal 3 settembre 2003 al 16 gennaio 2004. Essa è l'immagine più profonda dell'universo mai raccolta nello spettro della luce visibile, e ci permette di guardare indietro nel tempo di 13 miliardi di anni. Si stima che l'HUDF contiene 10,000 galassie. La parte di cielo nella quale le galassie risiedono (appena un decimo del diametro della luna piena osservando dalla Terra) è stata scelta perché ha una bassa densità di stelle luminose nelle vicinanze.
Questa immagine ad alta risoluzione dell'HUDF include galassie di varie età, grandezze, forme e colori. Le più piccole e rosse galassie, circa 100, sono tra le più distanti galassie che siano mai state catturate da un telescopio ottico, esistenti da quando l'universo aveva appena 800 milioni di anni
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Post n°187 pubblicato il 25 Aprile 2009 da Deepspace_explorer
Fino a non molti anni fa, si credeva che l'universo in cui viviamo fosse tutto l'universo, anzi, si credeva che la nostra galassia (la Via Lattea) fosse tutto l'universo esistente. Ci sarebbero, cioè, moltissimi universi (qualcuno dice una infinità) ognuno dei quali con le sue leggi fisiche, che potrebbero essere anche diversissime dalle nostre. Per esempio potrebbero esistere universi dominati da una gravità fortissima, popolati solo da buchi neri; oppure da una gravità debolissima ,composti solamente da una tenue foschia di idrogeno; è ovvio che qui la fantasia può trovare libero sfogo e immaginare possibili universi a volontà, con le più strane e disparate caratteristiche. Se questa ipotesi è giusta non avremmo più motivo di stupirci se ci troviamo in un universo così particolare; infatti avendo a che fare con una moltitudine di universi, la probabilità di trovarne uno con caratteristiche così peculiari diventa molto più alta. Facciamo un altro esempio. Se entrassimo in un negozio di abbigliamento non ci stupiremmo se in mezzo a centinaia di vestiti trovassimo quello che ci calza a pennello; avremmo motivo di stupore se il negozio anziché centinaia di vestiti ne avesse uno solo. Inoltre, secondo la teoria dei molti-universi ogni universo avrebbe la capacità di generare universi figli ognuno dei quali rimarrebbe collegato all'universo madre attraverso un canale di collegamento (una specie di cordone ombelicale) il quale, dopo un certo tempo, sarebbe destinato a spezzarsi e l'universo figlio, ormai separato dall'universo madre, comincerebbe ad evolversi per conto proprio. Dal punto di vista dell'universo madre l'imbocco del canale di collegamento sarebbe un buco nero. Questa eventualità potrebbe rappresentare l'unica via di salvezza per gli esseri che si troveranno a vivere nel nostro universo in un lontanissimo futuro. Infatti le teorie e osservazioni attuali sembrano indicare che l'espansione dell'universo continuerà per sempre; di conseguenza quando tutte le risorse energetiche saranno esaurite il nostro universo diventerà inabitabile. Avere a disposizione altri universi e la possibilità di accedervi potrebbe costituire l'ultima via di fuga. Partendo dall'idea che i buchi neri siano una specie di ingresso verso altri universi, il fisico Lee Smolin ha proposto l'esistenza di una specie di evoluzione di tipo darwiniano fra i vari universi: analogamente a quello che succede in natura dove hanno successo le specie viventi che meglio si adattano all'ambiente e meglio si riproducono, secondo Smolin gli universi che avrebbero maggior successo sono quelli in cui è massima la generazione di buchi neri. Questa ipotesi si potrebbe forse verificare: infatti se il nostro universo fosse il risultato di una tale selezione allora dovrebbe generare una grande quantità di buchi neri; basterebbe allora verificare, ovviamente sulla carta, se questa generazione di buchi neri viene meno modificando leggermente le leggi della fisica. Un'altra teoria molto affascinante è stata formulata dal fisico russo Andrei Linde. Secondo Linde il nostro universo sarebbe solamente una minuscola regione di una struttura molto più vasta denominata “multiverso”; nel multiverso avverrebbero, in maniera caotica, continui Big Bang con relative inflazioni e generazioni di nuovi universi. Alex Vilenkin, uno dei più famosi cosmologi del mondo, sostiene proprio che potrebbe esserci un'infinità di universi oltre al nostro, nel suo famoso best-seller "Un solo mondo o infiniti? Alla ricerca di altri universi". Le teorie di cui abbiamo parlato fino ad ora sono solo congetture teoriche che sono state ricavate esplorando alcune possibilità offerte dalle moderne teorie sulle particelle elementari con l'aiuto di simulazioni al computer; purtroppo mancano le conferme o smentite (che sono altrettanto importanti) sperimentali; però la cosmologia è una scienza ancora molto giovane e c'è ancora molta strada da percorrere. È comunque affascinante il fatto che problematiche come la nascita e lo sviluppo del nostro e di eventuali altri universi costituiscano il punto di incontro di due discipline a prima vista diversissime fra loro come la cosmologia, che studia il mondo dell'infinitamente grande, e la fisica delle particelle elementari, che studia il mondo dell'infinitamente piccolo. |
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LIBRI CHE STO LEGGENDO
Cosa c'era prima del Big Bang? E a cosa
somigliavano lo spazio e il tempo prima
che tutto avesse inizio? Dall'inizio del
XX secolo i teorici - da Planck a Einstein
a Hawking - non smettono di riflettere su
tali domande e sulle eventuali risposte.
Ed è proprio il grande romanzo dell'origine
assoluta che Igor e Grichka Bogdanov
hanno cominciato a esplorare a loro volta,
in questo libro dotto ma serenamente divulgativo.
Per la prima volta tracciano anche, a partire
dalle scoperte più recenti e basandosi su
ricerche originali, diverse ipotesi destinate
ad avere grande risonanza: l'universo prima
del Big Bang era forse già un complesso
d'informazioni?
E non potrebbe esserci,
all'origine di quest'universo, un
«codice cosmologico»
come esiste, per i viventi, un codice genetico?