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Ancora presto per annunciare crollo dell'euro

Post n°152 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da gianzav1

Il 15 luglio la crisi finanziaria si abbatteva gia’ con forza sugli Stati Uniti lasciando illesa l’Europa. L’euro/dollaro si portava quindi ai massimi storici oltre 1,60 a 1,6039. Negli ultimi tre mesi non solo la crisi ha coinvolto l’Europa, ma si e’ estesa ai mercati globali. Sono intervenute le Banche centrali e i Governi e non si sa se il peggio sia alle spalle. Ora pero’ i mercati devono vedersela con la crisi economica con gli Usa in recessione e l’Europa a crescita zero, se non negativa. L’euro/dollaro si e’ portato a 1,3209 ai minimi dal 15 marzo.

Ieri Ben Bernanke, presidente della Fed, ha aperto le porte ad un secondo pacchetto di incentivi per l’economia statunitense rafforzando drasticamente il dollaro sulla moneta unica. “La volatilita’ –ha spiegato Armin Mekelburg, Fx strategist di Unicredit Mib- e’ ancora molto elevata e ci sono possibilita’ in entrambe le direzioni”, sia di un ulteriore apprezzamento del biglietto verde che di un recupero dell’euro. “Se i Governi della zona euro” che sono piu’ lenti a muoversi degli Stati Uniti “non seguiranno la possibile iniziativa di Washington”, la moneta unica si trovera’ in svantaggio e perdera’ terreno sul dollaro. Se invece anche l’Europa si dovesse muovere in questa direzioni sostenendo i consumi e le imprese, l’euro potrebbe riguadagnare terreno sul dollaro.

Secondo Mekelburg, e’ possibile che l’euro/dollaro scenda anche a 1,25 ma nei prossimi mesi prevede un range tra 1,30 e 1,35.

“Il movimento tra ieri e oggi e’ stato deciso, ma e’ ancora troppo presto per dire che l’euro e’ destinato a crollare”, ha concluso lo strategist.

L’attenzione dei mercati e’ rivolta agli sviluppi dell’economia. A luglio ci si attendeva tassi fermi per la Bce e un rialzo a dicembre per la Fed. Oggi, dopo il taglio congiunto di 50 punti base, la prossima settimana la Fed tagliera’ ancora, probabilmente anche di 50 p.b.. La Bce il 6 novembre seguira’.

 
 
 
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