Pensierando

Io tornerņ e chiederņ ...

Io tornerò e chiederò ...

Io tornerò a vedere la mia terra
lambendo l'onde dell'azzurro Jonio
ed oltre il tempo rivedrò i miei padri,
le mie radici che furon messapi.

E chiederò agli antichi padri miei
da dove venne il sangue che mi scorre
e la saggezza che creò la storia
di chi i messapi generò in Apulia.

Io chiederò se dalle stelle venne
la mia radice che mi porta in alto
a rimirar Orione là nel cielo
come se casa mia fosse lontana.

E chiederò alle pietre ed ai menhir,
ai dolmen e a quei sassi che di cono
han forma quasi d'astronave in lancio
verso le stelle a ritornare a casa.

E chiederò alle genti mie d'attorno
dov'è che cominciò quel grande sogno
che vide aleggiar su questo azzurro
Pianeta antico solo tra le stelle.

E chiederò ...

Il mare tra le Dolomiti

Il mare tra le Dolomiti

Se io potessi, il mar vorrei portare
in luoghi dove l'Adige vi cala
e Valle Lagarina va a bagnare,
toccando Trento, Rovereto ed Ala,
per scendere a Verona a rimirare
la casa di Giulietta e di Romeo
e infin nel mare d'Adria riposare.

Vorrei portare quel granito rosa
l'onda a lambire tra dirupi e valli
farsi ricordo antico e il mare sposa,
coi monti madre generò i cristalli ,
e quel sapore antico sa di sale,
con Dolomiti furono sorgente
di nevi immacolate qual diamante.

Vorrei poter mostrare ai gai delfini
quale arte pose in atto dea natura.
Vorrei che anche mille stelle alpine
lambissero la riva di quel mare.

Vorrei che il mare si beasse infine
delle abetaie e dei castelli sparsi 
dei monti, fiumi, rii, valli trentine
e s'inebriasse del profumo a maggio
dei meli in Val di Non
e dell'odor del faggio.

Ma è solo un sogno d'assopito stanco
nel mormorio d'una cascata chiara
che vive ancora nel suo letto bianco
e placido vi scorre
e all'Adige si accalma.

Si chiama "Rio Cavallo" e scorre piano
tra Besenello e il borgo di Calliano.
A guardia del suo letto: due Castelli
Castel Beseno ed il Castello in Pietra,
manieri antichi che la valle guarda
ove sornione l'Adige s'attarda.  

Qual rapida di fiume...

Qual rapida di fiume

Qual rapida di fiume giù per valle

che nel suo letto poi s’accalma lenta,

così io vo scorrendo in china calle,

nella discesa che non mi spaventa.

Se l’acque tempestose accoglie il mare

e l’acque calme l’onda non discerne,

io voglio lentamente naufragare

e amalgamarmi all’anime più eterne.

Per ora scorro lento nella vita

e scopro fiori che io avea ammirato

sol nella giovinezza di sfuggita.

Io dei ricordi solo non vorrei

vivere spento come chi è passato,

ma naufragar nel mar dei sogni miei.

Ragazza mia d'Abruzzo

Ragazza mia d’Abruzzo

Polvere bianca,
ma è calce sul tuo viso.
Bianca è la pelle
come bianca è luna.
Un tetto per coprirti
e invece ti ha sepolta.
E tu sognavi spesso
polvere di stelle …
ragazza mia d’Abruzzo.
Ti lascerò una rosa
con le spine
bagnate del mio sangue.
E piangerò.
Solo.

Muta la Luna

Muta la Luna per lo cielo ascende

at incontrare Venere che luce,

anco se sole per l’occaso pende

e ancor lo Carro stelle non conduce.

Si guardo per lo suso la mia Luna

vedo Marcoffio con la faccia scura,

quasi che freddo v’abbia e che niuna

dama per compagnia che l’assicura.

Ma io quaggiuso v’ò madonna bruna

a rimirar lo chiaro de la Luna

e strengo forte a me la sua persona

che mi riscalda il core e dentro l’alma

e sento un angiol dolce c’arpa sona

e lo tremor de lo mio corpo accalma.