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Marvelius

Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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Natale è per Tutti...

Post n°89 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da Marvelius
 

 

 

 

Tra le luci sfavillanti del corso principale della città un uomo

cammina stretto nel suo paltò, musiche natalizie e colori

caldi si perdono tra i vicoli fumanti e i bistrò , lo sguardo

perso tra mille pensieri, la stanchezza di un ultima giornata

di lavoro e il costante pensiero di rientrare nell'intimità

rassicurante della sua casa.

Un lampo si fa strada nella mente e il ricordo

delle persone con cui avrebbe condiviso un periodo di festa e

che non ci sono più, una cena accanto ad un presepe vecchio

di cent'anni e gli sguardi e le parole che scaldavano il petto.

Nei suoi occhi scivola una lacrima come cera scaldata da una

fiamma ma è un attimo e se ne va via trascinata dal vento.

Si ferma sul marciapiede come un sasso che più non

può rotolare e guarda quell'umanità che rincorre fumi e

luci tremolanti, un silenzio siderale sembra sospendere

quel tempo che dura un secondo.

Di fronte un negozio con mille giochi e un mare di pupazzi,

 

 


Sdraiato per terra c'è un uomo vestito di stracci, non ha

neanche la forza di alzare lo sguardo, mentre una

moltitudine di ombre lo oltrepassa .

Chiude delle monete nel pugno e le fa scivolare nel

cappello dell'uomo sdraiato a terra  ed entra nel

negozio affollato di gente.

Quando ne riesce l'aria è ancora più gelida e sembra voler

nevicare, cammina a fatica tra gli sguardi curiosi delle

persone, e il suo pacco che sembra destinato al

figlio di un gigante.

Sa dove andare, come pervaso da un idea a lungo pensata

e cammina senza più un pensiero se non quell'idea fissa

nella testa che lo fa volare tra strade illuminate a festa e

le ombre di vicoli che puzzano di urina e abbandono .

Cammina fino a sentire il fiato farsi corto e il petto gelarsi.

Quando arriva davanti l'entrata dell'ospedale il buio è

ormai una cappa che avvolge la città con le sue ombre

molestate dalle luci intermittenti delle

vetrine dei negozi che qui sembrano però lontani ricordi.

Giunge in una corsia dove tra la luce bianca dei neon spicca

il blu e il rosso delle lucine di un piccolo albero di Natale.

Il reparto di Oncologia infantile ha pareti arancio e verde

e tutto sembra un gioco di ombre quando i ninnoli

e gli addobbi si muovono mossi dal caldo soffio

dell'aria condizionata.

Si ferma dinnanzi

a un vetro e alla porta di uno stanzino, dove stanco un

infermiere cerca di recuperare un po' di riposo. Parla con lui,

poche parole e l'infermiere annuisce, poi arriva un medico,

una donna sui trent'anni con un bel sorriso e lunghi capelli

d'un nero profondo, una stretta di mano solida mentre

lo fissa con occhi castani pieni di vita.

Parlano come se si conoscessero da sempre e lei sembra

felice di quella visita inaspettata poi gli fa cenno di aspettare

con un altro sorriso che lenisce le sue ferite più nascoste ed

entra nella stanza. Pochi attimi e ritorna dall'uomo con un

foglio scritto di suo pugno in quei minuti che lui attende

sull'uscio .

 Un elenco di nomi, 12maschietti e 9 femminucce.

Qualcuno deve aver già detto a quei bimbi che un signore ha

portato loro un regalo e sono già lì ad aspettare, hanno facce

serie e sospese in un immanente vero quasi abissale ,

alcuni,  un po' più timidi, se ne stanno indietro

con le bocche aperte e le braccia penzoloni, gli occhi incerti

e sofferenti ma che tradiscono un velo di curiosità.

 


L'uomo avverte una stretta al petto e guarda quanta vita

appesa a un filo come biancheria ad asciugare ad un sole

pallido che più non scalda e per un momento trattiene il respiro.

Tanti sorrisi mancati coperti dalla sofferenza di volti che non

sanno più com' è il mondo oltre quelle stanze e addentano

con dignità e rassegnazione una vita avara di gioie.

Una mano da adulto si alza a salutare , un sorriso stira

le labbra trattenuto da un emozione che punge la carne,

poi si scioglie nel vedere una felicità ritrovata, quelle

piccole teste glabre agitarsi come ninnoli di natale,

grida e strilli di gioia si alzano nell'aria là dove

meno gioia ti aspetti.

Non si può entrare nel reparto, cosi l'uomo agita i regali ,

sono tutti lì ora, passato il primo timido impatto, un velo

di diffidenza, con le mani al vetro scelgono i burattini,

pupazzi e peluche su cui l'uomo scrive i nomi sulle targhette

colorate, poi quando l'infermiere li passa dentro è un

rincorrersi di grida e sorrisi, e l'uomo ride di una felicità

appagante, distende le dita come a lasciarsi andare nel

sollievo di un dono ricevuto, quanta gioia per un pupazzo,

quanta festa per un regalo ricevuto, un pensiero condiviso,

ma chi ha dato e chi ha ricevuto si chiede e con

gli occhi lucidi trova dentro di sé la risposta alla

sua domanda, poi un ultimo colpo al suo animo defedato

che lo fa stringere nelle spalle, l'infermiere lo guarda

al di là del vetro con un viso contrito, in mano

l'ultimo peluche, un burattino rosso e sorridente.

E l'uomo capisce che un burattino resterà senza un

letto in cui dormire con a fianco un corpo da scaldare ...

ma forse potrà starle vicino lo stesso, in silenzio

nell'abbraccio ideale per non svegliare la sua amichetta

addormentata e in viaggio su altri mondi.

Si gira sotto il peso di un macigno, col cuore gonfio e

il respiro pesante e si tuffa nell'aria gelida al di fuori

del portone, avvolto nella penombra da stura ai suoi

sentimenti appoggiandosi al muro di un vicolo 

sberciato di mattoni corrosi dall'umidita  poi

ritrovato il respiro con un groppo alla gola e una

morsa allo stomaco lentamente si rimette in cammino

tra la luce smorzata dei lampioni.

Da lontano le luci colorate e sfavillanti delle vetrine del corso,

i rumori e gin gol del Natale, le scintillanti sfilate

di atmosfere incantate degli addobbi , lo inghiottono

mentre la gente lo oltrepassa con occhi sbarrati

nella fretta degli ultimi acquisti.

Si ferma un istante sul marciapiede appena imbiancato

per recuperare il fiato che arranca, due uomini che litigano

per un parcheggio prenotato da uguali intenzioni, mentre il

traffico urla la sua rabbia, è l'ora di cena e ognuno vuol

tornare a casa.

Quanti sorrisi mancati, quanta energia profusa inutilmente,

quanta impazienza e quante corse per un regalo non ancora

trovato che fa disperare e alcuni bestemmiare.

Tornerebbe indietro in quella corsia di ospedale a guardare

piccole facce sorridere, dimentichi del loro male e del

loro destino.

Qual' è il Natale più vero si chiede ... e col passo lento e lo

sguardo fisso sulla neve che cade giù dal cielo stringe il

burattino tra le mani poi giunto vicino all'uomo sdraiato

a terra glielo mette accanto insieme a a un pezzo di pane caldo

 

 


"Ti terrà compagnia stanotte, era di una bambina dolcissima"

gli dice con voce bassa mentre il barbone lo guarda sorpreso

ma è un attimo poi afferra il pupazzo e lo mette sotto la

coperta di lana che lo scalda in quella notte fredda e spezzando

il pane che fuma nella notte  guarda l'uomo svanire tra le luci

scintillanti della città.

MARVELIUS

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Commenti al Post:
lascrivana
lascrivana il 05/12/14 alle 05:52 via WEB
I mille volti del Natale. Triste. Ciao Marc-
 
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