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Marvelius

Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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L'Addio di Anhiel...IV°

Post n°95 pubblicato il 09 Febbraio 2015 da Marvelius
 

 

 

Sembrava dormisse nelle sue

forme abbandonate ad un sonno

 prossimo alla morte, le dita delle

 mani sfioravano gli

 steli d'erba come una tenera

carezza, mentre il respiro sembrava

 più flebile, così, istante dopo istante 

il mantice del suo petto prese a

rantolare con sempre più affanno.

Lui la chiamò a sé con amorevole

 insistenza, le accarezzò i capelli

parlandole  piano per cercare di

riportarla indietro e dargli la serenità

che anche lui aveva ormai smarrito.

Le sussurrava il suo amore e

la sua devozione, sapeva che

poteva sentirlo e intuiva che di li a

poco tutto sarebbe precipitato, che

 il tempo per loro stava per giungere

al temine e Anhiel presto lo avrebbe lasciato.

 


Un filo di sangue le scorse dal

naso mentre riapriva gli occhi ma

nonostante tutto accennò un lieve

 sorriso, poi tossì e il sangue bagnò

 il fazzoletto su cui vi erano impresse le

loro iniziali.

I suoi occhi avevano perso

 la lucentezza di un  tempo, e le

 lacrime ne avevano coperto l'intensità

 delle iridi ma erano ancora gli occhi

più belli e profondi che lui avesse

 mai guardato ...

Lei intrecciò le dita delle

mani alle  le sue e con un filo di

voce gli sussurrò  le sue ultime parole,

e fu un testamento scolpito nella

roccia del loro amore

"Stringimi forte e  non lasciarmi...

questo freddo mi paralizza,

l'inverno oramai è entrato nelle mie stanze

e mi trascina con sé...

Raccontamidi noi

di cio che siamo stati l'uno per l'altro

voglio addormentarmi con i ricordi e la tua voce

dentro di me, per immaginare che un giorno

possa risvegliarmi insieme alle cose che ho amato

in questa vita e che non avrò dimenticato"

 

Disse queste ultime parole guardandolo negli occhi

mentre il suo sguardo andava spegnendosi.

Poi la presa delle sue mani divenne

 via via più debole, fino a perdersi,

senza più forza e calore, nelle sue,

gli occhi divennero vitrei e spenti

e la testa reclinò oltre il braccio

 di lui che la cingeva.

"Anhiel ... Anhiel..."

furono le sole parole che trovò la forza

di pronunciare, mentre il corso

di un destino avverso lo schiacciava

 fin dentro i fili più invisibili della

 carne.

Provò un dolore indescrivibile mentre intorno a

lui si spalancava un vuoto arido,

un baratro entro cui precipitava con tutto

se stesso.

 


Si piegò su di lei e tenendola stretta

nel suo abbraccio pianse, ma il suo pianto

era senza lacrime, come il suo cuore

 era senza sangue.

 Un fuoco arso e un ghiaccio

abissale si impadronirono di

ogni anfratto del suo corpo, di

ogni angolo della sua mente,

 tormentandone pensieri e

ricordi.

E ogni ricordo divenne una lama

 nel costato, ogni visione possibile

 del futuro gli divenne estranea

 come una malasorte che gioca a

rendere i giorni a venire sterili e

 abietti.

Il vento si alzò da tergo e prese

 a soffiare furioso mentre le nuvole

 molestarono gli ultimi raggi di luna

 che scomparve dietro una cortina di

 nembi vestiti di tenebra.

Una pioggia lieve si impastò di

freddo e ingrossò divenendo via

via grandine  mentre i lupi presero

 a ululare nervosi.

Quando il rombo di un tuono

sconquassò il cielo lui si destò dal

 suo dolore e affranto accarezzò

ancora una volta il viso di lei  per

asciugarlo dalla pioggia .

 Ma ora non era più solo

pioggia, la neve iniziava a

scendere assorbendo rumori e

imbiancando i prati.

Al nero della notte si sostituì il

bianco mulinare dei fiocchi,  e

tutto iniziò a trasmutare.

 


Raccolse il corpo di Anhiel tra le

braccia e in silenzio, seguito dai

suoi lupi, si avviò nel bosco, lungo

 il sentiero che tante volte aveva

attraversato, i lunghi filari di

pioppi ondeggiavano nel vento

mentre gli immensi platani erano

 già imbiancati da una leggera

 coltre difendendo il sentiero ancora

sgombro di neve.

Una musica di violini si spandeva

nell'aria proveniente dal castello

 mentre il rullare dei cuori degli

animali del bosco cadenzavano

i passi di quell'uomo straordinario,

 il cui cuore era morto da tempo ma

 il cui spirito ardeva di un dolore

 che avrebbe riempito con le sue

lacrime i fiumi d'ogni terra.

La sua  anima, bandita ed errante

da secoli nei tartari della veglia, 

in quell'ora  solenne aveva visto 

sbocciare la scintilla

 che schiude alla vita ma solo  per

 assaporare nuovamente  le ferite

del trapasso, fino a precipitare nel

buio di un limbo senza più pace,

nel preciso momento che il distacco

 da lei era divenuto un eterna

separazione. 

Scomparve oltre i ciuffi di

biancospino la dove la collina

segna il limite con la foresta, nel

luogo in cui gli alberi chiudono

i cancelli del loro passo e i lupi ne

 custodiscono l'ingresso ... la dove

 muoiono i vivi e regnano eterni

i sogni ...

 


Marvelius

 

 
Rispondi al commento:
Marvelius
Marvelius il 10/02/15 alle 09:09 via WEB
Da un regalo nasce un regalo, come da un seme un fiore...
Un sorriso My Lady...Marvelius
 
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