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Marvelius

Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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l'Addio di Anhiel...III°

Post n°94 pubblicato il 08 Febbraio 2015 da Marvelius
 

 

 

Ai piedi della scalinata lupi neri

e bianchi, seduti in attesa di un

comando ma docili come agnelli

scuotevano le code ululando alla

 luna.

Guardò lei con una gioia infranta

 e le diede un bacio sulle labbra,

ora erano più fredde e il corpo suo

tremava come scosso da un fremito

d'ansia per quell'incanto, solo gli

 occhi erano vigili e pieni di lacrime

che scorrevano come le acque di un

 fiume inarrestabile.

Le guance emaciate e lo sguardo 

pieno di quel mondo la consumavano,

era triste per ciò che stava perdendo,

per quel sipario che si stava chiudendo

e che aveva immaginato di vivere

con il suo conte.

 

 

Avvertiva tutte le

difficoltà di un distacco lacerante

da quel mondo che tanto aveva

rappresentato per loro e dentro di

lei immaginava la vita di entrambi

privata degli sguardi, le parole, le

giornate condivise, le passeggiate

 lungo i corsi dei fiumi, gli abbracci

 tra le lenzuola nelle notti fredde

delle loro langhe e i risvegli

 illuminati dal sole sui loro corpi

nudi e sciolti .

La luna era assisa nel cielo e

finanche le stelle si erano ritratte

davanti alla sua luce d'argento che

 ammantava entrambi ricacciando

 le ombre oltre le stanze del loro

dolore.

Si volse a guardarlo e stringendolo

con le sue ultime forze si abbandonò

 al suo abbraccio, ai baci strappati con

 grazia e un calore bruciante.

Poi stanca e senza forza  pose la testa

nell'incavo del suo collo e  lasciò

 liberi i singhiozzi di bagnare la terra

  dei suoi rimpianti.

 Lui la tenne stretta tra le sue braccia

 immobile come una statua di pietra

 mentre il capobranco si era posto

ai suoi piedi guaendo insieme agli

altri lupi.

"Resta con me ... non te ne andare

dove non posso raggiungerti , non

 darmi un eternità di abbandono"

disse il conte e la sua voce aveva

 ora un calore che non aveva mai

posseduto.

" Non voglio morire ... non voglio"

rispose lei guardandolo con gli

occhi pieni di pianto.

"Voglio restare qui con te ... vivere

ancora ... ancora   ".

 


Le parole le si mozzarono in

gola  affogate da un  pianto sordo

 e senza speranze, così  immerse il

 volto nel petto di lui per sentire ancora

il profumo della sua pelle nella

 speranza di trovare un conforto, o

infiggerlo nella mente e portarlo

la dove stava andando, in quel viaggio

 senza più ritorno, poi ebbe un sussulto

 e sembrò perdere i sensi .

Il conte la adagiò sul prato e le parlò

piano, gli raccontò la storia del loro

 incontro, la gioia eterna che avevano

edificato nei loro cuori, e le sue parole

furono come le onde del mare e il soffio

delicato del vento, erano neve soffice e

dolce profumo  di rose.

Anche nella malattia che l'aveva consumata

 al tal punto  restava bella, di una bellezza

eterna che  gli toglieva il fiato .

 


La veste bianca e sciolta ricadeva

 sui piedi nudi e delicati, un nastro

 intrecciato di canapa verde le si

allacciava appena sotto le anse

morbide dei seni, evidenziando  e

disegnando le linee fluide del suo

 corpo.

Ai polsi merletti dello stesso colore

d'erba spezzavano il candore delle

ampie maniche della veste che sulle

spalle terminava con un cappuccio

di panno puntellato con radi sbuffi

d'inchiostro.

Le guance ora avevano ripreso

colore e un leggero pastello rosato

 spiccava  sul viso smunto.

Le occhiaie tradivano però la

debolezza e il profondo stato

di prostrazione che aveva minato

il fisico  rendendolo l'ombra di

quello che era un tempo. (Segue...)

Marvelius


 

 
Rispondi al commento:
Marvelius
Marvelius il 10/02/15 alle 09:13 via WEB
ogni distacco reca con se dolore...e quando tutto finisce nella certezza di un abbandono definitivo, eterno, allora penso come dici tu il distacco diviene..lacerante, perchè sono ferite che mai piu si rimargineranno...
Un abbraccio Laura...
Marvy
 
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