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Marvelius

Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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Post n°99 pubblicato il 13 Aprile 2015 da Marvelius
 

 

 

 

Guardo la vita degli altri con un metodo che sa di

Analisi e  che di rimando si riflette su di me come

un introspezione che scava solchi profondi, alla

ricerca di una ragione che sveli il corso delle cose

e le sottili faglie  dell'animo che possediamo.

All'inizio ci si ferma sul quotidiano, in quell'intorno

di intimità che è la famiglia, cavie più disponibili

sotto l'occhio implacabile dell'osservazione.

Ho sempre ammirato gli uomini e le donne che

sanno mettersi in gioco, che sanno che in tutte le

azioni c'è  un rischio, che in ogni comportamento

c'è una  variabile insondabile, l'incerto determinarsi

degli  eventi, quegli uomini che sanno andare avanti

anche quando il destino li trascina ripetutamente

indietro, che offrono il petto alla cuspide del vento,

che  piegano le ginocchia ma non flettono il capo

di fronte alle difficoltà della vita, nuotando

controcorrente  tra le onde .

Ammiravo mio padre, con quel suo senso della vita

fatto di spirali, tutte dirette verso l'alto, per lui la

difficoltà nell'intraprendere una strada era capire

come partire e dove arrivare, il come sarebbe venuto

di conseguenza,  perché partire comunque si doveva,

iniziare qualcosa ogni volta per andare avanti,

quell'avanti fatto di evoluzione, di emancipazione,

di crescita verso un domani sempre migliore.

Le difficoltà c'erano ma era normale per lui che ci

fossero, erano difficoltà fatte per essere superate

con la cieca fede nelle capacità umane e nel disegno

di un Architetto ordinatore che pur mettendo ostacoli

per le strade in cui meniamo i nostri passi erano

intralci aggirabili , superabili con l'uso della testa e la

tenacia di chi sa che può giungere al traguardo, che

è sempre un nuovo punto di partenza.

Osservo quella persone come lui che hanno il coraggio

di guardare al futuro con consapevole fiducia che tutto

può mutare, che le cose buone sono maggiori di quelle

sbagliate, che gli errori si fanno ma poi si correggono,

che si può sbagliare ma si può tornare indietro, quelle

persone che con un sorriso riscrivono storie, che con

una stretta di mano sanno placare tempeste, che con

gli occhi dicono ciò che cento parole non possono,

quelle persone che sanno ripartire da se stessi e che

mettendosi in gioco si riconoscono un compito,

una missione, un dovere che pesa ma non schianta,

un giogo che non incatena, una voglia che li spinge

oltre i limiti dell'orizzonte.

 

 

Quando da ragazzo leggevo le storie di avventurieri ,

di naviganti, di esploratori  li vedevo ergersi sulla prua

di una nave, sporgersi sul ciglio di un dirupo immenso,

sotto il sole cocente o le più spaventose bufere, tra i

ghiacci sconfinati e pericoli ad ogni angolo della terra.

Ma ora vedo queste persone nella realtà spicciola

ergersi nelle difficoltà del proprio quotidiano,

combattere con la malattia, con le poche risorse che

li confina nella miseria, o nell'abbandono e

nell'indifferenza di una società assente o troppo

impegnata a correre dietro il fascino dell'effimero.

Ho sempre guardato con interesse e ammirazione le

persone di talento che il talento non sprecano, che

inseguono una strada per giungere dove immaginano,

o dove ancora non sanno, quelle donne e quegli

uomini che vogliono lasciare qualcosa oltre la fiamma

di un esistenza ordinaria, che accendono speranze e

hanno la volontà che li guida su un cammino che non

conoscono.

Li guardo con stupore queste fiammelle, questi

Argonauti che potrebbero rimanere nel loro limbo

dorato e invece combattono per sé e per gli altri, per

un mondo nuovo, uno scenario diverso e migliore,

quelli che si mettono in prima fila di fronte al sopruso

o alla prevaricazione e poi si confondono nella folla e

nell' anonima parvenza, quando si vuole dare loro

merito e onori.

Ho sempre guardato con un senso di vicinanza coloro

che non si abbattono per una giornata storta, per tre

giorni di pioggia o per il caldo soffocante, che vedono

le stagioni come un dono di Dio e che ti sanno far

ridere e sospirare, che ti strappano un sorriso quando

dentro hanno un animo affranto, che ti sussurrano

quando dovrebbero urlare per le ferite che li

tormentano, che hanno storie maledette dentro ma

che ti danno il buono che sanno ritrovare nel fondo

del loro cuore.

 

 

Sono grandi questi uomini e queste donne che saldano

i rapporti con l'amore che versano senza chiedere nulla

in cambio, che  costruiscono  quel filo  invisibile di

umanità che ci ha reso la specie dominate sebbene

non siamo quella più forte, la più resistente seppure

una di quelle più fragili.

Queste anime di soldati di pace ammiro con passione,

questi avventurieri del sorriso e della speranza, gli

esploratori che non conoscono la rinuncia, che si

rimboccano le maniche senza aspettare che siano gli

altri a rischiare e ad aprire la porta del futuro, queste

ombre che scivolano accanto a noi come angeli custodi,

trasparenti e veri, senza veli di doppiezza, senza fiere

di vanità e frivolezze, coloro che sanno andare al

fondo di ogni cosa rimanendo a galla, su quella

superficie di verità che ce li fa amare e desiderare.

Così in questa ammirazione sprofondo cercando di

nuotare senza annegare e cogliere di loro una scintilla

da portare infissa nell'anima nel corso della mia

esistenza, per lasciare ciò che di buono alberga dentro

di me e per confinare nel cono d'ombra della vanità

le mie debolezze, affinché l'umano senso della virtù

prevalga sul l'io interiore che bussa ai cancelli della

ragione.

Marvelius

 

 

 
Rispondi al commento:
elektraforliving1963
elektraforliving1963 il 15/04/15 alle 15:27 via WEB
Stupendo scritto...come sempre...bravissimo Marv...elek
 
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