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Storie olimpiche: Bolt, il mitico Giba e la pigrizia atletica

Post n°348 pubblicato il 02 Agosto 2012 da massimo.maneggio

Usain Bolt, il velocista più veloce del mondo, vuole sfidare ogni legge della fisica. Al campione giamaicano non basterà vincere l’oro e sfrecciare in mezzo a semplici comprimari: vuole scendere sotto i 9 secondi e 50. A dirlo qualche anno fa, si rischiava di essere internati a vita e quando nel 1991 Leroy Burrell arrivò a compiere la gara dei centro metri in 9’90 gridarono al miracolo, con la convinzione di aver archiviato ogni possibile record. Poi Carl Lewis, ancora Burrell, Donovan Bailet, Maurice Greene e per due volte Asafa Powell riuscirono ad abbattere la soglia, diminuendo sempre più le distanze umane e la vorticosità di un tempo che lascia sempre con il fiato sospeso. usainFin quando arrivò lui, il giamaicano Usain Bolt, uno che a 15 anni soffriva di scoliosi, come tanti, e che dieci anni dopo era diventato, meritatamente, l’uomo più veloce del pianeta. La favola partì ufficialmente il 31 Maggio 2008, con buona pace degli scienziati, sempre pronti a indignarsi a ogni passo da gigante. Bolt tocca i 9’72 e lancia la sfida a se stesso: gli avversari sono solo un arredo scenico, Bolt è solo contro il mondo, quel mondo che corre, ora, meno veloce di lui. New York è la tappa del primo record, fatto in 41 passi da giaguaro. E così, Usain Bolt batte un nuovo record il 16 Agosto del 2008 alle Olimpiadi di Pechino. Si migliora di tre centesimi, ferma il cronometro a 9 secondi e 69 ed in molti non si accorgono che ha corso con uno slaccio slegato, se vogliamo un record nel record. Il 16 Agosto è una data che porta bene e un anno dopo l’impresa a Pechino succede qualcosa di impensabile. Bolt parte con il vento addosso e conclude i cento metri in 9’58 e ogni commento rimane superfluo. Lontani appaiono gli screzi delle Olimpiadi di Atene, nel 2004, quando Bolt fu subito eliminato al primo turno dei duecento metri e lo etichettarono come un pigro e casinista. L’uomo più veloce del mondo ha nel mirino le Olimpiadi londinesi, per vincere in un ambiente freddo e distaccato, l’esatto opposto del suo essere velocista, da duemila euro a metro. Come tutti i giamaicani non mancano i sorrisi e gli abbracci, nonché la voglia di vivere ogni momento in compagnia. Ha uno staff a sua completa disposizione, mangia da mesi riso e pollo e nel suo fortino di Kingston si allena con gran costanza. Il suo coach, Green Mills, è una sorta di marines, che sarebbe capace anche di prenderlo a frustate in alcune giornate ma preferisce usare la tattica del divertimento perché, in fondo, Bolt è ancora un bambinone.


Partono come i favoriti e nessuno, probabilmente, metterà in dubbio la loro egemonia. Il Brasile del volley si candida prepotentemente al ruolo di superpotenza per la conquista dell’oro. I bookmakers non hanno dubbi e il Brasile parte in cima alle preferenze, mentre il sestetto italiano, sempre secondo gli allibratori, dovrebbe al massimo disputare le semifinali. Sperando, chiaramente, in un esito contrario, non si può ignorare il potenziale brasilano, anche dopo aver ritrovato capitan Giba, che ha perfettamente recuperato dall’operazione di qualche mese fa. Il capitano della selecao sarà ancora un sicuro protagonista, volendo trascinare i suoi compagni in finale, un po’ come ad Atene ed a Pechino. Sono arrivati l’oro e l’argento, con capitan Giba sempre fondamentale per il sestetto verdeoro. Il numero 6 brasiliano porta ancora nel cuore l’esperienza italiana, forse fondamentale ai fini della sua carriera. L’Italia ha formato il carattere del brasiliano che, un po’ come tutti i sudamericani, hanno tanto talento ma poca grinta nel proprio serbatoio. Arrivato a Ferrara ha capito il senso del sacrificio, quello che in Brasile spesso viene sottovalutato. gibaEra già un campione quando arrivò nel nostro paese e, dopo due anni a Ferrara, si trasferì al Cuneo dove divenne un crack, mostrando tutte le qualità del ruolo. Ancora oggi è uno dei pochi pallavolisti capaci, nell’interpretazione del ruolo di schiacciatore- ricevitore, di eseguire con naturalezza entrambe le fasi. Sa ricevere in prima linea e attacca come pochi, con una maestosità nei fondamentali che lo hanno rapidamente portato a raggiungere ogni vertice. Il tempo di sospensione è il suo marchio di fabbrica, con la schiacciata che parte sempre in modo preciso, potente e soprattutto veloce, spesso abbattendo l’attonito muro avversario. Giocò contro l’Italia la sua miglior partita proprio in un’olimpiade. Ad Atene la selecao, in finale, batté l’Italia per 3-1 con Giba che dimostrò a tutti di essere un top player. A Cuneo incominciò a vincere qualcosina, trovando anche l’amore di Cristina Pirv ex capitano dell’Asystel Novara, e nel 2007 lasciò l’Italia senza inutili isterismi, attratto dai rubli russi dell’Iskra Odintsovo. L’esperienza russa fu, comunque, positiva, prima del ritorno in patria all’Esporte Clube Pinheiros. Con la sua nazionale ha vinto sette campionati sudamericani, tre Coppe America, otto World League, due Grand Championship Cup e tre Mondiali, l’ultimo dei quali conquistato proprio a Roma il 10 Ottobre 2010.




Elena Isimbaeva vivrà il periodo londinese con la carica di chi si è finalmente ritrovata. Campionessa olimpica uscente, arriva da un periodo difficile da cui sembra però essere uscita e cerca la riconferma come regina assoluta del salto con l'asta. Classe 1982, è arrivata probabilmente al suo ultimo appuntamento importante e, proprio per questo, non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione di essere ricordata come una vincente. Campionessa olimpica e mondiale, dunque, con tanta umiltà, come quella mostrata, ad esempio, il 22 luglio 2005 quando diventò la prima donna a valicare la storica barriera di 5,00 metri nel salto con l'asta. Il suo record mondiale è attualmente di 5,06 metri all'aperto, arrivato a Zurigo il 28 agosto 2009, e 5,01 metri a livello indoor, un record fissato in una riunione a Stoccolma il 23 febbraio 2012. Non si accontenta mai e basti pensare che ha migliorato per 28 occasioni il record del mondo, volta per volta, sempre per pochi centimetri. Cosa rara, in qualsiasi sport, ma la Isimbaeva senza grossi squilli di tromba ha sempre conquistato le vette mondiali. Ha vinto l’oro ad Atene e Pechino, è stata nominata tre volte come migliore atleta dell’anno dalla Iaaf e ha persino vinto un premio “Principe delle Asturie”. Tralasciando i successi, la vita della Isimbaeva è stata un continuo sacrificio in famiglia e anche tra i libri, come tutti i russi che vogliono scalare le vette mondiali. Suo padre, dal nome impronunciabile, Gadzhi Gadzhiyevich Isinbaev è un idraulico mentre la madre lavora come assistente in un negozio, ed insieme hanno dovuto fare molti sacrifici finanziari per aiutarla nella sua carriera sportiva.       isi

 

Lasciando i panni sportivi,Elena Isimbaeva ha una laurea specialistica conseguita a Volgograd all'Accademia di Cultura Fisica ed attualmente sta continuando il suo post-laurea come studente alla Donetsk National Technical University, a dimostrazione che lo sport non è la sua unica missione. Nelle competizioni russe rappresenta la squadra militare delle ferrovie di stato, in cui formalmente è partita come un ufficiale dell'esercito russo, per poi guadagnare i ruoli di tenente e, infine, il 19 Agosto 2008 è stata promossa al grado di capitano. È tornata alla vittoria recentemente ai mondiali indoor svoltesi ad Instabul, con il medagliere tornato a rimpinguarsi come ai bei tempi. Le tante medaglie conquistate quasi non le ricorda ormai più, ma chiudere con l’oro a Londra sarebbe il punto esclamativo da scrivere sul marmo in ogni piazza russa.



Questa è la storia del campione pigro e, a volte, anche sfigato. Un atleta che trova mille scuse, cerca di risparmiarsi e inventa mille stratagemmi per arrivare integro e miracolato al suo appuntamento con il destino. L’ultima notizia del genere su Liu Xiang, cinese specialista dei 100 metri ad ostacoli, lascia un po’ basiti. Xiang ha già lasciato Londra e ci ritornerà soltanto tra qualche giorno per disputare le gare. Ha preferito lasciare la capitale dei giochi, in quanto soffre il clima rigido durante gli allenamenti, per andare non a Napoli, in Spagna, Portogallo o altro ancora, bensì a Dusseldolf, in Germania, dove secondo Xiang il clima è più mite. Nell’ultima tappa della “Diamond League” ha fatto addirittura peggio, correndo quasi svogliatamente e senza nessuna motivazione addosso. Dopo aver stabilito il magro risultato di 13” e 45” alla batteria, il cinese non ha raggiunto neanche la finale dando, così, la vittoria allo statunitense Aries Merritt. Quest’ultimo parte, senza clamori, con tutti i favori del pronostico per la conquista dell’oro se Xiang non si sveglierà dal suo torpore volontario. “Colui che plana”, secondo la traduzione letteraria del suo nome, deve ora richiamare l’orgoglio e smetterla di ciondolare in pista, per non vanificare anche anni di buone prestazioni.liu

Nel 2004, lontanissimo da casa sua, si consacrò forse troppo presto. Nelle Olimpiadi di Atene rimane bene impressa la delusione di Allen Johnson, eliminato al secondo turno di qualificazione, e quel cinese smunto che volava sopra gli ostacoli. Il 27 Agosto, nella finale olimpica, Xiang fermò il cronometro con il tempo di 12 secondi e 91 centesimi, eguagliando il record mondiale stabilito da Colin Jackson nel 1993. Divenne il primo atleta cinese a scendere sotto i 13 secondi e con l’oro nei 110 metri ad ostacoli divenne anche l’idolo di tutta una popolosa nazione. Il destino, però, si accanisce alle Olimpiadi di Pechino. Xiang è super favorito: gioca in casa, ha tutto il pubblico dalla sua parte e ad Osaka ha conquistato anche un fresco titolo mondiale. Durante una batteria preliminare, nella gara dei 110 hs, si ritira anticipatamente, a causa del riacutizzarsi di un problema al tendine d’Achille, sottovalutato nei mesi precedenti. Xiang abbandona i giochi in lacrime, il pubblico è coinvolto e l’atleta cinese sembra un imperatore decaduto per la scena di pura mestizia. Ora, dovrà riscattarsi a Londra, dove Xiang arriverà al minimo delle energie spese, sperando di recuperare il passo dei tempi forse perduti.


PEZZI PUBBLICATI SU CALABRIA ORA 27-7-12

Mas.Man.

 

 


 

 

 
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