Creato da: tizi88_2006 il 16/01/2009
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RISCHI ED INCERTEZZE IN ATTESA DI FERRAGOSTO

Post n°409 pubblicato il 06 Agosto 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

È giunto il guasto, anche molto pronunciato, al Centro-Nord, da giorni annunciato nelle pagine del MTG e in questo editoriale. Una tipica pausa alla predominanza anticiclonica estiva, che farà di certo piacere, laddove non avrà creato inutili danni, ai campi assetati delle terre soprattutto a sud del Po. Il tempo al Centro-Nord non si rimetterà facilmente, tanto che anche domani avremo rovesci e temporali. Le temperature stanno diminuendo un po' ovunque e lo faranno anche nei prossimi giorni, anche in modo sensibile laddove vi saranno stati temporali. Successivamente, come avevamo scritto nel precedente editoriale, un cuneo altopressorio di matrice azzorriana riuscirà a farsi strada verso est e giungerà alla riconquista dell'Europa centrale e soprattutto del Bacino del Mediterraneo. Anche l'Italia quindi, già nel fine settimana, fruirà di questo aumento pressorio: tornerà il sole ovunque, anche se le temperature rimarranno fresche, soprattutto di notte e di mattina. Il problema è la lettura del medio termine e del lungo termine. Avevo già avvertito i lettori della pericolosa prossimità del fronte polare, molto vicino all'arco alpino e quindi sempre molto pericoloso per le nostre regioni in caso di calo dei geopotenziali in area mediterranea. Ebbene, le ECMWF, il prestigioso modello europeo e, voglio ricordarlo, per ora il più potente e performante, intravedono la possibilità che nella seconda decade del mese vi possa essere una nuova irruzione nord-atlantica in pieno Mediterraneo. Osservando la mappa ECMWF MTG rielaborata, notiamo come le Reading ci vadano giù molto dure per il periodo ferragostano. Molto più prudenti invece le americane GFS, che vedono sì l'incursione di una goccia fredda nord-atlantica, ma con traiettoria tale da penalizzare l'area iberica piuttosto che quella italica. A dir la verità, le GENS (ensemble GFS) propongono una soluzione molto più vicina alle ECMWF, anche se meno radicale. Per ora non resta che attendere, nella consapevolezza che la lontananza cronologica rende tali scenari solo ipotesi tendenziali non certo previsioni meteorologiche.

A PRESTO!

 
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CUMULI ED ECLISSI: COSA SUCCEDE ALLE NUVOLE?

Post n°408 pubblicato il 04 Agosto 2010 da tizi88_2006

Eclissi
Cumuli ed eclissi: l'11 agosto del 99, in occasione dell'ultima eclissi totale di sole in Europa si è potuto constatare quanto sia importante il sole nell'economia dei temporali. La radiazione solare dà vigore ai cumulonembi e giustifica il fatto che in assenza di avvezioni fredde i temporali si verificano soprattutto nelle ore più calde del giorno. Il sole è dunque il grande motore dell'atmosfera. Certamente se un'eclissi di sole si verifica tra le 14 e le 16 l'attenuazione delle nubi cumuliformi è più marcata, è come se nel cielo vi fosse un velo spesso di cirri, altra nube nemica dei cumuli. Nell'occasione dell' 11 agosto 99 MeteoItalia mandò una troupe esterna a Galbisio, Svizzera Ticinese, un borgo poco distante da Bellinzona. Nella zona i cumuli crebbero dalle 10 alle 11 sulle montagne circostanti ma in coincidenza con il maggior oscuramento del sole (12.20) quasi si dissolsero, per poi riprendere energia dopo le 13. Dalle 15 cominciarono a farsi notare alcuni focolai temporaleschi che successivamente si estesero anche alla Lombardia.
A PRESTO!

 
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ANCORA ONDE CICLONICHE MA ALLA FINE L' ANTICICLONE PREVARRA'

Post n°407 pubblicato il 03 Agosto 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPA_1
Mappa a 500HPA_2

Lo sviluppo barico avverrà in due fasi: una prima onda oggi e poi, verso giovedì, una seconda onda, molto più profonda, che arriverà sino al Centro. Tale scenario barico è ben rappresentato nella prima Multimodel MTG qui riportata e modificata. Notate come ancora una volta le Azzorre rimangano troppo defilate in Oceano, favorendo in tal modo le irruzioni di aria più fresca di origine Nord-Atlantica, che avrà nel frattempo bypassato l'ostacolo altopressorio. Ad est poi troviamo ancora la potente Alta Russa a chiudere la strada alla saccatura. Ma già osservando la seconda Multi MTG, possiamo notare come finalmente verso il 9/10 agosto l'anticiclone delle Azzorre sia riuscito nel suo intento, aprendosi un varco verso l'area del Mediterraneo Centrale. Attenzione però: non tralasciamo il movimento pericolosamente basso di latitudine del fronte polare, che arriva quasi a sfiorare l'arco alpino. L'Estate non significa certo alta pressione infinita. Quindi per ora non possiamo parlare di rotture clamorose o di fine della stagione. Anzi! Le occasioni per avere belle giornate di sole, magari non ammorbate da alte concentrazioni di umidità diverranno molto frequenti dopo la fase instabile, e devo dire, anche durante la stessa, che non va vista come un peggioramento continuo, ma come un'alternanza di fasi nuvolose e fasi più soleggiate.

A PRESTO!

 
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ALTRA GIORNATA DI CALDO RECORD A MOSCA

Post n°406 pubblicato il 31 Luglio 2010 da tizi88_2006

Immagine

Mosca, giovedì 29 luglio: Osservatorio 26,0°/38,2°C, Baltschug 26,2°/39,0°C, Sheremetyevo 21,8°/37,7°C, Vnukovo 24,8°/37,2°C, Domodedovo 24,0°/39,0°C, Bykovo 24,6°/39,7°C. Record a raffica ancora una volta, quindi, nella capitale russa (solo Vnukovo non ha battuto il suo record giovedì 29), con ben tre stazioni da 39°C in su, soglia mai neppure avvicinata a Mosca prima di questo incredibile luglio. Giovedì 29, i valori più alti in Russia sono stati registrati ad Aleksandrov Gaj, Balasov e Zametcino, con 41,4°, 41,0° e 40,8°C, molto calda anche Samara con 39,7°C. Spiccano anche (pur non essendo record) i 33,8°C di Arcangelo, posta sul Mar Bianco, a 64,3°N. 37,2°C a Joensuu, in Finlandia, giovedì 29 luglio. Si tratta del nuovo record nazionale. Joensuu si trova nel sudest del paese, la regione più interessata dal gran caldo di questa incredibile giornata di fine luglio, spintosi comunque anche sul settore centrale del paese. Sempre in Finlandia, notevolissimi anche i 34,9°C di Ilomantsi, i 34,5°C di Kajaani (a oltre 64°N), i 34,2°C di Jyvaskyla, i 33,8°C di Kuopio (nuovo record cittadino, peraltro ben 35,5°C sono stati registrati a Kuopio Ritoniemi) e, ancora più a nord, i 32,6°C di Oulu, quasi al 65° parallelo.

A PRESTO!

 
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ATLANTICO E ESTATE: UNA LOTTA DESTINATA A DURARE A LUNGO

Post n°405 pubblicato il 30 Luglio 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

Anche oggi, cari amici, non possiamo che confermare quanto già scritto nei precedenti editoriali. Lo scenario barico che ci offre la carta sinottica euro-atlantica elaborata dai vari e principali Centri di Calcolo internazionali per i prossimi sette giorni non invita alla sicurezza estiva, sia per l'Europa che per il Mediterraneo. Osserviamo da subito la nostra Multi MTG rielaborata per potervi immediatamente individuare il lato debole di questo scenario barico estivo: l'Alta delle Azzorre continua a permanere troppo defilata in Atlantico e soprattutto sbilanciata verso nord, piuttosto che verso occidente. Ciò fornirà numerose occasioni al fronte polare di scendere lungo il bordo orientale dell'alta pressione, sino a colpire l'Europa e spesso anche le nostre regioni centro-settentrionali. Nel frattempo il Sud potrebbe subire le ritorsioni dell'Alta Africana, ferita alle incursioni non-atlantiche. Dobbiamo inoltre aggiungere che tale scenario barico appare forzatamente bloccato nella nostra Multi MTG. Dico forzatamente perché se osservassimo lo scorrere delle varie figure bariche e termiche, noteremo come nel corso del periodo interessato verrà ingaggiata una lotta strenua tra gli anticicloni subtropicali ed il flusso instabile nord-atlantico. Per ora la prognosi sarà la dinamicità, a discapito di chi vorrebbe l'estate tradizionale, dalle lunghe settimane dominate dall'azzorriano. Hanno prevalso invece altre figure, molto più estreme del grande stabilizzatore estivo: irruzioni artiche, invasioni africane, incursioni atlantiche, scorrerie orientali. Nei prossimi editoriali vedremo se le figure anticicloniche subtropicali riusciranno a ricucire la ferita europea in preparazione del mese di Agosto.

A PRESTO!

 
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L' ESTATE NON MOLLA: REITERATI ATTACCHI AL CUORE DELL' ESTATE

Post n°404 pubblicato il 28 Luglio 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

L'Estate entra in una fase dinamica davvero interessante. Da una parte il flusso perturbato nord atlantico non vorrà mollare l'assedio all'Europa soprattutto al Mediterraneo, il cuore dell'estate. Dall'altra tale intensa dinamicità oceanica istigherà l'anticiclone africano a tentare ripetute sortite verso nord, che andranno a segno soprattutto al Centro ed al Sud, ma non risparmieranno neppure il Settentrione. Insomma, come potete capire, la situazione è molto complessa, soprattutto se si deve stilare una tendenza a medio termine, come è appunto lo scopo di tale editoriale. Molto più facile in questa fase navigare a vista, e consultare le previsioni giornaliere. Ma essendo questo il nostro compito, andiamo incontro all'improvvido destino provando a delineare uno scenario barico dei prossimi sette giorni. Intanto va sottolineato come ancora una volta manchi il vero protagonista delle estati mediterranee: l'anticiclone delle Azzorre. Se solo osserviamo la Multi MTG qui riportata, noteremo come esso stazioni lontano dal Mediterraneo, in pieno oceano e eccessivamente sbilanciato verso nord: in tal modo il fronte polare avrà spesso la strada aperta per tentare sortite perturbate verso sud, anche di grande portata. Insomma, non possiamo certo parlare di tempo stabile e soleggiato. I passaggi perturbati saranno frequenti ma ancora più frequenti saranno gli episodi collegati all'instabilità. In estate infatti quando aria fredda staziona sopra aria più calda basta davvero poco nelle aree interne e soprattutto montuose, perché si creino le condizioni per l'innesco di un temporale o di una fenomenologia più complessa. Tuttavia, in questo contesto barico, vi sarà ampio spazio anche per richiami caldi sciroccali di notevole intensità, che soprattutto lungo l'Italia peninsulare faranno impennare le temperature. D'altra parte è un serpente che si mangia la coda: il caldo e l'umidità diverranno poi il carburante per scatenare all'arrivo della prima aria più fresca fenomeni temporaleschi.

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QUALE RAPPORTO C'E' TRA VENTO E FENOMENI?

Post n°403 pubblicato il 26 Luglio 2010 da tizi88_2006

Nubi
L'impatto del vento sul territorio italiano è determinante per stabilire la piovosità di una certa zona. Il vento da nord ad esempio determina ampie schiarite sulla Valpadana grazie alla protezione offerta dall'arco alpino ma sulle regioni centro-meridionali può anche favorire la formazione di temporali sulle zone interne. Il Maestrale spazza i cieli della Sardegna ma va a riempire di nuvole quelli della Calabria tirrenica e del nord della Sicilia, laddove è presente un ostacolo orografico che favorisce la condensazione dell'umidità che affluisce. Interessante anche notare come la Bora spazzi il Golfo di Trieste liberando talvolta il cielo, quando si presenta chiara, oppure contribuisca a mantenere il tempo perturbato in caso si presenti scura. L'arrivo della Bora in Valpadana solleva l'umidità presente nei bassi strati recando nuvolosità e anche qualche debole precipitazione sul Piemonte e le Prealpi lombarde. Il Libeccio invece penalizza Toscana e Liguria perchè spinge aria umida contro i rilievi determinando la formazione di spessi banchi nuvolosi. Lo Scirocco invece determina annuvolamenti soprattutto in Liguria ma anche sulla Sicilia sud-orientale e la Calabria jonica. Il Grecale può trascinare i temporali dalle zone interne adriatiche verso quelle tirreniche. Il Garbino, vento locale, prosecuzione del Libeccio, rasserena i cieli di Marche ed Abruzzo e scalda l'aria scendendo dall'Appennino. Come vedete l'influsso del vento sul territorio è notevole ed è il principale regista del tempo.
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IL PROFUMO DELLA PIOGGIA

Post n°402 pubblicato il 25 Luglio 2010 da tizi88_2006

Pioggia

Dopo un lungo periodo di tempo secco finalmente arriva la pioggia, e subito con le prime gocce l’aria diventa “profumata” di terra o di asfalto fresco; poi con l’intensificazione della precipitazione o con il suo perdurare l’odore si attenua velocemente, fino a scomparire del tutto. Ma a cosa è dovuto questo strano fenomeno? Le prime gocce spesso cadono su un terreno surriscaldato dall’azione del sole, e di conseguenza esse tendono rapidamente ad evaporare, portando verso l’alto anche alcune molecole del materiale che costituisce il suolo stesso, molecole che poi arrivano al nostro naso facendoci avvertire un odore particolare. L’intensità dell’odore è direttamente proporzionale alla temperatura del suolo stesso, pertanto diviene facilmente percepibile durante gli episodi piovosi estivi, mentre in inverno solitamente è assente.

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GOCCIA FREDDA EUROPEA: L' ESTATE ENTRA IN CRISI

Post n°401 pubblicato il 24 Luglio 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

Se iniziamo subito osservando la ECMWF MTG valida per il medio termine, noteremo uno scenario barico sostanzialmente bloccato. Ad ovest le Azzorre tenderanno a sollevarsi puntando verso le Isole Britanniche. Ad Sud l'Africa verrà ricacciata nelle sue zone di origine. Ad Est l'Alta Russa opporrà un deciso blocco allo scorrimento del vortice europeo verso oriente. Infine a Nord l'aria fredda collegata al fronte polare sembra intenzionata a voler continuare ad alimentare l'enorme goccia fredda europea. Ovviamente al Centro di tutto ciò troviamo la nostra Goccia Fredda Europea. In tal modo questa figura basso pressoria che si andrà collocando nel cuore del vecchio continente pulserà come certi tipi di stelle, tendendo ad ingrandirsi e a impiccolirsi a seconda della quantità di aria fredda che riceverà. Non è neppure del tutto escluso che il corridoio di alimentazione che dovrebbe mantenerla in vita possa chiudersi se l'alta pressione orientale si decidesse a inglobarla lasciando spazio ad un rilassamento del anticiclone azzorriano verso l'Europa. Per ora comunque l'ipotesi più accreditata dai Centri di Calcolo internazionali sembra questa: la saccatura nord-atlantica entrando con veemenza nel cuore del dominio africano europeo creerà grande scompiglio, che si concretizzerà in forti fenomeni temporaleschi. Successivamente lo scenario barico andrà stabilizzandosi, così come abbiamo descritto sopra, lasciando sopravvivere tra l'Europa centrale e il Mediterraneo una Goccia Fredda che manterrà il tempo fresco ed instabile almeno sino a fine mese. In Italia ciò favorirà una ventilazione orientale abbastanza fresca per il periodo, con tempo assolutamente non caldo né afoso. Nelle aree interne ed in quelle montuose, ma soprattutto nelle regioni orientali permarrà il rischio di instabilità pomeridiana. Per ora l'estate si prende un po' di ferie.

A PRESTO!

 
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IL COLORE DELLE NUBI

Post n°400 pubblicato il 23 Luglio 2010 da tizi88_2006

Nube_1
Nube_2
Uscendo di casa siamo abituati a dare uno sguardo alle nubi e ad osservare il loro colore per distinguere un ammasso piovoso da uno innocuo. Purtroppo questa regola non vale sempre, anzi molto spesso sono proprio le nubi più brillanti quelle più “pericolose”. Infatti normalmente i cumuli ed i cumulonembi (le nubi che possono provocare gli acquazzoni o i temporali) se si stagliano in direzione opposta a quella del sole e non sono coperti da altri banchi nuvolosi, appaiono come “montagne di panna montata” di un bel bianco candido; allora di solito ci rassicuriamo e siamo indotti a pensare che quella nube è totalmente innocua, sbagliandoci completamente. In molti casi oltretutto il cielo è talmente carico di umidità da portare ad una densa foschia che non ci permette di vedere la base della nube stessa, dove spesso si possono invece scorgere fulmini e rovesci. Sempre in caso di temporale in alcune situazioni particolari potremmo vedere come la base del cumulonembo (da dove si scaricano i fulmini) possa assumere sfumature verdognole o giallastre; questo è invece un indice di una possibile grandinata entro breve tempo. Al contrario esistono nubi molto scure e dense che non provocano piogge o fenomeni di alcun tipo; ad esempio all’arrivo di un fronte caldo potremmo essere raggiunti da una copertura nuvolosa stratificata e spessa, che riesce ad annullare l’azione della luce solare facendoci osservare ammassi minacciosi, ma che in effetti non rilasciano nemmeno una goccia di pioggia. Un altro caso del genere si verifica quando un forte temporale passa a qualche chilometro dal nostro punto di osservazione; in tal caso può capitare di essere raggiunti da alcune bande nuvolose generate dall’aria fredda che viene scaricata dal cumulonembo a partire dalle quote superiori, come la “nube a mensola” o la “nube a rotolo”, che all’apparenza incutono quasi timore, ma in definitiva spesso sono seguite solo da un rinforzo del vento. In poche parole il colore delle nubi dipende quasi esclusivamente dalla posizione relativa rispetto al sole: se le osserviamo in direzione (approssimativamente) opposta ad esso e non ci sono altre nubi a proiettare la loro ombra su di esse, ci appariranno molto chiare; viceversa se gli ammassi nuvolosi tendono a coprire il sole osserveremo essi o i banchi nuvolosi che si trovano nel loro cono d'ombra quasi sempre molto scuri.
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L' INFORMAZIONE METEOROLOGICA IN ITALIA: ECCESSO O DEFICIT?

Post n°399 pubblicato il 22 Luglio 2010 da tizi88_2006

Il Maggiore Guido Guidi
Stampa, radio, televisione, portali internet, telefonia mobile…
Gli spazi dedicati alla meteorologia sono praticamente ovunque. Nell’era della comunicazione ciò dovrebbe generare un enorme effetto propulsivo per questo settore, ed in effetti a ben vedere questo è quello che sta accadendo in molti paesi del mondo. Ma, ahimè, non nel nostro. Gli spazi dedicati infatti, pur destando grande interesse nell’utenza e risultando quindi decisamente redditizi, mancano troppo spesso di quel minimo di approfondimento che facendo la differenza tra un prodotto e l’altro faciliterebbe il processo di fidelizzazione, stimolando in ultima analisi la ricerca di prodotti mirati ed innovativi. Certamente, specie nel campo della comunicazione visiva, le rappresentazioni grafiche presentano delle diversità, ma in sostanza il messaggio rimane immutato: un’informazione molto generalizzata, e proprio in virtù di questo, essenzialmente a scopo ludico. Cerchiamo di analizzare gli aspetti del problema appena enunciati. La generalizzazione dell’informazione ne facilita l’impiego; sono brevi i tempi di enunciazione e possono essere ristretti gli spazi nelle pagine dei giornali, ossia si assolve al compito di soddisfare la domanda senza troppo impegno. La gita fuori porta continua ad essere di gran lunga più importante di qualunque avvenimento, specie in fase di previsione. Il discorso cambia e anche molto in fase di commento, ossia quando le condizioni meteorologiche provocano problemi seri, si moltiplicano gli interventi per spiegare l’accaduto, e, molto spesso, per dire che era tutto o quasi previsto. Già perché il progresso tecnologico è andato di pari passo con la crescita dell’attendibilità della previsione, ma questa non conduce ad una informazione attenta a problematiche di ampio respiro e grande importanza, quali il traffico stradale, l’operatività degli scali aerei, l’impiego delle risorse energetiche ed altro ancora. Per fortuna, non è sempre così: fanno spesso eccezione le fonti istituzionali ed alcuni soggetti presenti sulla rete, che tuttavia non sempre vengono ascoltati. Un esempio, in Italia non c’è solo un gran bel sole d’estate, ma d’inverno nevica anche, ne sanno qualcosa al nord e sulle zone adriatiche; e qualche notizia spesso arriva anche dal meridione, magari sulle zone interne della Calabria e del Molise. Tuttavia ogni inverno si assiste a situazioni assurde di blocchi stradali, chiusura di aeroporti e difficoltà di vario genere; tutto questo in concomitanza di eventi che soltanto raramente sono eccezionali. Unico forse per quest’anno l’episodio della neve a Milano e dintorni dello scorso gennaio, ben previsto e anche ben sopportato. Ma non sono uniche le nevicate sull’Appennino ligure o su quello calabrese, dove invece le cose sono andate diversamente. Il problema è che in realtà le informazioni ci sono, ma non c’è un sistema organico di accentramento e diffusione delle stesse. Si assiste per lo più ad una rincorsa tra scoop, pareri scettici ed annunci catastrofici, che creano spesso una gran confusione. Le agenzie di stampa pescano sapientemente ora questa ora quella indicazione, ed ovviamente le più colorite riscuotono gran successo, comprese le gettonatissime previsioni stagionali, che previsioni non sono, che offrono grandi spunti di retorica e che soprattutto nessuno ricorda… Pensare che proprio lo sviluppo di queste ultime, quando si uscirà dalla sperimentazione, potrà rivestire grande importanza in settori vitali come ad esempio il controllo delle risorse energetiche e l’agricoltura. Ma evidentemente per questo non siamo ancora pronti. Accade così che l’eccesso di informazione si trasforma in deficit, le grandi potenzialità rimangono soltanto tali, e anche nel campo dell’informazione meteorologica prevale la politica del campanile. Negli ultimi anni infatti è cresciuto moltissimo il numero degli operatori nel settore, ma per lo più si è scelto di occupare spazio nel settore commerciale, l’ultimo anello della catena, quello appunto redditizio, trascurando troppo spesso la qualità della materia prima col risultato di produrre servizi ottimi per riempire spazi editoriali, ma quasi del tutto inutili per l’utenza. Quindi un po’ di colpa, e forse neanche pochissima, ce l’ha anche chi è dentro il movimento, perché la dispersione delle risorse ne impedisce un impiego mirato, magari per sistemi tecnologicamente più avanzati, quali radar integrati in rete e boe nei nostri mari. Tutte cose che costano molto, come costa moltissimo una rete di osservazione efficiente, che è alla base di tutto il sistema. Fare meteorologia infatti è molto dispendioso, e allo stato attuale poco remunerativo, malgrado l’affollamento di operatori più o meno accreditati potrebbe far pensare il contrario. Tutto ciò ci riporta all’inizio della riflessione. Alla speranza che l’allargarsi del movimento produca quella spinta necessaria a farlo crescere, senza accontentarsi di soddisfare solo apparentemente una domanda in crescita continua, anche perseguendo lo scopo di uscire definitivamente dal ruolo un po’ buffonesco del previsore visto come una sorta di stregone, depositario più di un privilegiato rapporto con la sorte, che di una conoscenza fondata su basi scientifiche. Tutto questo è possibile, la tecnologia ci aiuta, le risorse ci sono, le buone intenzioni anche, il pubblico ne ha bisogno. Si può e si deve fare.
FONTE: Meteolive.it
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L' ARTICO ALLA RISCOSSA, FINALMENTE!

Post n°398 pubblicato il 21 Luglio 2010 da tizi88_2006

GHIACCI MARINI ARTICI

Clamoroso recupero dell'artico: la superficie occupata dalla banchisa artica risulta 500.000kmq superiore rispetto a quella del drammatico periodo del 2007, scongiurando l'ipotesi di un ritiro da record. A riportare la situazione su livelli più accettabile le mutate condizioni bariche nella zona e soprattutto la positività incoraggiante dell'indice AO. Ora i valori risultano simili a quelli del 2006, inferiori, ma di poco a quelli degli ultimi 2 anni. Decisiva la frenata di luglio, dove si è perso poco ghiaccio rispetto agli ultimi anni. Le condizioni del tempo rimarranno favorevoli alla persistenza del ghiaccio anche nelle prossime settimane. Il tutto fa ben sperare per un finale di stagione che contenga le perdite e riporti la situazione nell'ambito di un trend più rassicurante.

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ROTTURA ATLANTICA DI MEZZA ESTATE: IN ARRIVO EA NEGATIVA!

Post n°397 pubblicato il 20 Luglio 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

Ci aspettano, dopo la lieve rinfrescata di questi giorni, nuove fiammate africane, con afa e caldo torrido a farla da padrone. Solo un piccolo chiarimento: nei media si sente spesso usare come sinonimi queste due forme di caldo. Si tratta invece di manifestazioni termiche ben diverse! Il caldo torrido indica temperature anche molto elevate, sino a +40°C, ma con basso contenuto di umidità. Il caldo afoso indica invece temperature apparentemente più basse, sino a 30/35°C, ma con altissimo contenuto di umidità relativa: ciò rende generalmente molto meno sopportabile il caldo afoso rispetto a quello torrido, vista la difficoltà del nostro corpo a raffreddarsi tramite traspirazione. Quindi prepariamoci ad un nuovo attacco africano, con nuovi botti termici da 40°C al Sud e gran caldo afoso soprattutto di notte al Nord e nei grandi centri urbani. Non mancheranno i temporali di calore, dovuti in parte alla circolazione orientale che continua ad insistere da est. Ma questi saranno limitati alle aree interne e montuose del nostro paese. La lingua africana, quindi, progressivamente si rimpadronirà di tutto il paese in pochi giorni. Ma questa volta non si tratterà di un dominio stabile e duraturo, quanto piuttosto di un potente prefrontale caldo, che annuncerà l'arrivo di una saccatura nord-atlantica. In altre parole, le truppe calde africane offriranno l'ultima strenua (e caldissima) difesa prima di dover cedere e ritirarsi di fronte all'arrivo di masse d'aria più fresche e instabili dal Nord-Atlantico. Se le cose andassero come sopra descritto, e tutti i principali Centri di Calcolo concordano su tale evoluzione, allora andremmo incontro ad un forte break estivo o, se si preferisce l'italiano, ad una rottura stagionale proprio nel mezzo del suo cammino: la classica rottura di metà estate, giorno più, giorno meno. Ciò quindi non deve spaventare né gli albergatori, né i turisti: l'estate ha ancora molte frecce al suo arco. Proviamo a capire come evolverà lo scenario barico a livello euro-atlantico nell'ultima settimana di luglio, analizzando la Multi MTG qui riportata. La saccatura nord-atlantica, di cui abbiamo scritto sopra, verrà schiacciata da una figura altopressoria settentrionale. Vedendosi tagliato il rifornimento freddo, questa evolverà in goccia fredda. Ma non esaurirà tanto velocemente la sua energia, in quanto l'area mediterranea è talmente carica di calore e di umidità da poter essere assimilata ad una polveriera. Di sicuro le temperature per la fine del mese diminuiranno ovunque, soprattutto al Centro-Nord dove vi sarà un'escursione, alla quota strategica di 850 hPa, di ben 8/10°C.

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L' AFRICA STACCA LA SPINA E L' ITALIA FA PACE CON L' ESTATE

Post n°396 pubblicato il 19 Luglio 2010 da tizi88_2006

Nube Temporalesca

Il grande caldo ha staccato la spina, per il momento, e l'Italia fa pace con l'estate. Si perchè, lo abbiamo ribadito più volte parafrasando la celebre osservazione del grande e compianto Nino Manfredi in una nota pubblicità anni' 80: l'estate è un piacere, se diventa una sopportazione che piacere è? Ebbene, non era necessaria la bacchetta magica, bastava giusto un tocco, quello dell'Atlantico, così carico di aria fresca, a rimettere in gioco l'estate mediterranea, ultimamente subissata dall'ingerenza nord-africana. La coda di una perturbazione, una gragnola di temporali su alcuni settori del nord già frettolosamente archiviati, una sfilata meno pomposa ma comunque non sottovalutabile di nubi è ormai in procinto di comparire sulle zone interne del centro e poi del sud, ed ecco subentrare quel ricambio d'aria che, a questo punto, qualcosa di magico lo ha davvero, se non altro per aver spazzato dall'afa opprimente le nostre città. Non si boccheggia più al nord, presto non lo si farà più neanche al centro e al sud. Certo, non si tratta di una inversione a "U" dell'estate, anzi, tuttavia, dopo giorni e giorni di canicola, questo aver aperto le finestre sull'oceano è sicuramente cosa gradita. Quanto durerà questa parentesi? Non molto. Già martedì il caldo potrà tornare ad essere protagonista sull'Italia, ma l'evoluzione successiva risulta un po' incerta, tanto che non ce la sentiamo di bollare anche l'ultima decade di luglio quale terreno africano per eccellenza. I prodotti modellistici a nostra disposizione ci rivelano infatti che la ruota depressionaria semi-permanente britannica, dopo il coraggioso tentativo di questo fine settimana, rimarrà vigile al di là delle Alpi, aspettando forse il momento più propizio per limare qualche centinaio di chilometri ancora al grande anticiclone. Al momento la prognosi più probabile vede il nord attraversato a fasi alterne da alcune intemperanze temporalesche a partire da mercoledì 21, mentre il centro rimarrà appena fuori, comunque in un contesto di sole e caldo ancora da confermare. Sole e caldo già confermati invece per il sud, dove la controrisposta nord-africana all'affondo, seppure parziale, dell'onda atlantica potrà quasi sicuramente far risalire alta la febbre dell'estate.

A PRESTO!

 
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TEMPORALI E DINTORNI: LA "DRY LINE"

Post n°395 pubblicato il 17 Luglio 2010 da tizi88_2006

Esempio di Dry Line
Il termine "Dry line", letteralmente linea secca, è stato coniato dai cacciatori di temporali americani alle prese con i fenomeni violenti che spesso e volentieri nel corso della stagione estiva solcano le loro "plains", le grandi pianure statunitensi. Come ogni moda che si rispetti, anche la Dry line è riuscita a varcare le sponde dell'oceano e ad approdare entro i confini italiani, identificando con quella dicitura un fenomeno di proporzioni sicuramente minori ma comunque piuttosto frequente anche dalle nostre parti. L'esempio più chiaro e ricorrente lo ritroviamo sulla pianura Padana, allorquando ci troviamo sotto l'influenza di correnti settentrionali sottoposte alla meticolosa opera di filtraggio operata dall'arco alpino. In quel frangente le regioni di nord-ovest finiscono sotto il Foehn, vento settentrionale alquanto secco, mentre quelle nord-orientali si trovano sotto l'azione di un minimo di pressione a mesoscala (di limitate proporzioni) nato per motivi orografici e sovente centrato sull'alto Adriatico. La rotazione antioraria delle correnti al livello del mare preleva aria umida dall'Adriatico e la sospinge verso la pianura Padana tramite venti da est. Questi vanno quindi a scontrarsi contro i flussi secchi favonici prima descritti in discesa dalle quote superiori. Lungo la linea di contatto tra l'aria secca in quota ad ovest e quella umida ad est al suolo si sviluppa un vero e proprio fronte, la cua caratteristica saliente però non deriva da una differenza termica bensì appunto igrometrica. Le zone interessate in modo più frequente dal fenomeno vanno dalla pianura lombarda centro-orientale a quella veneta, a quella emiliana. I temporali connessi con questo tipo di situazione possono a volte degenerare anche in individui supercellulari forieri non solo di grandinate ma, se la componente dinamica lo consente, anche di pericolosi tornado.
A PRESTO!

 
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COME RICONOSCERE E PREVEDERE UN ONDA DI CALORE

Post n°394 pubblicato il 16 Luglio 2010 da tizi88_2006

Mappa a 850HPa

All'uomo della strada forse basterà ascoltare le solite litanie propinate da taluni TG o da altri programmi poco "specialistici", ma noi che amiamo la meteorologia e la Natura non accettiamo cotanta superficialità: noi vogliamo sapere, prevedere, osservare e finalmente capire. Da un po' di anni a questa parte il delicato tema delle onde di calore in periodo estivo cade proprio a fagiolo, gonfiato soprattutto dal parallelismo, forzato o meno, che deriva dagli altrettanto pressanti discorsi sull'antropic global warming. Ma qui il global warming non c'entra, qui vogliamo capire come si originano, che caratteristiche hanno e come evolvono le onde di calore. Il fenomeno ha assunto talmente tanta importanza, che le attuali scuole sinottiche l'hanno identificato come soggetto sinottico a sè stante e chiamato  "Heat wave". Come prevedere un'onda di calore imminente? Naturalmente occorra che sia estate, quindi come secondo punto sarà necessario identificare la collocazione delle onde planetarie lungo l'emisfero e, teoricamente, calcolarne l'ampiezza. Se quest'ultima risulta pari a un determinato valore, dovremo attenderci un rallentamento nella loro progressione verso levante, fino al blocco totale delle stesse. In quel caso la presenza di una campana di alta pressione di blocco sulle zone di nostro interesse, con asse proiettato lungo i meridiani dalle regioni subtropicali fin oltre i 50° di latitudine identifica una probabile heat wave nascente. Come si riconoscono le onde di calore? Essenzialmente da alcuni parametri numerici facilmente reperibili dagli svariati prodotti modellistici a disposizione per l'area euro-mediterranea. Tra tutti citiamo ad esempio l'altezza del geopotenziale alla quota isobarica di 500hPa, i cui valori sforano il ragguardevole valore di 5800 metri, giungendo talvolta a toccare i 6000 metri. Importante anche il campo termico, con valori che sul piano isobarico di 850hPa superano i 20 gradi, toccando a volte i 25. Alla medesima quota importanti informazioni ci pervengono anche dalla mappa della temperatura pseudopotenziale di bulbo bagnato la quale, essendo un'ottimo tracciante delle masse d'aria, ci indica l'origine e la distribuzione del calore pronto a invadere il nostro Paese. Naturalmente una massa d'aria che arrivi dal nord Africa darà luogo a ondate di calore particolarmente intense, mentre una massa d'aria che "peschi" dall'oceano o che si origini sul Mediterraneo, nonchè sul territorio europeo, sarà senz'altro meno cattiva e recherà un caldo complessivamente più sopportabile. Come riconoscere un'onda di calore dalle mappe al livello del mare? Semplice: anzichè rilevare valori debolmente depressionari, in virtù del forte riscaldamento solare estivo che determina correnti ascendenti quindi la strutturazione di deboli depressioni termiche (famosa quella padana), ritroviamo valori di pressione elevati, dell'ordine di almeno 1020hPa. Questo significa che la compressione dinamica interna all'anticiclone raggiunge il suolo e crea un coriaceo strato di inversione che blocca qualsiasi corrente ascensionale, inibendo anche la cumulogenesi. I cieli rimangono così sereni per l'intera giornata e favoriscono un intenso soleggiamento, il quale rifinisce l'opera di riscaldamento atmosferico. I termometri possono così salire su valori che, in Italia, superano diffusamente i 35 gradi. Ogni grado oltre questo limite infine, identifica in via empirica e semplificata l'entità e la portata di una ondata di calore.

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CICLONI TROPICALI ED EXTRATROPICALI: QUALI SONO LE DIFFERENZE?

Post n°393 pubblicato il 14 Luglio 2010 da tizi88_2006

Immagine

Uragani, tifoni, cicloni e via dicendo; il nome cambia a seconda dell'angolo del globo nella quale si scatenano, ma si tratta delle medesime struturre, classificate come "cicloni di tipo tropicale". Questi vortici prendono corpo all'altezza della linea di convergenza intertropicale, quando la stessa onduli a debita distanza dall'equatore. La forza rotazionale che li origina infatti è quella di Coriolis, la quale è nulla lungo l'equatore. Possono strutturarsi anche in seno alla circolazione tropicale, laddove vengano a trovarsi ondulazioni atmosferiche particolari note come "easterly waves". In un caso o nell'altro, fattore essenziale e indispensabile è che il tutto si ponga in essere su superfici oeaniche con adeguata temperatura superficiale, normalmente superiore ai 28 gradi. Solitamente si tratta di vortici a mesoscala o a scala subsinottica (sono relativamente piccoli) che una volta innescati per mezzo del meccanismo noto come "instabilità barotropica", crescono in potenza prelevando l'energia cinetica dal calore del mare. Per questo motivo vengono detti cicloni a cuore caldo. La convezione esplosiva che si crea in questo tipo di situazioni sprigiona ulteriore calore, il calore latente di condensazione, che alimenta ulterioremente la struttura incattivendola talvolta fino alla forza di uragano. La cintura di temporali maggiormente attiva si trova subito attorno al centro del sistema, mentre proprio nel centro è tipica la classica struttura ad occhio, dove i venti sono deboli e il cielo poco nuvoloso o addirittura a volte anche sgombro da nubi. Da notare che cicloni di tipo tropicale si possono sviluppare anche sul Mediterraneo e vengono classificati come "tropical like ciclone" o "medicanes", ossia "mediterranean hurricanes", qualora raggiungano la potenza di uragano. Si tratta comunque di strutture ancor più piccole, ma che possono risultare ugualmente pericolose laddove incontrino terre emerse. Anche l'Italia ne può venire interessata.

Immagine 2

I "cicloni di tipo extratropicale" sono vortici a scala sinottica (sono molto estesi) che si sviluppano alle medio-alte latitudini in seno alle correnti occidentali e alle relative ondulazioni atmosferiche. L'energia che innesca la ciclogenesi è in questo caso l'instabilità baroclina, concetto che si riferisce alla destabilizzazzione delle onde atmosferiche ad opera di masse d'aria dalle caratteristiche differenti. La conseguenza di questo concetto vede il nucleo ciclonico colmo di aria fredda, essendosi generato in seno al vortice polare. La cintura di temporali eventualmente associata si trova lontano dal centro e preferibilmente nel settore dell'aria calda, oppure lungo le linee frontali, dove si fronteggiano le diverse masse d'aria e dove avvenono pertanto le precipitazioni più rilevanti e i venti più intensi. Da notare infine che entrambe le strutture sono mezzi che l'atmosfera utilizza per dissipare l'eccesso di calore solare e per promuovere le precipitazioni necessarie in ogni fascia climatica del globo.

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TEMPORALE AD OROLOGERIA, ECCO COME SALTA IL TAPPO DELL' ATMOSFERA

Post n°392 pubblicato il 12 Luglio 2010 da tizi88_2006

Radiosondaggio

Tutti quanti quando al risveglio scrutiamo il cielo per comprendere come sarà il tempo della giornata spesso non facciamo i conti con le bizzarrie dell'atmosfera. Sovente nella stagione primaverile ed estiva un cielo sereno al mattino non significa necessariamente una giornata soleggiata fino a sera. Così, se abbiamo fatto delle valutazioni errate o superficiali, ci ritroviamo magari nel bel mezzo di una escursione in montagna a dover fronteggiare situazioni pericolose legate soprattutto ai temporali improvvisi. Ma quali sono i meccanismi che regolano queste sgradite soprese meteorologiche? Anzitutto diciamolo pure: il meteorologo capace e attento non si fa cogliere di sorpresa da questi eventi e generalmente mette in guardia il pubblico divulgando la possibilità di temporali pomeridiani. La vasta strumentazione in possesso dei professionisti del cielo permette infatti l'analisi dettagliata di talune situazioni che possono preludere al pericolo di temporali inaspettati. Il radiosondaggio, ossia la misurazione delle caratteristiche dell'aria dal suolo fino alla stratosfera per mezzo di palloni, risulta all'uopo uno tra questi strumenti, probabilmente il più prezioso e immediato. Esso permette di capire come sia impostata la stratificazione dell'atmosfera sopra una determinata località. Spesso nelle ore del mattino si possono individuare inversioni termiche a quote differenti. Queste bloccano il rimescolamento dell'aria il quale rimane confinato nello strato limite in prossimità del suolo. I meteorologi utilizzano in questo caso un parametro numerico desunto proprio dal radiosondaggio e denominato CAP. Più il CAP è forte e più la convezione risulta difficile, minore è (in teoria e nella seconda parte vedremo perchè) la probabilità di temporali. Queste inversioni possono essere rimosse nel corso della giornata da vari accadimenti, come dal transito di aria più fredda in alta quota, l'arrivo di una perturbazione, un sollevamento forzato dell'aria contro una barriera montuosa e, non ultimo, dal riscaldamento solare dei bassi strati. Laddove questi fattori si sommino, ecco che il nostro temporale diventerà sempre più probabile. La radiazione solare in particolare è in grado di rimuovere gli strati di inversione e sfondare il CAP. Salta così il tappo invisibile dell'atmosfera, inizia la convezione. Va da sè che questo fenomeno risulta repentino poichè può portare da una situazione di cielo sereno a un pericoloso e improvviso sviluppo temporalesco in pochissimo tempo con un efetto sorpresa assolutamente da non sottovalutare.

Questa notte c'è stato un magnifico temporale con molte fulminazioni sopra a Genova e ho avuto la possibilità di girare ben 6 video di quel spettacolare evento atmosferico.... quanto tempo era che aspettavo una nottata come quella! I video saranno disponibili su youtube entro pochi giorni e non appena lì avrò caricati sarà mia premura mostrarveli.

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LA MAREA NERA DEL GOLFO DEL MESSICO POTREBBE FRENARE LA CORRENTE DEL GOLFO?

Post n°391 pubblicato il 10 Luglio 2010 da tizi88_2006

Corrente del Golfo

Tutti ormai conoscono la Corrente del Golfo, soprattutto a causa della visione del film catastrofista "The Day After Tomorrow". Pochi però sanno davvero come in realtà funzioni. La Corrente del Golfo, in grossolana sintesi, raccoglie calore nel Golfo del Messico per poi trasportarlo via mare verso nord-est, riscaldando così gran parte dell'Europa nord-occidentale, dall'Islanda alla Scandinavia, dalle Isole Britanniche alle coste Europee, che in caso contrario penerebbero per climi ben più rigidi. Quando in passato qualcosa la ha bloccata o anche solo rallentata, gli effetti sul clima europeo (e non solo ) sono stati catastrofici. Si ricorda sempre il classico evento della Dryas Recente, quando un enorme riversamento di acque dolci nell'Oceano Atlantico bloccò per mille anni la Corrente del Golfo, ricacciando così grande parte dell'Europa nell'Era Glaciale. È ovvio dunque che la Corrente del Golfo è un meccanismo fisico-chimico che assicura un clima mite al Vecchio Continente. Intervistando il dott. Zangari, fisico teorico, tra l'altro studioso di grande disponibilità e cortesia che lavora al "Frascati National Laboratories (LNF) - National Institute of Nuclear Physics (INFN)", appare evidente che l'enorme riversamento di un fluido molto denso e viscoso come il petrolio all'interno di un ecosistema molto delicato come quello del Golfo del Messico stia causando quello che potrebbe divenire il più grande disastro ecologico causato dall'uomo nel corso della sua storia. Perché al di là degli evidenti danni alla flora, alla fauna e a tutti i microorganismi marini che da millenni determinano l'equilibrio biologico dell'area, all'analisi dettagliata satellitare appare evidente che tale massiccia e improvvisa immissione di petrolio stia rompendo il meccanismo fondamentale attraverso il quale la Corrente del Golfo raccoglie calore per poi distribuirlo sulle coste nord-orientali dell'Atlantico. La Loop Current, come possiamo anche vedere se clicchiamo sull'immagine a fianco, è un complesso meccanismo attraverso il quale masse di acqua calda dell'area dello Yucatan vengono trasportate quasi con un movimento circolare (da qui il termine loop) verso l'area di Cuba e da qui possono poi fuoriuscire attraversando lo stretto con la Florida immettendosi nella Corrente del Golfo. Questa è la situazione normale, ben descritta dalla prima immagine satellitare. Ma se tale Loop Current dovesse essere frenata o addirittura bloccata e distrutta, allora anche la Corrente del Golfo non potrebbe più ricevere il carico di calore da distribuire ai paesi europei (questa è la situazione alterata, descritta nella seconda immagine satellitare). Le conseguenze potrebbero quindi essere anche molto gravi. Ricordiamo però che si tratta solo di ipotesi che il dott. Zangari ha messo a punto attraverso il suo sistema di calcolo per fenomeni non lineari a base statistica denominato SHT. Ogni volta che ci si trova di fronte a sistemi complessi bisogna ovviamente rifuggire da previsioni deterministiche e meccaniche. Si tratta però certamente di una situazione critica, da monitorare con attenzione.

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I VORTICI DELL' ATMOSFERA

Post n°390 pubblicato il 09 Luglio 2010 da tizi88_2006

Vortice

L'argomento era sfuggito alla mitica scuola sinottica norvegese di Bjerknes, quella che ci ha regalato la teoria dei fronti, cardine della meteorologia e pur sempre attuale. Le configurazioni a vortice vengono suddivise in due strutture principali, a seconda della via per la quale si originano: gli Upper Level Low e i Vortici di Vapore Acqueo.
Gli Upper Level Low sono strutture a scala sinottica derivanti dalle saccature del vortice polare e che, sottoposte a processi di taglio operati da avvezioni di tipo termico (nastri trasportatori caldi) o dinamico (flussi caldi che generano un aumento dello spessore atmosferico), tendono a isolare vortici colmi di aria fredda, i cosiddetti Cut-Off. A seguire i cut-off tendono a dissipare la loro energia per attrito nei bassi strati, rimanendo invece ancora attivi in quota, da qui il nome di Upper Level Low, ossia minimo delle quote superiori, meglio conosciuto da noi come "goccia fredda in quota". Tale soggetto sinottico  in estate elargirà condizioni di tempo inaffidabile, con schiarite, ma anche con annuvolamenti consistenti accompagnati a improvvisi rovesci, temporali, grandinate e colpi di vento. In inverno le gocce fredde possono manifestarsi anche solo con poche nubi e un calo della temperatura alle quote superiori. Nel caso di gocce fredde particolarmente cariche, come quelle sfuggite direttamente al vortice polare e originatesi fisiamente sull'Artico, possiamo assistere a rovesci nevosi fino a quote molto basse o prossime alla pianura. Il fenomeno è decisamente più frequente lungo le regioni adriatiche.
I Vortici di Vapore Acqueo consistono in strutture a scala subsinottica o a mesoscala con rotazione ciclonica, individuabili essenzialmente per mezzo delle immagini satellitari al vapore acqueo (da qui la denominazione). La vorticità può venire fornita da massimi di vento collegati alla corrente a getto (Eddy Vortex), da mulinelli ciclonici sviluppatisi in quota a causa di flussi paralleli ma provenienti da direzioni opposte (Water Vapor Eyes), oppure dallo sviluppo dell'aria fredda a seguito del passaggio di un sistema frontale o anche in un flusso freddo lontano da perturbazioni e dotato di vorticità propria (Comma). Qualora queste strutture in quota si trovino a transitare al di sopra di una zona dove è presente una discontinuità termica, ossia una linea frontale, tendono ad alterare i flussi, costringendo l'aria ad avvitarsi attorno al minimo di pressione, con quella calda che tenderà a risalire verso nord e quella fredda a scendere verso sud: è la ciclogenesi (teoria baroclina a due livelli). Ne derivano situazioni perturbate legate al transito delle classiche perturbazioni. Nel caso della Comma, dobbiamo osservare che la struttura vorticosa è sempre legata alla presenza di un vortice di vapore acqueo in quota, ma presenta caratteristiche ben visibili anche al suolo: sono i classici impulsi di instabilità post-frontali, dovuti allo sviluppo ciclonico dell'aria fredda in prossimità dell'asse della saccatura principale (vorticità da curvatura). Portano situazioni di forte instabilità, esaltate soprattutto durante la stagione estiva quando possiamo aspettarci i classici rovesci a "campione" che seguono le precipitazioni diffuse legate alla perturbazione principale ormai lontana.

A PRESTO!

 
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