Mauro Amici

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« NESSUNO TOCCHI CAINOIL MITO E IL NOSTRO ESSERE »

NON CONSIDERARTI SFIGATO, ALTRIMENTI SARAI SFIGATO

Post n°3 pubblicato il 16 Gennaio 2011 da mauroamici_1970
 
Foto di mauroamici_1970

Non considerarti sfigato, altrimenti sarai sfigato

Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità….

Discorso all’Umanità - Charlie Chaplin

La profezia che si autoadempie (Merton, 1948), o profezia che si autodetermina (Watzlawick 1971) fu una stupefacente teoria che dimostrò quanto i nostri pensieri e il nostro stato d’animo possono influire sul nostro benessere psichico e fisico, ma, soprattutto, quanto possono incidere, pesantemente, sulle nostre aspettative e risultati.

La vita non è una passeggiata, infatti ci mette a dura prova con la sua oscillazione tra bene e male, tra “fortuna” e “sfortuna”, tra gioia e dolore, ma l’abilità dell’uomo deve essere quella di non abbattersi mai, di credere fino in fondo, con cuore, mente e corpo, che tutto andrà per il verso giusto. Il credere che sia possibile, fa si che ciò che crediamo si realizzerà, ma va sentito profondamente, va eliminato quel pensiero promotore che ci spinge a non credere che sia possibile. Personalmente non ho mai creduto ai concetti di fortuna e sfortuna, per me sono solo banali giustificazioni razionali a eventuali successi o fallimenti rispetto ai risultati che ci aspettiamo. Quello in cui credo è un sincero darsi da fare, un voler combattere seriamente per le cose in cui crediamo davvero, nella scelta di cosa vogliamo essere davvero.

In questo senso, la teoria della profezia che si autodetermina è illuminate perché dimostra che il solo credere e, automaticamente, pensare che qualcosa possa andar storto, o che non sia possibile per noi, provocherà automaticamente che quella “cosa” accadrà così come l’abbiamo pensata nel nostro più profondo inconscio (da dove nascono i nostri pensieri promotori). Molte persone dichiarano a sé stesse: “Ce la farò!!!”, il problema non è nel dichiarato, ma in cosa penso davvero quando dichiaro, infatti, spesso, si pensa contemporaneamente “Ma chi sono io per farcela?” (il dannato pensiero promotore negativo, magari fosse positivo!!).

Perché non potremmo essere famosi? O ricchi? O corteggiatissimi dal partner che desideriamo? O fortunatissimi? Chi dice che questo noi non lo meritiamo? Vi domando: “Qualcuno lo ha deciso per noi?”.

 In realtà non è stato deciso da nessuno che non meritiamo o non possiamo, se non da noi stessi.

E’ questa la forza che ha spinto Chaplin, Mozart, Leonardo, Michelangelo e tutti quelli che hanno avuto il successo nella vita e dopo, è solo questa, ossia la forza di credere che tutto è lì, pronto per essere colto ed è abbondante per tutti.

Proverò a dimostrare quanto la parola fortuna sia una pura invenzione umana e, di conseguenza, quanto la profezia che si autodetermina sia uno strumento efficacissimo per non restare ancorati al fato.

Parto da due esempi di letteratura greca per poi fare l’esempio di Merton:

La leggenda di Edipo (da Wikipedia):

Avvisato che suo figlio lo avrebbe un giorno ucciso, Laio abbandona il neonato Edipo perché muoia. Ma Edipo viene invece adottato da un'altra famiglia e tenuto all'oscuro delle sue vere origini. Quando cresce, Edipo viene avvisato che avrebbe ucciso suo padre e sposato sua madre. Ritenendo che i suoi genitori adottivi fossero quelli reali, lascia la sua casa e viaggia attraverso la Grecia, giungendo infine nella città dove vivono i suoi genitori biologici. Qui si trova a lottare con uno sconosciuto e lo uccide, quindi ne sposa la vedova. Sconosciuto a tutti all'epoca, lo straniero era il vero padre di Edipo, e la vedova era sua madre. In definitiva, si può dire che la profezia su Edipo diventa vera a causa dei tentativi fatti da tutti per evitarla.

Iliade (da Wikipedia)

Lo stesso è vero per la caduta di Troia: abbandonando il figlio Paride (che, secondo una profezia avrebbe causato la caduta di Troia), re Priamo porta infine alla distruzione della città.

Merton

Un mercoledì mattina del 1932, Cartwright Millingville va a lavorare. Il suo posto è alla Last National Bank ed il suo ufficio è quello di presidente. Egli osserva che gli sportelli delle casse sono particolarmente affollati per essere di mercoledì; tutte quelle persone che fanno dei depositi sono inconsuete in un giorno della settimana che è lontano da quello in cui si riceve lo stipendio. Millingville spera in cuor suo che tutta quella gente non sia stata licenziata e incomincia il suo compito quotidiano di presidente. La Last National Bank è un istituto solido e garantito. Tutti lo sanno, dal presidente della banca agli azionisti, a noi. Ma quelle persone che fanno la coda davanti agli sportelli delle casse non lo sanno; anzi, credono che la banca stia fallendo, e che se essi non ritirano al più presto i loro depositi, non rimarrà loro più nulla; e così fanno la fila, aspettando di ritirare i loro risparmi. Fintanto che l’hanno solo creduto e che non hanno agito in conseguenza, hanno avuto torto, ma dal momento che vi hanno creduto e hanno agito in conseguenza, hanno conosciuto una verità ignota a Cartwright Millingville, agli azionisti, a noi. Essi conoscono quella realtà perché l’hanno provocata. La loro aspettativa, la loro profezia si è avverata; la banca è fallita.

Personalmente non parlo mai di cose che non ho vissuto sulla mia pelle, perché non potrei riuscire a portarle al prossimo. Credo sia importantissimo trasmettere quello che si è vissuto e provato, perché è l’unico modo, a mio parere, per poter insegnare qualcosa, altrimenti si finisce per predicare.

Anche in questo caso, come nell’articolo di Caino e dell’Autostima, vi invito a riflettere su cosa pensate veramente e cosa scegliete di essere. E’ la scelta interiore che decide il futuro, non una dea bendata che sta li e gira la sua cornucopia a caso. Provate a rigirare i vostri pensieri automatici da negativi, lottando fortemente contro questi, a positivi, pensando nel vostro Io interiore ad esempio: “ Io sono fortunato!”, oppure “Io sono ricco!”, o ancora “io sono bello”, l’importante è che siano affermazioni positive, non negative. Nel momento in cui un pensiero negativo affiora, mentre state lottando, mettetelo da parte con forza e rigiratelo in positivo.

Più volte, in aula, mi è stato contestato il concetto (gli schemi mentali stanno sempre li a discutere, soprattutto se radicati)  con questo esempio: “ma Mauro ma se uno vince alla lotteria, tu come la chiami?”. La mia risposta è sempre stata: “Si è scelto di giocare, si sono scelti determinati numeri e qualcuno ha scelto di estrarre quei numeri, consciamente, o inconsciamente”.

Non per nulla i romani solevano dire….FORTUNA AUDACES IUVAT (la fortuna aiuta gli audaci).

Mauro Amici

 

 
 
 
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Un blog di: mauroamici_1970
Data di creazione: 13/01/2011
 

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