Succo di tricheco

elavenrac

Meditavo sul carnevale, sulle sue origini, sul suo significato attuale…
No, tranquilli, non disserterò su tutto questo: per quanto interessante, si ridurrebbe ad un inutile sfoggio di cultura che rischierebbe di annoiare i più.
Partirò invece dalla fine, da quel che oggi ci troviamo davanti.
Per i bambini il fatto di mascherarsi è solo un gioco, un vezzo. Per gli adulti, invece, diventa un vero e proprio momento di vita (magari l’unico…) nel quale ci si può barricare dietro ad una maschera per poter dar sfogo a tutte quelle fantasie/repressioni che, per viltà o convenienza, rimangono inespresse.
Alla fine tutto si riduce ad una giostra di eccessi e di ruoli (bene o male) recitati.
E poi? Finito il carnevale la ci si toglie le maschere o semplicemente si ritorna ad indossare quelle di ogni giorno?
Sono convinto che, al giorno d’oggi, sia diventato molto difficile trovare una netta distinzione tra vita e ruolo recitato.  Siamo talmente abituati a doverci conformare a tanti, troppi stereotipi che alla fine ci dimentichiamo chi siamo veramente.

Nella mia lucida pazzia mi è balenata un’idea: istituire un elavenrac. Un periodo durante il quale (per chi ne ha il coraggio!) ci si toglie tutte quelle maschere che, per ruolo o personale vantaggio, si indossano nella vita.
Un momento dove, finalmente, ognuno può essere sé stesso, nel bene e nel male, senza tanto preoccuparsi di quel che pensano gli altri.
Qualcuno parteciperebbe??

ave pueblo!