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Post N° 732

Post n°732 pubblicato il 24 Luglio 2006 da MisterSmiles

Ghosts'N Goblins

Allora il fuoco era l'arma più scarsa in assoluto: lenta, con raggio di azione piuttosto limitato e alle volte non colpiva nemmeno in vicinanza. Probabilmente Capcom la incluse per creare quel fastidio costituzionale che ti costringeva a penare sin dal principio. Ghosts'n Goblins era difficile, molto difficile. O almeno lo era agli inizi, nelle prime trenta partite di sicuro, fino alla scoperta di un gameplay chiuso e millimetrico, concentrico e assiomatico. Procombere era facile quanto uccidere uno zombie girato di spalle, che ignorava gli accessi alle scale sottostanti; poi sopravveniva il demone, quell'uccellaccio che non si lasciava colpire, almeno apparentemente, per poi scoprire che bisognava farlo avvicinare e colpirlo indietreggiando. Senza dimenticare quella tomba che, centrata ripetutamente, ci riempiva di tanti punti, che poi sarebbero serviti a farci scattare quella vita tanto sospirata (era veramente dura spulciare qualcosa dalla rigida struttura del titolo). Bello il quadro dei ghiacci, con i piccoli pipistrelli che ci facevano dannare, e gli orchi che ti seguivano passo passo e che dovevi uccidere il più velocemente possibile.

Ghosts'n Goblins è una epopea lacerante, che ti consuma dentro. Sfida il tuo essere videogiocatore con inganni sleali, con frenesie pazzesche che stroncano sul nascere eventuali speranze di riuscita...Eppure si lascia giocare, si può finire, perchè ti prende senza mollare la presa, per svuotarti le tasche, per riempire sacchi interi di monetine nell'intento di lasciarti asciutto, privo di identità. Perchè giocare a Ghosts'n Ghoblins era un fatto da prendere sul serio, una scelta di vita che ti avrebbe segnato, che ti avrebbe solcato le mani e consunto le membra; eppure eri lì, a giocarci in continuazione, imperterrito, perchè lo dovevi finire, dovevi salvare la tua principessa dal signore del male, perchè senza di lei tu non eri nessuno. L'incentivo era lì, si erano mai visti prima, nella grafica spettacolosa, nel disegno degli zombie quasi simpatico, nella continua scoperta di un mondo che, tutto sommato, solleticava la nostra fantasia. Arthur era disegnato piuttosto bene, e ci faceva impazzire quando perdeva l'armatura restando seminudo. Poi non parliamo dei corvacci, che si intromettevano nei momenti meno appropriati ma che erano comunque caratterizzati con dovizia nelle loro pose goliardiche su di una lapide, che li vedeva stupidamente appollaiati.

L' hardware su cui girava Ghosts'n Goblins era un modesto Z80 a 3MHz, certo per i tempi non troppo modesto considerandone la venerazione che noi videogiocatori gli portavamo e la sapienza effettiva con cui Capcom disegnava paesaggi spettrali. E poi a noi importava veramente poco dei dati tecnici, noi ci lasciavamo trasportare dall'entusiasmo di poter arrivare dove nessun altro era mai approdato, per sentirci sussurrare alle spalle: "toh guarda, ha superato il mostro volante", mentre per la troppa emozione perdevamo l'ennesima vita per ricominciare tutto da zero. Ma anche quando morivamo, era bello ricominciare, nella nostra maniacale scalata verso una meta che ci eravamo prefissi, come principio di vita. Da uno Z80 non potevamo certo aspettarci un sonoro orchestrato, ma a noi piaceva da impazzire. Quella musica tenebrosa, che gracchiava aquanto ma che ci immedesimava in quella atmosfera da incubo. Un sonoro che alle volte non potevamo neppure ascoltare tanto era il fracasso, ma che nei pomeriggi bui, quando il bar era semideserto, potevi assaporare completamente anche negli effetti: colpivamo qualcosa che, finalmente, produceva rumore. Per il resto ogni tanto spuntava un monte sul fondale, con un castello sulla cima (probabilmente lo stesso che avremmo espugnato), molto spesso comparivano mostri anche a metà livello, mentre i boss si facevano colpire con uno schema da assimilare, ma che diveniva inutilizzabile quando gli stessi prendessero iniziative "proprie". Ghosts'n Goblins è ancora qui a farci dannare l'anima, col M.A.M.E., nelle collection, o in qualsiasi altra forma vi piaccia, anche nelle bellissime versioni Nes, Amiga e Atari ST.

 
 
 
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